La ricostruzione della battaglia di  Canne 
  promossa dall’Università e dal  Comune di Trieste 
              
                (importanti ritorni turistici, mentre noi stiamo a  guardare!)
          La mostra di Trieste è stata  promossa dall’Università e dal Comune di quella città. Cosa c’entra Trieste con  la Battaglia di Canne? Assolutamente nulla, ma questo dimostra il fascino  universale della più grande battaglia dell’Antichità, il capolavoro di Annibale,  la celebre manovra a tenaglia che annientò le legioni romane e vinse, pur  avendo la metà degli uomini, battaglia tuttora ammirata, studiata e imitata da  tutte le scuole militari del mondo.
            Annibale sconfisse i Romani, ma non mutò il corso  della II Guerra Punica e della storia, così sulla collina che indica il luogo  da dove Annibale diresse la battaglia è scolpita la celebre frase di Tito  Livio: Nessun altro popolo sarebbe sopravvissuto ad una strage così grande.
            Nella mostra di Trieste preziose edizioni del ‘500  della storia di Polibio e Livio che raccontarono la battaglia: il primo più  vicino agli avvenimenti (ne scrisse 50 anni dopo), ma ciò che affascina  soprattutto i visitatori sono i manichini, le riproduzioni delle armi, e il  grande diorama, cioè la sua rappresentazione scenografica.
            C’è la ricostruzione della battaglia in scala 1 a  100, cioè ogni soldatino ne rappresenta 100. A Canne morirono 80.000 soldati  romani e appena 8.000 cartaginesi.
            Eppure è strano, è come se a Trieste la finzione  prevalesse sulla realtà; a Canne invece è tutto vero: veri i reperti contenuti  nel piccolo Antiquarium, vere le colonne romane disseminate per la collina, i  resti della Cittadella, immutati i luoghi dell’epico scontro, come l’Ofanto,  teatro della battaglia, che scorre ai piedi delle collinette, ma tutto qui ha  un’aria di abbandono… Ora, però, con un milione di euro, si rinnoveranno i  percorsi di visita, si costruirà un nuovo centro di accoglienza comprendente un  punto di ristoro, e si riprenderanno gli scavi. Speriamo venga ripristinato  anche un angolo destinato ad Annibale e alla sua celebre battaglia.
            
          
          Costantino  Foschini          (febbraio 2008)
          commento al filmato “Il  mito di Annibale”
          …Perché ci si  ostina a ignorare la battaglia di Canne? È paradossale! Da un canto, ogni 2  agosto, leggiamo sulla Gazzetta articoloni sulla importanza di Annibale e sulla  grande battaglia da lui vinta… Poi però vai sul luogo, come è capitato a me  accompagnando un gruppo di amici, e nell’Antiquarium, dove un tempo c’era la  ricostruzione dello scontro in un plastico, ci sono adesso scheletri di gatti e  tutt’attorno, sulle pareti, articoli (neanche immagini), sull’importanza dei  gatti cannesi (saranno annibalici!). Una farsa che dura da anni! Che amarezza,  che delusione! Dunque, l’invito che faccio alla Gazzetta per il prossimo 2  agosto, è quello di dedicare anch’essa un paginone intero ai tre felini  inconsapevoli di tanta importanza!!
          Michele Dimonte
          Vernola nell’83
          Barletta, 14 aprile 1983. In una grande sala del  Conservatorio del Monte di Pietà, il ministro della Cultura, Nicola Vernola,  annuncia un primo finanziamento per la creazione del museo annibalico. Apprezzabili,  le ceramiche preistoriche e i ritrovamenti medievali - ebbe a dichiarare il  ministro - ma Canne ritroverà una grande stagione turistica solo quando sarà  rilanciata l’annibalicità del sito, diventando così la principale stazione  storico-archeologica degli itinerari pugliesi. 
            Canne ritrovò un momento di grande notorietà col Forum  Internazionale di Studi Annibalici nell’estate del 1997 promosso dalla Società  di Storia Patria. Poi, dalla  primavera  del 1999, cioè dall’apertura dell’Antiquarium…
          Il remoto ricordo  di quei pullman di ragazzi festanti
          …speriamo si rinverdiscano gli anni nei quali  decine di pullman di ragazzi festanti riempivano il sottostante parcheggio oggi  desolatamente vuoto. Speriamo che il nostro sito rientri presto negli itinerari  delle nostre scuole pugliesi. Ma qui torneranno solo se attratti dalla radicata  annibalicità del sito, altro che mostra di scheletri di felini!
           Ettore Geri
          
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