FERROVIA BARLETTA-SPINAZZOLA
            un viaggio lungo 110 anni nella valle d’Ofanto
            (e la
            stazione di Canne della Battaglia si mette in… mostra)
          Una
                mostra storico-documentale-iconografica racconterà durante
                tutto il 2004 i centodieci anni della Ferrovia Barletta-Spinazzola
                dall’anno della sua costruzione avvenuta nel 1894. Unico
                ma importantissimo binario della Valle d’Ofanto, tanto che
                questa manifestazione culturale è la prima in assoluto a
                svolgersi dopo il varo della Sesta Provincia, con un tempismo da
                record ed
                una singolare identità di tempi e di vedute fra i quattro
                Comuni del suo tracciato (Barletta, Canosa, Minervino Murge e Spinazzola)
                con siti archeologici e beni culturali di eccellenza per promuovere
                il Treno dell’Archeologia e dell’Ambiente. 
                Il debutto dell’iniziativa è previsto come anteprima
                nelle attività per “Canne in Maggio” abbinate
                alla VI Settimana nazionale della Cultura, e si svolgerà da
                lunedì 24 a domenica 30 maggio, orario non stop dalle ore
                9 alle ore 21 di ogni giorno, nella Stazione di Canne della Battaglia,
                che compirà il suo bravo mezzo secolo di vita.
                La stazioncina è infatti una tessera essenziale del mosaico
                di storia e di sviluppo economico collegato all’archeologia
                ed al turismo. La Direzione Compartimentale di Bari delle Ferrovie
                dello Stato ne curò la trasformazione agli inizi degli anni
                Cinquanta da semplice casello, con l’originaria denominazione
                di “Canne Scavi”, a vera e propria fermata munita dei
                necessari comfort e che fu ribattezzata, in una festosa giornata
                del 29 agosto 1954, con l’altisonante nome di “Canne
                della Battaglia”. Fu un vero e proprio investimento nei beni
                culturali intesi come risorsa del territorio, visto che nello stesso
                giorno, ad opera del primo “Comitato Pro Canne” presieduto
                dal Gen. di squadra Aerea Domenico Ludovico ed alla presenza dello
                scopritore dei Sepolcreti, l’eminente archeologo barese Prof.
                Michele Gervasio, le stesse autorità passarono ad inaugurare
                l’allestimento fotografico dei reperti archeologici nel vicino
                Museo, oggi ridenominato Antiquarium. Immagini di grande partecipazione
                popolare immortalate dai cinegiornali della Settimana Incom, la “nonna” dei
                moderni telegiornali, ritrovate quasi per miracolo nell’archivio
                storico dell’Istituto Luce a Cinecittà ed oggi pronte
                per essere proiettate con quel tocco di amarcord che fa piacere sia
                ai contemporanei di quegli emozionanti episodi (poveri ma belli,
                visto che si era nell’immediato dopoguerra, con tanta sete
                di cultura e di progresso in tutti i sensi) e sia ai più giovani,
                a caccia delle pagine mancanti del loro album di famiglia.
                Oggi quella stazioncina, passata indenne attraverso le spoliazioni
                dell’abbandono di questi ultimi cinquant’anni (a pochi
                chilometri, l’altra stazione di Casalonga verso Canosa, è praticamente
                un rudere), grazie alla meritoria opera dell’ultimo casellante
                Domenico Lomuscio, il ferroviere andriese oggi ultrasettantacinquenne
                testimone oculare anche degli scavi Gervasio, è diventata
                un nuovo punto di riferimento per la mobilità sostenibile,
                per il turismo culturale ed il turismo scolastico.
                Se se ne occupa in prima persona il Comitato Italiano Pro Canne
                della Battaglia (soggetto promotore del Patto Territoriale Nord
                Barese
                Ofantino), che, in coincidenza al cinquantenario di fondazione
                (1953-2003), vi ha aperto d’accordo con Trenitalia nel quadro del “Progetto
                Nuovi Orizzonti - Canne della Battaglia Terzo Millennio” un
                proprio punto di assistenza turistica ed annessa base operativa,
                a disposizione del pubblico tramite l’impiego di giovani esperti
                in servizi per l’archeologia ed il turismo, che ricevono, accolgono
                e guidano in visita qualificata i gruppi organizzati desiderosi di
                un tuffo nel passato a bordo del treno dell’archeologia,
                autentica riscoperta di un territorio che non finisce mai di stupire
                davvero.
                Dallo sperone collinare che domina il teatro naturale della celebre
                Battaglia fra Annibale e l’esercito di Roma nel 216 avanti
                Cristo, quella sanguinosa disfatta nella piana ofantina, Canne (importante
                sede episcopale legata alla figura del Santo Vescovo Ruggiero) sovrasta
                tutto l’orizzonte fino al Gargano con la sua cittadella, ed è essa
                stessa lo spettacolo di un agglomerato urbano tuttora in fase di
                scavo, dove si allineano nell’Antiquarium reperti di civiltà che
                spaziano dal VI millennio prima di Cristo fino al XIII secolo.
                Dal belvedere della stazioncina si gode un panorama davvero incomparabile
                sulla Valle d’Ofanto; la passeggiata può proseguire
                verso l’antica fontana medievale di San Ruggiero ed i vicini
                scavi di San Mercurio, sull’omonima collinetta, coi resti di
                una imponente domus romana d’epoca imperiale, dove ancora oggi
                si continua a scavare, o presso il vicino menhir che rimanda al mito
                dell’eroe Diomede, oppure recarsi nella zona dei Sepolcreti,
                dove le numerose testimonianze della presenza umana organizzata
                si concentrano nei resti dei villaggi preistorici e protostorici
                ben
                documentati da pannelli didattici illustrativi e sussidi multimediali.
          
              La mostra
              Affidata ai curatori Davide Lamacchia e Riccardo Manna, operatori
              dei beni culturali entrambi di Barletta, la rassegna espositiva
              si preannuncia davvero singolare ed originale, innanzitutto per
              il contesto
              ambientale open space al di fuori dagli abituali schemi, e poi
              perché la
              stessa caratteristica stazioncina di Canne della Battaglia si metterà da
              protagonista in… mostra, raccontandosi agli alunni delle scolaresche
              ed ai turisti come piccolo monumento della rete ferroviaria nazionale. È infatti
              l’unica stazioncina esistente in tutta Italia dove si scende
              direttamente in un sito archeologico d’importanza mondiale,
              e si potrebbe dire che qui la Grande Storia si conceda una fermata
              straordinaria ormai pienamente proiettata sui binari del turismo
              culturale e scolastico.
              Notevole sarà il corredo del materiale documentario proveniente
              dalla sezione di Barletta dell’Archivio di Stato ed in parte
              dalla civica biblioteca Loffredo, mentre saranno esposte anche strumenti
              del lavoro ferroviario, divise d’epoca ed oggetti d’uso
              quotidiano nelle ferrovie italiane, con degustazione di prodotti
              tipici e quant’altro.
              La mostra realizza l’idea progettuale suggerita dal Comitato
              Italiano Pro Canne della Battaglia, con proposte sempre innovative
              e capaci di mettere a frutto ogni risorsa di quest’area in
              un’ottica di sistema integrato territoriale. Infatti, oltre
              al patrocinio ufficiale della Regione Puglia (Presidenza di Giunta
              e Consiglio), essa è stata sostenuta da una fitta serie di
              soggetti pubblici ed associativi in rete.
              Per l’aspetto comunicazione e immagine da tutti e quattro i
              Comuni che si affacciano su questa storica linea ferroviaria (Barletta,
              Canosa, Minervino Murge, Spinazzola, questi due ultimi con le rispettive
              Pro Loco), uniti per la prima volta nella stessa squadra con la possibilità di
              rendere itinerante la mostra nei prossimi mesi proprio da un comune
              all’altro, per avvicinare il grande pubblico a questo sconosciuto
              capitolo della storia sociale della Valle d’Ofanto. Ed ancora,
              l’associazione Dopolavoro ferroviario di Barletta, la Cooperativa
              di servizi per archeologia e turismo Dromos.it di Canosa, e la Società Novamusa
              Puglia titolare del bookshop all’Antiquarium di Canne della
              Battaglia.
          Davide Lamacchia e Riccardo Manna (giugno 2004)