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L’attuale condizione del sito archeologico cannense
pessimistiche prospettive di rilancio turistico

L’attuale condizione del sito archeologico di Canne vive, ormai da numerosi anni, una condizione ambigua, sospesa com’è tra la valorizzazione della facies archeologica medievale (con apprezzabili apporti di emergenze preistoriche) e la pressocché totale dimenticanza del ricordo di una delle più famose battaglie dell’antichità che dal luogo prende il nome.
Questa ambiguità è la conseguenza di un convincimento della Soprintendenza alle Antichità di Taranto, secondo la quale è musealmente spendibile soltanto ciò che è certificabile dal ritrovamento di reperti, nessuna importanza assegnando invece alla pur dettagliata descrizione dei grandi storici come Tito Livio e Strabone che pure hanno illustrato nei loro celebrati libri e con dovizie di particolari, la Battaglia di Canne che ebbe luogo sulle sponde dell’Ofanto nell’infausta giornata del 2 agosto 216 a. C.
Il problema preliminare che si pone una amministrazione che volesse valorizzare quest’area, è quella della individuazione tipologica valorizzabile, se quella medievale in chiave scientifica quale emerge dai numerosi ritrovamenti archeologici; oppure anche - e vorrei anzi dire “soprattutto” - quella antico-romana, in chiave di ritorno turistico, risalente al III secolo a. C. e cioè agli anni della Seconda Guerra Punica segnata dalla presenza, sul nostro territorio, del famoso condottiero cartaginese.
Se l’ottica prevalente, secondo l’impostazione dettata dalla Soprintendenza Archeologica di Taranto a datare dalla riapertura dell’Antiquarium (aprile 1999), dovesse persistere in quella esclusivamente medievale, con modestissimi, trascurabili ritorni turistici, purtroppo assecondata dalle nostre Amministrazioni Comunali che si sono avvicendate in questi anni, è fin troppo scontata la previsione che il sito turisticamente non decollerebbe mai, limitandosi a rappresentare uno degli innumerevoli anonimi siti medievali di cui è saturo il territorio nazionale. E neppure tra i più apprezzati, com’è dimostrato dalla deliberata omissione da parte dei compilatori della Guida del Touring Club Italiano di qualche anno fa che non la repertò neppure tra i 500 siti archeologici più noti d’Italia, (del resto la stessa Soprintendenza, ad appena un anno dalla riapertura dell’Antiquarium, nel 2001, quando realizzò un pieghevole illustrato dei principali siti archeologici pugliesi, ne omise del tutto la citazione!).
Se invece l’ottica fosse quella di una grande valorizzazione del sito cannense, con prospettive di rilevanti ritorni turistici, come quello del sito archeologico di Waterloo in Belgio, allora non si potrebbe prescindere in nessun caso dalla radicata annibalicità del sito.
A Waterloo esiste una analoga situazione topologica rispetto a quella cannense: una estesa pianura dove le cronache hanno localizzato e delimitato il luogo della battaglia e un edificio, corrispondente al nostro Antiquarium, dove quegli intraprendenti organizzatori, anziché esporre solo reperti medievali, hanno ricreato le condizioni della rilettura scenografica della battaglia, cioè facendola rivivere a beneficio degli appassionati visitatori, attraverso la proiezione di spezzoni di film riproducenti il famoso scontro e le note della terza sinfonia di Beethoven in sottofondo. Costo dell’ingresso al parco di Waterloo, 20 euro e grande concorso di visitatori; da noi invece, a Canne, 2 euro e modesta affluenza turistica, accompagnata spesso da amari commenti sul registro dei turisti, delusi dalla assoluta mancanza di riferimenti alla presenza annibalica in Puglia e segnatamente a Canne. Uno degli ultimi a dolersene col presidente del Comitato di Canne, qualche tempo fa, è stato il senatore Giovanni Procacci:
Dopo la visita al sito di Canne ho capito poco della Battaglia che il Museo ignora del tutto, mentre i visitatori vengono qui - come me - soprattutto perché attratti dalla memoria del terribile evento bellico e, come avviene in altri siti del genere in Europa, si dovrebbe offrire loro strumenti più consistenti e approfonditi di conoscenza
e comprensione dei fatti. Mi duole che questo non accada. Certo a Canne non ci metterò più piede né aspettatevi che ne promuova visite turistiche. In ogni caso mi riservo di farne oggetto di una interpellanza parlamentare.
La cosa tristissima è che mentre l’Amministrazione Comunale - attraverso la sua dirigente - ignora deliberatamente il problema verso il quale ostenta anzi la più assoluta indifferenza, peggio ancora fa la Regione Puglia con i suoi interventi, a cominciare da quello di qualche anno fa che destinò quasi due miliardi di vecchie lire per la realizzazione di un manufatto in cemento armato (per giunta proteso sulla strada) del quale pare oggi nessuno voglia assumersi la paternità (con quale destinazione, è ancora un mistero). Mentre con quella cifra, anzi, con molto meno, avremmo già realizzato un progetto di rilancio turistico del sito in chiave di rivalutazione annibalica.

Renato Russo (Agosto 2010)

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