| Dall’Alpi nevose sull’appulo pianoLa dove nell’Adria si specchia il Gargano,
 Un nembo di strani guerrieri piombò.
  Di genti nemiche già il suolo è gremito,E l’oste superba sul placido lito
 Un’orma d’oltraggio, di sangue stampò.
  Il triste lamento del popolo inultoRitorna confuso dal barbaro insulto,
 Che il fato de’ vinti nomato ha viltà.
  Discordi non vili ci rese fortuna,Che a tante sciagure pel campo ci aduna
 Nel campo che duce, che meta, non ha.
  Ma caldo di speme riarde nel pettoAll’opre de’ forti di patria l’affetto
 E un lampo balena d’antica Virtù.
  Un lampo di gloria che ai nostri sorrideIn nobile agone per bella disfi da,
 Cui l’italo ardire mai tardo non fu.
  Son tredici i prodi, di tredici a fronteHan l’animo invitto, le destre hanno pronte,
 Anelan l’oltraggio col sangue lavar.
  O figli d’Italia, la lancia correte,Le spade brandite, pugnate, vincete:
 All’onta mentace risponda l’acciar.
  Del sacro delubro gli altari abbracciatePel Dio che protegge gli oppressi, giurate
 Di vincer da forti, da forti morir,
 | Ché tardano ancora que’ franchi guerrieri?Il campo divorano gli arditi corsieri:
 Già squillan le trombe, comincia il ferir.
  Magnanimo Ettorre che guidi a vittoriaLa schiera più eletta, più vaga di gloria
 Del forte tuo braccio qual altro è l’egual?
  Per te delle giovani sol palpita il core,In te dell’Italia s’affida l’onore.
 E un serto ti appresta di lauro immortal.
  Il divo furore degli animi invadeSpezzato ha le lance, spezzato le spade
 Di sangue e sudori l’arena bagnò.
  Seguite il cimento dell’ardua tenzoneIn sin che il nemico non torni prigione
 E compri il riscatto che baldo sdegnò (1).
  Ma muoia imprecato, qual muore codardo,Che il vanto difese d’estraneo stendardo
 Nè pianto il consoli, nè voce d’amor (2).
  Vinceste! s’innalza già il plauso fremente,Al vostro reddire s’allegra ogni gente,
 Ma un tristo pensiero s’abbuia nel cor.
  Che vale il tripudio d’un lauro sudato,Il sangue che giova dai prodi versato
 Se stato migliore non lice sperar?
  Per serve contrade divise le schiere (3),Più duce non hanno, non hanno bandiere,
 Son vani i trionfi d’un vano pugnar.
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