La Disfida: va bene l’attuale rievocazione,
ma senza dimenticare il passato
I segnali, forti ed inequivocabili (tra gli altri il 13 febbraio
non più ricordato per la Disfida), conducono ad una tristissima
considerazione e cioè che ci sia in giro una velenosa nube che,
formatasi in ambienti non tanto distanti da noi, sta cercando di far
cadere nel più sconsolante e sconcertante oblio (senza che alcuno
degli amministratori voglia muovere un passo) due perle che per
anni hanno contraddistinto il volto storico della nostra Città. Sto
parlando, ovviamente, di Canne e della Disfida di Barletta.
Sarà un caso ma, da un po’ di anni a questa parte (cinque più o meno) ogni qual volta si parla di rievocazione della Disfida, si
scatena una serie di polemiche, accuse, contro accuse e così via
sino all’infinito.
L’ultima querelle è di questi giorni con la protesta-denunzia degli
Attivisti del Movimento 5 Stelle (con risposta immediata della
cooperativa che gestisce gli eventi) i quali hanno significativamente
stigmatizzato gli inspiegabili ritardi nella programmazione delle
manifestazioni per l’annuale rievocazione dell’avvenimento del
1503. I pentastellati hanno posto l’accento sul fatto che “La Disfida
di Barletta è un evento storico, culturale e folkloristico con enormi
potenzialità che, se adeguatamente sfruttate, non avrebbe nulla da
invidiare alle più blasonate celebrazioni italiche”.
Il “focus” generatosi spontaneamente subito dopo l’annuncio
(tardivo) dell’iter per la rievocazione della Disfida, mi ha fornito l’occasione
e ringrazio per questo, di puntualizzare su un argomento che
mi sta a cuore particolarmente in quanto riguarda la Società civile ed
una classe politica, di anni fa, che si spese, senza riserve, per portare
all’attenzione nazionale l’evento magnificato da Massimo d’Azeglio.
Chi leggerà questo pezzo, non deve pensare di trovarsi di fronte
al classico esempio di “Cicero pro domo sua” bensì, come credo sia
giusto, dovrà riflettere sulla differenza, tra una classe politica più datata e quella odierna.
È d’obbligo partire dal Cav. Damiano Daddato, per tanti anni
gestore del famosissimo “Bar Madonnella” e promotore di iniziative
riguardanti la Storia della nostra Città, in quanto lo si indica
come colui che si adoperò per far rievocare per la prima volta il
celebre Certame tra gli italiani e i francesi del 1503. Giustissimo
però, oltre a citare marginalmente il famoso Don Peppuccio Damato,
storico tra l’altro di cose militari relative a Barletta (e che in
genere viene ricordato sempre in coppia con Daddato relativamente
al certame), ci si dimentica di citare (pecca volontaria o ignoranza
di quasi tutti gli “storici” della prima e seconda ora), fra i fautori e
poi autori, Vittorio Grimaldi.
E sì signori, perché nel febbraio del 1965, allorquando mons. Damato
e Daddato dettero vita al “Comitato religioso Madonna della
Disfida” che si occupò di “inventarsi” la riproposizione del certame
cavalleresco svoltosi 450 anni prima, la “parte” amministrativa era
rappresentata dall’assessore comunale allo sport, spettacolo e turismo,
rag. Vittorio Grimaldi il quale, sostenitore della importanza storica
rivestita dalla Città di Barletta nei secoli ed oltretutto Presidente
della Pro Loco, propose alla giunta targata Carlo Ettore Borgia Sindaco, di finanziare in maniera
decisiva l’iniziativa
proposta dal duo Damato-
Daddato.
Naturalmente questo
ripasso storico, non vuole
essere un assegnare meriti
a qualcuno, bensì far comprendere
come in tante occasioni
gli amministratori
comunali, così spesso denigrati,
assumono decisioni
e appoggiano iniziative
che, nel tempo, diventano
dei veri e propri capisaldi
per la storia di una Città.
Ovviamente quanto specificato è utile a comprendere come i
tasselli di un mosaico siano tutti indispensabili per rendere importante
l’intera opera.
E a “rinforzo” di tale tesi, non bisogna, anzi, si deve ricordare
chi, in ordine di tempo ed in assoluto il primo amministratore, ha
avuto la felicissima idea di riproporre in grande stile lo scontro tra
i tredici italiani e i pari numero francesi. Mi riferisco al 400° anniversario
del fatto d’arme e alle iniziative intraprese (ben cinque
anni prima e non uno scarso mese!) dai sindaci di Barletta Mario
Scelza nel 1898 e l’ingegner Milano nel 1903, con l’ausilio del più importante storico barlettano, Savino Loffredo.
Nel 1898 il Sindaco Scelza inviava ai “Figli più illustri di Barletta” l’invito a far parte del Comitato per commemorare il IV Centenario
della Disfida di Barletta “…contribuendo così, con la saggezza
dei suoi consigli e con il prestigio e l’autorità del suo nome, a rendere
più solenne la patriottica cerimonia”. Formato il Comitato, toccò, per
avvicendamento alla conduzione della Città, all’ing. Milano attuare
una serie di iniziative culturali e non di quell’incredibile 400° anniversario.
Non basterebbero pagine e pagine per raccontarle tutte ma,
tra le più significative, la composizione di una fantasia musicale intitolata “La Disfida di Barletta” ad opera del Maestro Nunzio LiCansi
o il famosissimo numero unico di un giornale edito appositamente
per il 400° anniversario, il cui originale si trova proprio tra i documenti
conservati dalla Sezione di Archivio di Barletta.
Ovviamente e con pieno merito, va ricordato ciò che realizzò nel 2003, il sindaco Ciccio Salerno, il quale, supportato dai nuovi
mezzi di comunicazione, mise su un evento di portata internazionale
per il 500° anniversario, che fece risaltare il nome di Barletta
e le gesta dei 13 Cavalieri italiani, nello sconfinato mondo del web.
La considerazione che scaturisce dagli avvenimenti vecchi e
soprattutto nuovi, riguardanti la Disfida, lascia alquanto perplessi
perché la china intrapresa è alquanto oscura e popolata da figure che
non lasciano alcunché di buono da sperare. A questi sì che calzerebbe
a pennello il “Cicero pro domo sua”!
Michele Grimaldi
(settembre 2017)
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