Barletta e Traversetolo
  UNITE DALLA DISFIDA
            Tra le buone pratiche amministrative rientra  l’opportunità di allacciare rapporti con le municipalità di altre città e  paesi, siano essi affini o dissomiglianti per usanze, formazione intellettuale.  Si tratta di percorsi che s’intraprendono con finalità legate alla promozione  del territorio, offrendo benevoli ricadute sul turismo, l’economia e in  qualsiasi ambito si alimentino circuiti virtuosi.
            Non di rado, in queste iniziative è sottinteso anche  l’entusiasmo, reciproco, di individuare quel comune denominatore che lega due  località o, nondimeno, il valore divulgativo che assume la conoscenza di  tendenze e tradizioni della nostra penisola a volte così uguali (“Tutto il  mondo è paese” siamo soliti affermare) o, viceversa, diametralmente opposte. Di  fatto, nel solco del costruttivo interscambio, il vice Sindaco e assessore alle  Politiche di Sviluppo Economico del Comune di Barletta, Franco Caputo,  ha accolto l’invito del primo cittadino di Traversetolo, Alberto Pazzoni, ad un  incontro Istituzionale finalizzato alla conoscenza del territorio della  Provincia di Parma e dei centri che ne arricchiscono la geografia.
            A titolo informativo, giova sapere che Traversetolo  (dista una ventina di chilometri dal capoluogo di provincia: Parma, appunto) si  colloca a circa 170 metri sul livello del mare in un territorio pianeggiante e  collinare.
  “È considerato - si può leggere sul sito web del  Comune - come il paese che ospita il più grande mercato dell’Emilia Romagna. Una tradizione che nasce due secoli fa, e che ogni domenica accoglie circa  8.000 visitatori da tutta la Regione. Il picco massimo è raggiunto in occasione  delle tre fiere annuali che raccolgono dalle   10.000 alle 15.000 persone: la fiera di Settembre, sagra del paese, è la  punta di diamante per il commercio fisso e ambulante, quella di Novembre  festeggia il patrono del paese, mentre è stata aggiunta da qualche anno la  fiera primaverile di Maggio”.
            Proprio la sagra novembrina ha costituito il pretesto  per accreditare la possibilità di avviare e sviluppare un percorso parallelo  sulla direttrice Barletta/Traversetolo che, all’insegna della reciproca  collaborazione, possa progettare un futuro connubio fra i due Comuni. Sulla  carta, l’innegabile nodo di raccordo è rappresentato dalle eccellenze che  arricchiscono la cucina delle due zone: se pasta, olio, latticini, vino e  conserve sono solo alcuni dei nostri punti di forza, da Traversetolo e dintorni  replicano eloquentemente con il Parmigiano Reggiano e le impareggiabili quanto  appetitose varietà di insaccati suini: prosciutto marchiato “Parma”, salami e  cotechini. Non meno pregiate le produzioni vinicole (anche DOC), l’esaltazione  nei primi piatti arricchiti dalla presenza del pomodoro e della cipolla  (coltivati e trasformati in loco), oppure le specialità di pasta con ripieni  assortiti. Non ultima la produzione di dolci, ma l’elenco appena riportato è  approssimativo e difetta di altri gustosi particolari.
            Anche sul versante storico non manca l’anello di  congiunzione: lo si individua compiendo, a ritroso, un salto temporale di oltre  cinquecento anni. Il nome distintivo è quello di Riczio da Parma (o, per la  precisione, da Soragna), noto anche come “Riccio” ma all’anagrafe Domenico de  Marenghi. Di lui i barlettani sanno che fece parte, insieme ai valorosi  capitanati da Ettore Fieramosca, dei tredici cavalieri che surclassarono i  francesi nella celebre “Disfida”. I fatti dell’epoca sono di dominio pubblico:  l’arrogante accusa dei transalpini agli italiani in un’osteria (l’attuale  Cantina della Sfida), la ferma volontà di riscatto di questi ultimi che si  concretizza nell’epico combattimento che opporrà ugual numero di cavalieri da  ambo le parti. Quindi l’epilogo, con la perentoria affermazione italiana.  L’episodio, collocato nel contesto delle dominazioni franco - spagnole, è stato  (forse ottimisticamente) identificato e tramandato, ai tempi odierni come un  primo barlume di aggregante spirito nazionale nel bel mezzo dell’oppressione  straniera di quel periodo.
            Nella terra natia, invece, “Riccio” è ricordato anche  per la valorosa difesa di Parma nel 1521, che gli valse un vitalizio. Morì di  peste due anni dopo e la città decretò il lutto cittadino, particolare che  conferma la pubblica considerazione di cui godeva. L’Italia, oggi, vanta una  coesione nazionale invidiabile, tuttavia è improbabile che la Disfida abbia  potuto, sia pure in termini infinitesimali, impercettibili, avviare un processo  aggregante. Quel che appare sicuro, lungo il percorso che, amichevolmente,  Traversetolo e Barletta auspicano di compiere insieme, è la volontà di  interpretare questo dettaglio come un “segno” che sancisca la reciproca  collaborazione.
            Orientamento rafforzato dalla notizia di studi, in  corso, per verificare le origini parmensi (più esattamente di Guardasone,  frazione di Traversetolo) di un altro protagonista del fatto d’arme rivangato:  si tratta di Bartolomeo Fanfulla, sino a ieri di indiscusse origini lodigiane ma  adesso in procinto di essere “dirottato” nella zona poc’anzi riportata. Non v’è  ancora ufficialità di questa variazione, ma a conti fatti costituisce una  ragione in più affinché Barletta e Traversetolo possano interagire e  confrontarsi compiendo in sintonia ricerche meticolose.
            Il vice Sindaco e Assessore alle Politiche di  Sviluppo Economico del Comune di Barletta, Franco Caputo, la pensa così.  “Considero di grande utilità avviare questo rapporto di collaborazione con  Traversetolo. Affinità e diversità costituiscono comunque un elemento  aggiuntivo per mettere a punto un’intesa. L’Amministrazione comunale di  Barletta sta lavorando molto sul piano delle relazioni per generare prospettive  e obiettivi concreti in ambito turistico e commerciale. Abbiamo, come città, un  potenziale d’immagine che può arricchirsi attraverso le tradizioni, la storia,  la cultura. Un patrimonio di grande valore che è compito delle istituzioni  diffondere adeguatamente. Non meno importante è il tessuto produttivo locale  che, particolarmente nel comparto agroalimentare, sempre più competitivo ed  estroso, implica l’adozione delle giuste politiche per essere posto  maggiormente in evidenza. Le nostre esperienze in tal senso hanno registrato  successi lusinghieri.
  Siamo reduci, ad esempio, dall’iniziativa Novello al  Castello: nata grazie ad un’intelligente rete di sinergie istituzionali, ha  dedicato una serata alle qualità del vino nuovo. Indicativa della buona  riuscita dell’evento la massiccia affluenza di giovani, che hanno voluto  apprendere segreti e accorgimenti sulla degustazione, le tecniche di  vinificazione e le caratteristiche del prodotto. Il tutto arricchito da un  programma di iniziative collaterali anch’esse foriere di buona critica.  Analogamente, da alcuni mesi abbiamo avviato attività di collaborazione con la  città di Ulcjni, in Montenegro, prefiggendoci di arricchirla di contenuti, tra  l’altro, di derivazione culturale, turistica, commerciale e sportiva e degli  investimenti possibili in questi settori, non senza coinvolgere ad ampio  respiro enti, associazioni, organizzazioni imprenditoriali. Il quadrangolare  internazionale di Beach Soccer è stata una prima espressione di questo progetto  da inserire e far progredire in un quadro più ampio di sinergie  extraterritoriali, sulle quali puntiamo molto.
  Legittimo, infine, annoverare in questa elencazione  l’VIII rassegna ‘Ad Meridiem Federico, i Cavalieri, i legaMenti inCrociati’  Saperi, Sapori, Sperimentazioni a SudItalia, che nel Castello di Barletta ha  accolto la rassegna dedicata ai gusti ed ai sapori delle terre italiane,  coinvolgendo anche addetti ai lavori provenienti da oltreoceano.
  Anche se non strettamente collegabile al gemellaggio  puro, è una manifestazione che privilegia lo spirito di scambievole  apprendimento di usi e abitudini (anche nella gastronomia, ovvio) tutelando  comunque le rispettive identità sociali. Insomma, lavoriamo per far sorgere un  nuovo giorno nelle dinamiche comunali della cooperazione, nazionale e  internazionale”. 
           (dicembre 2007)