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L’EDITRICE ROTAS AL SALONE
INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO
L’orgoglio di testimoniare nei libri la città e di raccontare a migliaia di visitatori la nostra storia, i nostri monumenti, le nostre chiese, i grandi eventi e i personaggi famosi che l’hanno storicizzata nel corso dei secoli. Siamo gli unici, tra gli editori pugliesi, a promuovere la battaglia di Canne e la Disfida.

Salone Internazionale del Libro di Torino, un rito della letteratura mondiale che si rinnova e si aggiorna annualmente, la seconda, per importanza, in Europa, dopo quella di Francoforte.
Anche quest’anno ci eravamo, appena un lembo editoriale di pochi metri quadri nella sala di rappresentanza della Puglia, che l’ente Regione ha destinato agli eventi e alle presentazioni culturali fieristiche.
Con noi, nel Padiglione Puglia, che istituzionalmente rappresenta l’industria libraria regionale, altri espositori dell’APE, l’Associazione Pugliese Editori, 200 metri quadrati per raccogliere la produzione editoriale più recente o significativa, con una particolare attenzione alla produzione di saggi su Aldo Moro del quale quest’anno, ricorre il centenario della nascita.
Qui non esistono orari standardizzati, ma dall’apertura alla chiusura, dalle dieci del mattino alle dieci di sera, dodici ore di fila, ininterrottamente, senza pause, né per riposare né per rifocillarsi.
Così, col passare delle ore, perdi anche la percezione del tempo, frastornato da un gran vociare attorno, tra editori, autori, acquirenti, oltre agli addetti ai centro servizi di ristorazione, di riproduzione stampa, di informazione turistica e, col passare delle ore, un po’ intontiti, dal persistente brusio proveniente dalle salette di intrattenimento, dalle promozioni editoriali o dai dibattiti.
Questa fiera internazionale, spettacolare vetrina delle più aggiornate produzioni librarie nazionali, realizza una grande rassegna editoriale rispondendo ad una molteplicità di interessi: innanzitutto culturali, di tipo tradizionale, attraverso l’esposizione dei più noti e affermati autori; ma anche attraverso la (impropria) veicolazione di una miscellanea di carta stampata che poco ha da spartire con la tradizionale produzione letteraria.

Anche quest’anno la nostra Casa Editrice presenta due titoli, al Salone Internazionale di Torino: il primo è la monografia Il caso Vivarini a Barletta, relatore il dott. Giuseppe Riefolo, coautore e promotore della pubblicazione; il secondo è un opera del maestro Francesco Lotoro, Antologia di musica concentrazionaria, nota in tutto il mondo.

Noi al Lingotto
Accanto alle grandi, le piccole case editrici che, come la nostra, fanno capo alla regione di appartenenza esponendo - nei libri che stampano - la storia del proprio territorio, dei propri tesori artistici e monumentali, delle proprie vicende più note e rappresentative.
Siamo venuti a Torino per questo motivo e con questo scopo (non per nulla il nostro slogan è “Storia e storie di Puglia”), con l’orgoglio di testimoniare - nei libri - la nostra città e di raccontare, a migliaia di visitatori venuti da ogni parte d’Italia, la storia, i nostri monumenti, le nostre chiese, i grandi eventi e i personaggi famosi che l’hanno immortalata nel corso dei secoli, come la battaglia di Canne o la celebre Disfida. Nessun’altra casa editrice ci ha stampato su dei titoli. Vi par poco?
Già fuori, sullo smisurato piazzale del Lingotto, a migliaia ordinati su cinque interminabili file, provenienti da ogni parte d’Italia, e fra gli spazi, fra fila e fila, decine di scolaresche. Attorno, un perfetto servizio d’ordine, camionette dei Carabinieri, pantere della Polizia e un gran numero di agenti nelle apposite aree di sorveglianza, una presenza discreta e rassicurante.
All’interno, negli ariosi capannoni che fino alla metà del secolo scorso ospitavano la catena di montaggio della più grande casa automobilistica italiana, uno sterminato numero di editori, piccoli e grandi, alcuni grandissimi. Nelle ampie sale del Lingotto e in quelle minori, centinaia di eventi (non solo editoriali) distribuiti
nell’arco di quattro intensissime giornate.
Si legge poco E tuttavia - che tristezza - si legge poco, sempre meno, le classifiche sono impietose, mentre segnali incoraggianti vengono dal mondo infantile e adolescenziale.
In compenso (si fa per dire) aumentano le piccole case editrici, spesso costituite da soggetti singoli, velleitari e superficiali improvvisatori che rovinano il mercato praticando prezzi ridicoli e prodotti mediocri.
La crisi del libro è palpabile. Chi si avvicina agli stand generalmente osserva, guarda, sfoglia, magari chiede un pieghevole delle pubblicazioni esposte e qualche segnalibro; raramente spinge la sua intraprendenza fino al punto di chiedere il prezzo di un testo, stordito com’è dalla visione di milioni di libri, distribuiti su vasti spazi come quelli occupati dalla Feltrinelli, per esempio, o dalla Mondadori, oppure dalla De Agostini e dalla Rizzoli. Non sfigurano però neppure l’Adelphi, Bompiani, Enaudi, Garzanti, Laterza, New Compton e la Sellerio.
E in questo oceano di carta stampata, ci siamo anche noi, gli editori di Puglia, gli iscritti all’APE, una folta qualificata rappresentanza, una pattuglia ben assortita.
Poi ci sono quelli “che se la credono” e anche se operano in Puglia, tuttavia non si degnano di condividere il comune spazio territoriale.
Non facciamo nomi per non suscitarne sdegnate reazioni, anche se non sarà difficile risalirne alle topografiche ascendenze salentine (qualcuna invero anche barese!).
In tanti, forse attratti dal nostro motto “Storia e storie di Puglia” passano dal nostro stand; alcuni si fermano a sfogliare i nostri libri, sono pugliesi che ci riconoscono dai nostri titoli, dalle nostre cartoline esposte e soprattutto dalla esposizione delle nostre copertine. In questa grande vetrina, noi esportiamo la città, le sue piazze, le sue chiese, i suoi palazzi, i suoi eventi più rappresentativi, i suoi personaggi più noti. Dalla cordialità che alcuni visitatori manifestano incrociando il nostro sguardo, ci accorgiamo che sono barlettani come noi.
Non sono tanti, ma ce ne sono. Barlettani trapiantati al nord, vecchi compaesani che hanno lasciato la città venti, trent’anni fa, e questa è un’occasione per ritornarci, per ricordare personaggi di un tempo remoto, alcuni scomparsi.
Cordiale scambio di sorrisi, di ricordi, ma anche di bigliettini di indirizzi e di numeri telefonici per ritrovarsi. È rituale, e in quei momenti si è anche sinceri, ma poi il tran tran di una banalizzata quotidianità - al rientro - attenuerà i ricordi fino a farli scomparire nella nebbia della fretta e della dimenticanza.
Così restano solo gli appunti scarabocchiati su foglietti stropicciati per la fiera successiva, per il prossimo appuntamento, sperando che nel frattempo l’indifferenza della tua città non ti scoraggi fino alla desistenza…
E intanto noi, lì, nel nostro piccolo scompartimento editoriale, dove numerosi visitatori manifestano il nostro beneaugurante saluto verso i venuti da ogni dove, ai quali cerchiamo di testimoniare, con la nostra presenza, l’orgoglio di essere barlettani e di rappresentare - attraverso i nostri libri - la nostra terra in una metropoli così lontana, per raccontare la nostra storia, la battaglia di Canne e la Disfida di Barletta, Eraclio e Federico II e il magnifico Castello, le nostre cento chiese e i nostri monumenti, il Palazzo della Marra e il suo illustre ospite Peppino De Nittis.

Renato Russo
(maggio 2016)

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