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ALFREDO BACCARINI: IL POLITICO-TECNICO
Nel 1880 come Ministro dei lavori pubblici è a Barletta per inaugurare i lavori di risistemazione del porto e il monumento a Massimo D’Azeglio

La via che porta da via Imbriani a piazza Moro un tempo era intitolata strada vecchia Cappuccini, dopo il 1910 venne intestata ad Alfredo Baccarini ingegnere, “prestato” alla politica. Quest’ultimo, nato a Russi a pochi chilometri da Ravenna il 6 agosto 1826 da una famiglia di modesti commercianti originari di Brisichella, si trovò a vivere da protagonista le giornate della prima guerra d’indipendenza. Terminati gli studi nel seminario di Faenza, si iscrisse ai corsi di matematica e fisica dell’Università di Bologna. Si arruolò con i volontari romagnoli e partì da Bologna nel marzo del 1848, per il Veneto, e qui fu promosso sergente per meriti di guerra. Passò nel genio come ufficiale nella primavera del 1949 e in questa veste collaborò ai lavori di fortificazione delle mura e alla difesa di Porta Galliera, per poi riparare a Russi, nel paese natale, una volta caduta la città.
Laureatosi nel 1854, ebbe dall’amministrazione di Ravenna la nomina a ingegnere del Comune, incarico che mantenne fino al 1860. In seguito per ben dieci anni, diresse i lavori per l’assestamento del porto-canale Corsini, sui quali pubblicò due interessanti monografie. Scrisse anche altri apprezzati testi scientifici. A tale incarico unì quello di commissario per la ferrovia Castelbolognese-Ravenna, inaugurata nel 1863. Ed è proprio a partire da questa data che ebbe inizio la sua fortunata carriera politica: eletto consigliere comunale di Russi e poi di Ravenna, fu assessore ai lavori pubblici e consigliere provinciale fino al 1876.
Rilevante fu il suo apporto professionale nella grandiosa opera, promossa da Giuseppe Garibaldi, per liberare Roma dalle piene del Tevere e dalle frequenti inondazioni nel 1875. Eletto deputato l’anno dopo, divenne ben presto una delle figure più autorevoli nel campo dei lavori pubblici. È per questo che, salvo una breve interruzione, divenne ministro dei lavori pubblici dal 1878 al 1883. Presentò diversi disegni di legge riguardanti le ferrovie e, nel 1882, la legge, che portava il suo nome, con la quale si affidava allo Stato la tutela e il controllo sulle opere di bonifica. Attento e sensibile ai problemi sociali, tentò in ogni modo di favorire il decollare delle cooperative facilitandone la loro possibilità di concorrere ai pubblici appalti. Si occupò di migliorare le condizioni dei dipendenti statali e dell’assistenza pubblica, battendosi per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro, per la concessione di pensioni di vecchiaia, per lo sviluppo del risparmio postale, per la garanzia del minimo salariale nei lavori eseguiti per lo Stato.
Nel 1883 si dimise per dissenso nei confronti del “trasformismo” di Depretis e costituì, con Cairoli, Crispi, Zanardelli e Nicotera, la cosiddetta “pentarchia”. Nel 1887 guidò l’opposizione alla gestione privata delle ferrovie. Rimasto, ormai, fra i pochi liberal-democratici autentici, negli ultimi anni si allontanò da Crispi e fu tra gli artefici della vittoria ottenuta dai liberali nelle elezioni municipali di Roma nel 1889.
Nella sua veste di Ministro dei Lavori Pubblici, Baccarini fu a Barletta, ospite del Sindaco Francesco Paolo De Leon, il 17 ottobre 1880 ed all’inaugurazione dei lavori per il nuovo porto, conclusi poi nove anni dopo. In tale occasione, così si pronunciò: “L’esempio di operosità della Città di Barletta è degno di essere imitato da tanti altri paesi”. Presiedette anche all’inaugurazione del monumento a Massimo D’Azeglio opera del concittadino Giuseppe Manuti, alla base del quale vi è una iscrizione dettata da Giuseppe Massari, letterato dell’epoca che recita:

A
Massimo D’Azeglio
soldato, artista, scrittore
uomo di Stato
patriota operoso
ferito a Vicenza pugnando per l’Italia
consigliere di re Vittorio Emanuele
precursore di Camillo Cavour
pose
questo monumento
il Municipio barlettano
per omaggio di riconoscenza nazionale
per debito di speciale gratitudine
a lui
che evocando e narrando
ricordi gloriosi d’italiche gesta
crebbe al nome di Barletta
lustro e decoro

Baccarini muore a Russi, la piccola cittadina romagnola che l’aveva visto nascere, il 3 ottobre 1890.

Marina Ruggiero (febbraio 2005)

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