Don Potito Cavaliere,
                apostolo della Carità
                Barlettano, ha però vissuto l’intera sua vita sacerdotale
            a Margherita di Savoia dove, dal 1930 al 1956, fu parroco della chiesa
            dell’Addolorata
          
  "Chi dà al povero, presta a Dio” è una semplice
            scritta su foglio di carta appeso ad un muro nel refettorio della
            Pia casa San Giuseppe dove don Potito accoglieva i vecchi più poveri
            della zona. Un gran tavolo imbandito per un pranzo, alcuni vecchietti
            interessati al cibo che era già pronto, alle loro spalle Don
            Potito in piedi.
È 
            una delle rare foto che sono riuscito a trovare e che mi ha tanto
            impressionato. Un prete che per molti anni ha speso la sua esistenza
            sacerdotale qui a Margherita di Savoia, credendo nel Signore e investendo
            nella carità. In questi mesi parlando ai “giovani di
            allora” della nostra Parrocchia in varie maniere era ripetuta
            all’unanimità la stessa considerazione: “Don Potito
            ha fatto tanto bene, e a tutti e… costringeva chi era benestante
            a fare la carità…”.
            La nostra Città accoglie un gran sacerdote, un gran benefattore,
            un uomo dalle scarpe rotte e piene di polvere, dalle mani sporche
            di terra e dalla fronte piena di sudore e la nostra Parrocchia s’impegna
            a custodire gelosamente le sue spoglie.
            Per me primo Parroco Giuseppino Margheritano è una gran soddisfazione,
            un’emozione, una gioia indicibile aver avuto la fortuna di
            poter accogliere le spoglie mortali del primo Parroco dell’Addolorata.
            Stava aspettando proprio me!
            Don Potito l’ho conosciuto.
            Ogni giorno passava vicino alla mia abitazione in Via Curtatone e
            Montanara quando dalla Pia Casa si recava in Parrocchia. Era anziano
            e non era più Parroco. Siamo ai tempi di Padre Giuseppe Sala.
            Mi ricordo solo una scena, allora avevo sette anni, quando con altri
            miei amici di gioco lo vedevamo passare alto, smagrito, silenzioso,
            con una veste talare nera avvolta da un lungo cappotto, assorto in
            Dio. Subito, appena lo vedevamo sbucare in fondo alla strada gli
            correvamo incontro per baciargli l’anello da Monsignore e da
            Canonico della Cattedrale di Barletta. E lui compiaciuto ci accarezzava
            e ci benediceva. Ricordo solo questo.
            Già da due anni facevo il chierichetto con Padre Francesco
            Marletto.
            Quanti bei ricordi!!!
            In quel periodo nacque la mia vocazione al sacerdozio… forse
            i baci che davo a quell’anello mi avevano contagiato… Lo
            sa solo Dio.
            Ma in questi mesi mi sono mobilitato per sapere qualche notizia in
            più su di lui.
            Tutto ha preso l’avvio da quando ho saputo che S. Ecc. il nostro
            Arcivescovo Mons. Giovan Battista Pichierri in occasione della Sua
            visita Pastorale del 2002 aveva espresso a voce il suo parere favorevole
            per un’eventuale traslazione di Don Potito a Margherita. Subito
            ho fatto richiesta ufficiale al Vescovo. Con in allegato le firme
            dei nipoti, capeggiati da Maria e da Biagio Cavaliere e una richiesta
            da parte della Congrega dell’Addolorata che quest’anno
            festeggia il 150° della nascita. Subito, inaspettata, ma graditissima,
            la risposta positiva del nostro Arcivescovo.
            La notizia si è diffusa per tutta la Città.
            Grande gioia, meraviglia di tutti, commozione degli anziani, curiosità delle
            nuove generazioni. In questi mesi stanno venendo alla luce tante
            notizie, racconti, aneddoti, ricordi, fotografie, attestati, testimonianze
            che per circa quarant’anni erano rimasti nei cuori dei margheritani,
            i quali ricordavano il loro sacerdote benefattore con un velo di
            tristezza… pensando che le sue spoglie mortali erano state
            portate a Barletta e che ormai non si poteva fare più niente…
            Si affermava che i parenti non volevano darcelo, invece tutti all’unanimità hanno
            espresso parere molto favorevole. Deo gratias.
            Ma chi è Don Potito? Così lo chiamiamo a Margherita,
            non riusciamo a dargli il titolo di Dottore e Monsignore perché ci è troppo
            familiare.
            Nel passato qualcosa si è scritto, poco, troppo poco per un
            uomo così grande ed importante per la popolazione salinara.
            Il tempo e la storia lo ricollocherà al suo posto d’onore.
            Per favore non gettiamolo nel dimenticatoio… appartiene ad
            un grande patrimonio storico, culturale, caritativo e spirituale
            di vecchio stampo e viene da una scuola di santità barlettana
            di grosso spessore!
            Di alcuni suoi Confratelli e Religiose concittadini sono in corso
            i processi di canonizzazione, basti nominare Mons. Raffaele Dimiccoli
            (1887-1956), don Ruggero Caputo (1907-1980), Suor Chiara Damato (1909-1948)
            Suor Maria Felice Sfregola (1905-1966). Don Potito torna a Margherita
            accolto con tutti gli onori possibili.
            Resterà tra noi in modo definitivo, accanto alla sua Mamma
            Addolorata che ha tanto venerato ed amato, nella Chiesa che lui con
            tanto zelo e con tanti sacrifici ha costruito per il nuovo rione “zona
            cancello” di Margherita di Savoia. Una zona che in questi anni
            si è velocemente ampliata. La Parrocchia lo custodirà come
            una reliquia preziosa, lo terremo tra noi gelosamente. Sopra la semplice
            lapide che indica il posto della tumulazione è inciso il suo
            nome con una piccola iscrizione: “Apostolo della Carità”.
            Basta solo questo: è tutto.
            Qui si fotografa il bene che ha fatto tra noi a piene mani, con eroica
            generosità, con cuore sacerdotale squisito, scrivendo nella
            storia del nostro paese una pagina di progresso per la nostra popolazione
            che allora viveva di stenti e di precarietà.
            Oggi, la nostra Città, fiorente, accogliente, per chi vi entra
            subito attirato dal bel campanile dalle mattonelle verdi che si slancia
            tra le case basse, quasi a significare che bisogna guardare in alto,
            come un grande dito che indica a tutti il cielo. La grande Chiesa
            dell’Addolorata, la casa di tutti, il polo di attrazione di
            tanti devoti di Maria, la nostra Madre, accoglie il suo figlio del
            cuore, il benemerito Mons. Potito Cavaliere.
            Carissimo don Potito, finalmente tornate a casa vostra; in questi
            anni non ci siamo dimenticati di voi, vi abbiamo voluto e vorremo
            ancora bene, i vostri sacrifici resteranno scritti nel cuore di Dio
            e nella memoria di tutti noi e li tramanderemo di generazione in
            generazione, la presenza dei vostri resti saranno un costante richiamo
            alla riconoscenza per tutto ciò che ci avete lasciato e sarà un
            continuo e crescente stimolo per ringraziare Dio, perché ci
            ha donato un sacerdote così grande!
          Brevi note biografiche di Mons. Potito Cavaliere
              1889 Mons. Potito Cavaliere nacque a Barletta il 4 dicembre 1889
              da Michele e Battaglia Michela, secondogenito di nove figli.
              1924	Trasferito a Margherita di Savoia, all’epoca paesino in
              cui mancava tutto: strade, acqua, fognature, scuole. La Chiesa del
              Purgatorio era piccola e fatiscente.
              1926	Nasce il Terz’Ordine Domenicano e nello stesso anno viene
              fondato il “Sodalizio figlie del Sacro Cuore” (attuale
              Apostolato della Preghiera).
              1927	Dà inizio al primo gruppo dell’Azione Cattolica,
              e un anno dopo ne inaugura la sede in via Nunzio Ricco.
              1928 18-19 novembre indice il Congresso Eucaristico Interdiocesano,
              con la partecipazione di numerosi giovani giunti dalle diocesi
              vicine e con gli interventi di tre Ecc.mi Vescovi: Sua Ecc. Mons.
              Farina,
              vescovo di Foggia; Sua Ecc. Mons. Macchi, vescovo di Andria e Sua
              Ecc. Mons. Giuseppe Maria Leo, Arcivescovo di Trani -Barletta e
              Bisceglie.
              1930	Il 1° dicembre viene nominato Primo Parroco normale della
              Chiesa dell’Addolorata e Canonico Onorario della Cattedrale
              di Barletta. Rimane parroco per 25 anni e già precedentemente
              era stato, per circa 10 anni, cappellano della Chiesa del Purgatorio. 
              1931 Il 6 gennaio prende possesso della nascente Parrocchia, presente
              l’Arcivescovo di Trani, Mons. Giuseppe Maria Leo.
              1932 Colloca la prima pietra della Pia Casa San Giuseppe, luogo
              di accoglienza di anziani abbandonati e di orfanelle (all’epoca
              si contavano nella Pia Casa circa 50 persone). Per quest’opera
              impegna i suoi beni di famiglia.
              1937	Viene edificata la casa Canonica della Parrocchia dell’Addolorata.
              1944 Iniziano i lavori per la costruzione della nuova Chiesa Parrocchiale
              con generosi contributi del Provveditorato alle opere pubbliche
              di Bari; lavori fatti in economia con la manodopera di volontari
              che
              partecipavano con modesti compensi e l’aiuto di agricoltori
              che si improvvisarono, con successo, muratori e imprenditori. Nello
              stesso anno arrivano le suore “Boccone del povero”, fondate
              dal Beato Giacomo Cusmano a Palermo.
              1956 Rinuncia liberamente e spontaneamente, senza alcuna riserva,
              all’incarico di Parroco e si ritira nella Pia Casa San Giuseppe
              in mezzo agli anziani. Affida alla Congregazione degli Oblati di
              San Giuseppe la Parrocchia Maria SS. Addolorata.
              1964	Acquista dalla Sig.na Clemente De Capite un’area di circa
              4000 mq per allargare il cimitero e l’anno dopo iniziano i
              lavori sull’area acquistata.
              1967 Il 31 marzo muore improvvisamente a Margherita di Savoia per
              infarto e viene seppellito in una comune tomba della Congrega.
              1979 Il 5 ottobre per volere dei parenti viene trasferito nel cimitero
              di Barletta nella cappella del Capitolo.
              2006 5 aprile traslazione della salma nella Parrocchia del SS.
              Salvatore a Margherita di Savoia. 
          padre Gennaro Farano (aprile
                2006)
          
            << vai all'indice del canale