120 anni dalla nascita del Servo di Dio 
            mons. Angelo Raffaele Dimiccoli
          Centovent’anni fa, esattamente il 12  ottobre 1887, nasceva nella città di Barletta il Servo di Dio mons. Angelo  Raffaele Dimiccoli. Per questa felice ricorrenza, lo scorso mercoledì 10  ottobre un folto numero di fedeli della Prepositura Curata di San Giacomo  Maggiore e del GAV (Gruppo Assistenza Volontari mons. Dimiccoli che, dietro gli  esempi del nostro santo sacerdote, presta la sua disinteressata e benefica  opera di assistenza presso l’Ospedale civile di Barletta, intestato allo stesso  Servo di Dio), si è recato in pellegrinaggio presso la tomba degli apostoli  Pietro e Paolo, per essere confermato nella fede, e ha partecipato all’Udienza  generale del Santo Padre Benedetto XVI. 
            Il ricordo della nascita di mons. Dimiccoli ci  riporta immediatamente a riflettere sul ruolo determinante che ha la famiglia  all’interno del processo educativo dell’individuo. Infatti, se questo santo  sacerdote ha raggiunto una nota elevata statura di vita umana, cristiana e  sacerdotale, buona parte va attribuita ai valori ricevuti in famiglia. A tal  riguardo così afferma il sacerdote don Giuseppe Di Matteo, figlio spirituale di  mons. Dimiccoli, nella deposizione processuale del 20 maggio 1996: “Ho  conosciuto il padre, Francesco, che ricordo ormai anziano assiduo alla S. Messa  quotidiana in S. Agostino dove ero viceparroco.
  Ho anche conosciuto personalmente il fratello del  Servo di Dio, Agostino, e sono stato coetaneo del nipote Francesco. Da questi  rapporti ho potuto ammirare in questa famiglia quei sani principi religiosi su  cui fondavano la loro esistenza e una grande laboriosità e senso di dovere nel  portare avanti il proprio lavoro nei campi, nonché, quell’onestà di fondo che  animava la loro vita familiare. Di buone condizioni economiche sociali, don  Raffaele poteva ritenersi fortunato a differenza di altri coetanei meno  abbienti, anche se nella sua famiglia non esisteva lo spreco, ma c’era la  misura in ogni cosa non mancando anche l’attenzione verso i bisognosi  attraverso gesti di carità”.
            Oltre all’ambiente familiare,  il saldo punto di riferimento per il piccolo Raffaele fu la parrocchia di San  Giacomo Maggiore, soprattutto l’Oratorio San Filippo Neri fondato e  diretto dal viceparroco don Giuseppe Maria Balestrucci, uomo colto e di grande  pietà. Nel clima gioioso dell’Oratorio parrocchiale egli trovò l’habitat  educativo più adatto per crescere armonicamente con i suoi amici. 
            Conseguita la licenza  elementare Raffaele confidò a sua madre il desiderio di divenire sacerdote; per  tale confidenza quella pia donna gioì immensamente, scorgendo che il Signore  andava esaudendo la sua incessante preghiera: “Signore, fa’ che questo mio  figlio sia tutto casa e chiesa, pescatore e salvatore di anime!”. Il 7  ottobre 1898 entrò in Seminario presso la Scuola Apostolica dei Signori della  Missione di Ceccano (Fr) per dare inizio all’iter formativo che lo condusse  all’ordinazione sacerdotale avvenuta in data 30 luglio 1911. 
            Primo campo di apostolato fu l’estesa parrocchia di  San Giacomo Maggiore di Barletta, affiancando il prevosto don Balestrucci, suo  maestro e guida, il quale, conoscendo le brillanti qualità di ingegno e di  cuore del giovane sacerdote, gli affidò la direzione dell’oratorio  parrocchiale, della scuola catechistica e il compito di formare i catechisti.  Da questo momento il Servo di Dio salì sempre più in alto facendosi apprezzare  dai piccoli e dagli adulti, nonché dai superiori e dai suoi confratelli  sacerdoti. Da subito attorno a lui cominciarono a fiorire le prime vocazioni  sacerdotali e religiose e il numero dei membri oratoriani crebbe enormemente  tanto che gli spazi della parrocchia divennero insufficienti. Fu così che pensò  di cercare altri luoghi e nel 1924 fondò, in una zona periferica e a rischio  della città, il “Nuovo Oratorio San Filippo Neri per la redenzione  dell’infanzia abbandonata” che divenne la sua gloria e il suo vanto. Qui,  con grande senso di responsabilità e di dedizione amorosa, visse per tutto il  resto della sua vita sperimentando i miracoli che la grazia divina andava  operando per mezzo della sua umile persona. “Chi lo crederebbe - scrive  nel 1932 ad una sua figlia spirituale divenuta suora - che in questo  posticino della città, remoto da ogni luce di civiltà e progresso umano,  debbano fremere tanti cuori in esplosione di viva e santa carità da  trasportarci in atmosfere celesti! Deo Gratias et Mariae! Si ha voglia a  moltiplicare le distanze centinaia di chilometri, a moltiplicare mesi e mesi di  lontananza, la carità vola e raccoglie in un continuo atto meraviglioso di  presenza e vive... vive, mia cara, allorché sul quadrante del nostro Oratorio  suonano certe ore, il Signore mi procura delle gioie inesprimibili: mi sento di  essere un padre felice di una sì grande famiglia che quantunque abbia parecchi  membri sparsi pel mondo hanno un medesimo palpito: Gesù; un medesimo ideale:  l’Apostolato; una medesima corda: l’Unum di Gesù nell’ultima Cena”.
            Per comprendere meglio la portata di questa grande  figura sacerdotale, gloria e vanto del sacerdozio cattolico, rileggiamo  l’attestato di stima dell’arcivescovo mons. Reginaldo Giuseppe Maria Addazi nei  confronti del suo stretto collaboratore (mons. Dimiccoli era stato nominato  vicario generale per l’arcidiocesi di Barletta-Nazareth), riportato a  conclusione della sua lettera rivolta al clero di Barletta, datata al 5 maggio  1956, in occasione del Trigesimo di morte del Servo di Dio: “Venerabili  fratelli, Dio non cessa dal suscitare nella sua Chiesa i Santi, perché, oltre  all’azione diretta che essi esercitano sulle anime, noi avessimo l’esempio  vivo, immediato aderente alla nostra natura, di virtù cristiane esercitate con  eroica semplicità.
  Guardiamo a mons. Dimiccoli, imitiamolo, seguiamone  le orme e saremo degni Ministri di Dio. E con serenità di spirito ci  avvicineremo al nostro ultimo giorno terreno, fidenti nella misericordia del  Signore”
          Sac. Sabino Amedeo Lattanzio
                  Postulatore Diocesano
            (novembre
              2007)
          
            << vai all'indice del canale