La Maratona di Roma ricorda Pietro Mennea
              L’Asd “Barletta Sportiva” con 263.833 punti si è classificata al sesto posto assoluto
              nella classifica di società.
              Prima società pugliese, prima società non-romana
            La Maratona di Roma è più bella se il traguardo lo si taglia con il
              Colosseo alla spalle, come negli anni passati, o se lo si ha di fronte,
              come avvenuto in questa ventesima edizione? Dettaglio insignificante! Domanda
              pleonastica, quando si è circondati dalla grande bellezza! Via dei Fori
              Imperiali è così unica e irripetibile che, da qualunque lato la si osservi, presenta
              solo l’imbarazzo della scelta. I lavori in corso sulla storica via, oltre alla
              revisione della zona partenza-arrivo, hanno determinato una rivisitazione di
              tutto il percorso, con il risultato dell’essere, il suo fascino, rimasto immutato,
              nonostante il mancato passaggio al cospetto della Fontana di Trevi. Va detto,
              però, che la celebre fontana barocca, immortalata in film e cartoline, è un
              gioiello così prezioso che bisogna far di tutto per includerla nel tracciato.
              Qualcuno s’è preso la briga di contare in 77 i cambiamenti di direzione,
              mentre le vie tappezzate con sampietrini, particolarmente insidiosi in
              Via del Babbuino, sarebbero state 7,6 km.
              L’augurio è che i lavori in questa importante arteria non durino decenni
              e che, quanto prima, venga restituita alla collettività. Nell’insieme,
              il nuovo percorso m’è sembrato più duro per via delle salite del 4° km,
              28° km e 36° km, solo in parte attutite dalle rispettive discese, particolarmente
              gradita quella di Via Nazionale, che permetteva di tagliare il
              traguardo a tutto gas. Personalmente, vorrei che fosse ancor più duro
              e che ci riportassero sulla salita di Villa Borghese e ci facessero scorribandare
              tra le Mura Latine, come avveniva nelle prime edizioni, le più              belle in assoluto. Qualche sacrificio bisogna pur farlo, se si vuole godere
              pienamente una città!
              La pioggia va ringraziata! È stata paziente, comprensiva, generosa.
              S’è fatta vedere dopo vent’anni. Troppa grazia! Ci sta tutta. Ora cheè              arrivata, ci siamo tolti il pensiero, possiamo correre per altri due decenni
              con il sole primaverile che ha illuminato tutte le edizioni. Grazie pioggia!
              La Maratona di Roma ha festeggiato i suoi vent’anni a suon di record.
              Un fiume di gente, quasi 20.000, si è assiepato alla partenza, impavido
              sotto la pioggia scrosciante. È stato duro per chi non era adeguatamente
              equipaggiato. Anche lungo i 42 km ha piovuto, ma quando si è in movimento,
              tutto è più sopportabile. L’essere fermi, fissi, immobili, appiccicati
              uno all’altro ha messo a dura prova il senso di sacrificio dei maratoneti.
              Mai il segnale di partenza è stato atteso con tanta impazienza.
              Dato il via, la truppa ha rotto le righe e ha invaso le strade della
              capitale. Ben 14.875 si sono ripresentati sul traguardo, confermandosi la
              più amata dagli italiani e dagli stranieri. Come al solito, i primi a tagliare il
              traguardo sono stati gli atleti africani. I nostri si sono dovuti accontentare
              delle posizioni di rincalzo. La genovese Emma Quaglia è giunta terza, il
              barlettano Mimmo Ricatti quarto.
              Tante le iniziative che hanno fatto da corollario alla gara: chi ha raccolto
              offerte per opere caritatevoli, chi si è sposato appena terminata la
              corsa, chi ha gareggiato armato da centurione, ecc. Terminata la mia
              maratona, sono rimasto nella zona per vedere l’arrivo di una che mi riguardava
              da vicino. Ho atteso lungo tempo sotto la pioggia implacabile in
              maglietta e pantaloncino, giungendo alla conclusione che la broncopolmonite non esiste: se fosse esistita me la sarei presa io.
              Dopo un’ora, hanno tagliato trionfalmente il traguardo 12 ragazze, dei
              100 atleti della Barletta Sportiva che hanno portato a termine la Maratona
              di Roma. Sono giunte frontalmente, occupando l’intera corsia. Avevano
              un pantaloncino nero e una maglietta bianca con sul davanti e sul retro
              incisa una grande lettera, in modo che fosse visibile dai due versi. Hanno
              viaggiato a 7:30 al chilometro, un’andatura che permetteva loro di trovare
              la strada libera dalla massa dei maratoneti per occuparla interamente,
              procedere compatte, e il nome formato dalle lettere fosse chiaramente
              leggibile. Qualche giorno prima, nella loro città, era stato commemorato
              il primo anniversario della sua scomparsa e avevano scelto questo modo
              per ricordarlo nella Città Eterna. Sui loro petti e sulle loro spalle, quelle
              lettere formavano il suo nome: PIETRO MENNEA.
              
              Enzo Cascella (aprile 2014) 
              Presidente Asd Barletta Sportiva