| Meridiane, tradizioni, luoghi, radici e linguaggiBetti e Piripicchio: scambio di culture fra Urbino e Barletta
 Il progetto “Meridiane. Scambi di culture
            radici e linguaggi” è un progetto didattico
            di ricerca sull’identità dei luoghi, realizzato per
            il biennio magistrale
            di “Comunicazione, design
            ed editoria” all’Isia di Urbino.La ricerca nasce dall’esigenza di rappresentare
            e valorizzare nel contesto moderno i luoghi
            con le sue identità e sfaccettature. Ma di cosa            è fatta l’identità di una città oggi? Quali sono gli
            elementi che la compongono? Tantissimi sono
            gli aspetti che concorrono alla sua definizione,
            soprattutto oggi che viviamo in sistemi urbani
            sempre più complessi e articolati. Ma ci siamo
            dati questa risposta: l’identità di un territorio è            un insieme organico di vissuti tra presente e
            passato,
            dunque dipeso dalle persone e dalle
            storie che lo abitano e lo hanno abitato.
 Alla ricerca si aggiunge un valore nuovo
            quando i luoghi da analizzare e mettere a confronto
            diventano due, soprattutto se si tratta di
            due città molto distanti tra loro in termini geografici,
            storici e culturali. Abbiamo scelto Barletta
            e Urbino perché sono le città che abbiamo
            vissuto di più e alle quali siamo maggiormente
            legati.
 L’obiettivo del progetto è di innescare uno
            scambio culturale volto alla valorizzazione dei
            patrimoni locali in seguito all’appiattimento di un
            contesto moderno
            globalizzato e uniformato.
 Il folclore e l’arte popolare è il tema scelto
            affrontato nella ricerca,
            poiché guarda da vicino le
            identità dei popoli. Il teatro,
            con le canzonette di strada
            e le poesie in vernacolo dei
            commedianti locali rappresentano
            gli unici mezzi
            che le persone, dopo la
            seconda
            Guerra Mondiale,
            avevano per uscire da
            una situazione fortemente
            caratterizzata da miseria e
            umiliazione.
 Nella seconda parte di
            ricerca abbiamo effettuato
            invece un parallelo tra
            due personaggi chiave
            nel panorama artistico locale del Novecento,
            identificati nelle figure di Bruno Betti per Urbino
            e Michele Genovese
 (in arte Piripicchio) per
            Barletta, poco conosciuti
            in Italia e attualmente
            quasi dimenticati nelle rispettive città. Dare
            voce a questi personaggi significa
            farli rivivere
            nei ricordi delle persone che li hanno incontrati
            e metterli a disposizione oggi significa attivare
            una conoscenza collettiva del nostro paese.
 Essi sono i rappresentanti ufficiali dei due luoghi
            in quanto
            racchiudono al loro interno scenari,
            immaginari, trascorsi comuni.
 Raccogliere memorie su Michele Genovese            è stato
            per noi - giovani
            barlettani emigrati per lo
            studio per rincorrere i propri
            interessi futuri - un ritorno
            immersivo alle nostre radici,
            scavando nel passato delle
            generazioni precedenti alle
            nostre, come un nipote
            che
            ascolta interessato le storie
            di suo nonno.
 Il progetto si è infatti
            arricchito grazie al prezioso
            contributo di diversi personaggi
            che abbiamo direttamente
            coinvolto attraverso
            una serie di interviste
            e
            colloqui informali. Citiamo e
            ringraziamo in particolare l’associazione culturale
            Pro Urbino - che si è rivelata fondamentale
            nella ricostruzione della vita umana e artistica
            di Bruno Betti - Renato Russo, Gino Pastore
            e Lino Angiuli per il loro apporto alla ricerca su
            Michele Genovese.
 L’oggetto libro diviene così sia mezzo
            catalizzatore
            e raccoglitore di memorie, testimonianze
            e aneddoti,
            che strumento per rendere
            esplicito un dialogo mai esistito tra due
            personaggi appartenenti a due contesti sociali
 e culturali diametralmente opposti.
 Francesco Delrosso e Saverio Rociola(ottobre 2014)
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