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Il teatro Curci fra storia e restauro

La scorsa estate, nel dare una sistemata all’archivio del mio studio, sull’anta di un antico armadietto metallico rilessi la targhetta “Teatro Curci”. Dentro, tanti raccoglitori dai dorsi colorati, faldoni col dorso telato, pacchi di copie di tavole grafiche e alcune scatole piene di fotografie. Le date andavano dai primi anni del 1980 ai primi anni del 1990. In tutto circa un decennio dal termine del quale erano ormai trascorsi venti anni.
Mi venne voglia di sfogliare le “carte”.
C’erano relazioni, deliberazioni di Organi Comunali, copie di contratti d’appalto, computi metrici estimativi, verbali di consegna, sospensione, ripresa e ultimazione dei lavori; verbali di visite e certificati di collaudo delle opere eseguite. Corrispondenza intercorsa con le Pubbliche Amministrazioni (Comune proprietario - Soprintendenza ai Monumenti - Vigili del Fuoco - Acquedotto Pugliese). Pareri di specialisti esterni, certificati di prove di laboratorio e contatti coi proprietari di unità immobiliari contigue.
L’esame dei grafici mi riportava allo studio delle varie soluzioni proposte, alle “varianti”, alle “varianti delle varianti” sino alla soluzione definitiva. E poi fotografie: da quelle eseguite nella fase di studio preliminare a quelle in corso d’opera ed a lavori ultimati.
A quell’intervento di “recupero funzionale” ho dedicato solo due articoli, entrambi sulla rivista “Sistemi e Reti”, titolati il primo (n. 10 del 1993): “Eliminazione dell’umidità nelle costruzioni” e il secondo (n. 12 del 1994): “Un intervento sulle pietre di Puglia”. Per ricerca storica e preesistenze avevo, a suo tempo, letto soltanto gli articoli e il volume dell’arch. Mauro Civita su “Il teatro di Barletta e il suo restauro”.
Il tempo trascorso dall’ultimazione dei lavori mi ha spinto a rivisitarli non solo alla luce dei risultati ottenuti ma inserendoli anche nella storia dello sviluppo costruttivo del teatro dalle origini all’attualità. Tra l’altro, verificato che l’edificio teatro era stato realizzato ed ultimato come un corpo autonomo e che alla “Galleria” s’era posto mano circa vent’anni dopo l’ultimazione del primo, ho rilevato che di questo evento “costruzione della galleria” vi sono solo poche indicazioni nella letteratura disponibile a fronte delle tante domande ch’è lecito porsi, tra le quali:
-  chi l’aveva progettata;
-  chi l’aveva eseguita;
-  a quali problemi s’era andati incontro, sia in sede progettuale che esecutiva, e, in particolare, quali difficoltà erano state superate, e come, per l’inserimento della “loggia corinzia” nel corpo ormai definito dell’“edificio teatro”.
La consultazione presso la “Sezione Archivio di Stato di Barletta - archivio storico del Comune di Barletta” di atti contenuti negli appositi faldoni mi ha consentito di conoscere le vicissitudini che hanno accompagnato l’iter per la realizzazione della “Galleria costruita a lato del teatro comunale G. Curci”, (nelle carte indicata anche come “strada coperta accanto al teatro”).
Del tutto ho cominciato col prendere appunti, poi a coordinarli e poi ancora a fare specifiche ricerche presso i pubblici uffici e via di questo passo sino a trovarmi fra le mani (ad una non più tenera età) l’ipotesi di un volumetto che potrebbe essere titolato “Il teatro Curci di Barletta, dalle origini ai nostri giorni”. A cascata le confidenze con qualche amico, alcune manifestazioni d’interesse alla problematica, la decisione di darlo alle stampe.
Ho cercato di contenere al massimo (forse senza riuscirci) la mia ovvia propensione al dettaglio tecnico inserendo stralci di vita vissuta cittadina dai primi anni dell’Ottocento all’attualità anche perché convinto che “ogni cosa è illuminata dalla luce del  passato”. (Jonathan Safran Foer).

Duiglio Maglio (gennaio 2008)

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