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Presentato in Cattedrale il volume di A. Ambrosi S. Maria Maggiore, Cattedrale di Barletta. L’architettura

Riteniamo che questa pubblicazione rappresenti per la nostra città un evento culturale eccezionale perché conclude un ciclo storico-archeologico durato 35 anni non solo sui restauri della Cattedrale ma anche sugli studi che ne hanno segnato la ricostruzione della chiesa nei secoli, a partire dai tempi più remoti, addirittura dal IV secolo a.C. (ci riferiamo al dromos ipogeico rinvenuto nel sottostrato pavimentale), contestualizzati coi tempi dell’origine della città di Bardulos

Mercoledì 25 marzo, presso la Cattedrale di S. Maria,è stato presentato il volume del prof. Angelo Ambrosi Santa Maria Maggiore Cattedrale di Barletta (XII-XVII sec.).
L’architettura, per i tipi di Edipuglia - Bari. Il volume inaugura la collana AUFIDUS di studi e di testi di Archeologia, Arte,
Architettura e Storia del Territorio dell’Arcidiocesi di Trani- Barletta-Bisceglie e Nazareth.
A introdurre la serata promossa dall’Arcidiocesi di Trani Barletta Bisceglie, il prof. Giuliano Volpe che nel presentare il volume ha esclamato: la pubblicazione di un libro è sempre una festa, e nessuna novità telematica potrà mai eguagliare la bellezza di un libro, specialmente quando si tratta di un testo come questo,
uno splendido lavoro durato vent’anni.
Ha precisato quindi che questo lavoro è il primo di una collana, intitolata AUFIDUS, che pubblicherà in seguito altri studi sulle chiese e sui monumenti della nostra Diocesi utilizzando competenze varie. Ed esaminando il testo e non stancandosi mai di apprezzarlo in ogni suo aspetto (storico, artistico, architettonico, fotografico ed altro) non abbiamo non potuto finalmente restituire alla parola “accademico” il suo significato più serio e credibile, perché sì, questo è un libro frutto di uno studio di elevata caratura accademica. Uno studio che parte da molto lontano, dal 1981-82, e dall’affidamento al prof. Ambrosi di questo progetto di restauro architettonico.

* * *

Dopo l’indirizzo di saluto di S.E. l’Arcivescovo, Giovan Battista Pichierri che ha ringraziato gli autori del libro ed auspicato la continuazione e l’approfondimento di questi studi, ha introdotto la tavola rotonda Antonio Castorani presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia che ha motivato l’adesione alla pur parziale sponsorizzazione del volume che sarà offerto - ha assicurato - a tutte le altre Fondazioni che operano in Italia.
Dopo un breve saluto di Carlo Birozzi, il nuovo sovrintendente alle Belle Arti e Paesaggio per le province di Bari, di Barletta Andria Trani e di Foggia, ha preso la parola Pina Belli d’Elia, docente presso l’Università di Bari, la quale ha ricordato i tempi lunghi che l’hanno messa in contatto col prof. Ambrosi, in una intensa e gradevole collaborazione di cui quest’opera è una espressione, come pure la collaborazione per gli studi sui restauri del Santo Sepolcro che - anche allora, quarant’anni fa - produssero uno studio firmato Angelo Ambrosi (Architettura dei Crociati in Puglia: il Santo Sepolcro di Barletta, Dedalo Libri - Bari 1976).
Vent’anni per produrre questo libro - essa esclama - perché è un libro complesso, complicato, molto denso, un libro che va studiato, meditato, centellinato… E si lascia andare ad una fluida, scorrevole narrazione del Romanico in Puglia (ma non esiste il romanico - precisa - ma il contemporaneo in ogni epoca) per farci ricordare i suoi numerosi studi sull’argomento (su tutti ricorderemo il bel volume Italia romanica: la Puglia, Jaca Book 1987, che scoprimmo attraverso un documentatissimo studio di Raffaele Iorio in occasione della sua ristampa nel 2003: Puglia romanica, la storia si è fatta pietra, Gazzetta del Mezzogiorno 13 novembre 2003). Ed è stata proprio lei, in quel lontano 1987, a farci conoscere per prima il Romanico della Chiesa con un taglio preciso, ancorché nella sua complessità, che così precisa: È una delle più imponenti e problematiche chiese della Terra di Bari, eretta in fasi successive tra il XII e il XIV secolo con profonde modifiche rispetto al progetto originario.
Angelo Ambrosi, col suo amabile intervento, una sorta di mozione degli affetti e dei ricordi, ha ricostruito la lunga storia di questo libro che non avrebbe visto ancora la luce, se non fosse stato per la ferma determinazione che a un certo punto la ricerca dovesse finire e l’opera stampata! Ricordi, tanti. I primi che lo legano ai restauri della basilica del Santo Sepolcro, e poi gli anni passati a studiare la Cattedrale, la costante applicazione all’approfondimento della sua storia cominciando dall’appassionato studio delle origini, e poi l’opera di restauro, meticolosa, che della chiesa ci ha restituito le diverse facies. E come non ricordare, di quei lontani anni, la costante presenza di mons. Michele Seccia come pure, nella laboriosa fase della consegna della basilica restaurata alla città, l’opera acceleratrice del Commissario prefettizio Carlo Fanara.
Quindi l’intervento di S.E. mons. Michele Seccia che, in quei lontani anni, quando la Cattedrale venne chiusa, fu l’infaticabile animatore dei lavori di restauro, dal giorno della chiusura ai fedeli il 6 novembre 1981, fino alla sospirata riapertura al culto, il 9 luglio 1996. E dopo, subito dopo, una infaticabile opera di conoscenza del tempio, che mons. Seccia volle promuovere, segnata da due fasi: una meramente divulgativa ed una scientifica. Quella divulgativa affidata alla Rotas, come lui stesso ha voluto ricordare nel corso del suo intervento (pubblicazione di un bollettino mensile, rassegna stampa dei restauri ’81-’96, pubblicazione degli Atti del primo Convegno sulla Cattedrale, una guida monografica scritta da Luisa De Rosa, una storia di Santa Maria affidata a Renato Russo, etc.); ed una seconda scientifica (due convegni su scavi archeologici e fonti documentarie), e l’invito ad Angelo Ambrosi a realizzare una pubblicazione scientifica sull’architettura del tempio, l’approfondimento della sua relazione già comparsa nella pubblicazione degli Atti (Rotas 2000).
A chiudere i lavori della serata un intervento finale di Giuliano Volpe, riepilogativo dei lavori e chiarificatore delle ragioni della pubblicazione e delle prospettive future. La pubblicazione di questo bel volume di Angelo Ambrosi, che raccoglie gli studi condotti dall’Autore nel corso di alcuni decenni sulla Cattedrale di Barletta, a partire dal 1984, quando gli fu affidato l’incarico di seguire i lavori di restauro, segna l’avvio di una nuova iniziativa scientifica ed editoriale di Edipuglia, promossa dalla Diocesi di Trani, Barletta, Bisceglie, Nazareth: Aufidus. Collana di studi e testi di Archeologia, Arte, Architettura, Storia del Territorio.
S.E. l’Arcivescovo Giovan Battista Pichierri nel suo intervento ha illustrato i motivi che hanno spinto lui e l’Arcidiocesi, per il tramite dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, a patrocinare questa nuova collana. Una collana caratterizzata da un’impostazione originale e da un approccio fortemente multidisciplinare, centrata su un territorio di straordinario interesse, nella quale si intende raccogliere studi dedicati all’archeologia, ai monumenti, alle manifestazioni artistiche, ai documenti, insomma alla storia globale del territorio annualmente compreso nella Arcidiocesi, in particolare al suo importante patrimonio religioso. In tale serie, analogamente a quanto accade in altre collane dedicate alla storia delle chiese locali (ad esempio Per la storia della Chiesa di Bari, edita dalla stessa Edipuglia), ma con uno spettro tematico molto più ampio e articolato, potranno essere accolti, accanto a monografie e a miscellanee, atti di convegni e seminari, edizioni di testi, di scavi e di monumenti, con un approccio inter-e multidisciplinare, relativi alle città di Barletta, Trani, Bisceglie, Corato, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli e l’intero territorio: la bassa valle dell’Aufidus e le vicine aree costiere.
La collana non poteva partire con un’opera più significativa: lo studio storico-architettonico della Cattedrale di Barletta, un monumento di straordinaria importanza che racchiude in sé tutte le vicende più rilevanti della storia della città e della sua comunità, dalle fasi daunie fino ad oggi, un esempio mirabile dell’architettura pugliese, meridionale e adriatica, un complesso palinsesto di edifici, di apparati decorativi, di manifestazioni del culto, il principale elemento aggregante dell’abitato e della popolazione.
Angelo Ambrosi ci consegna un contributo importante, ricco di dati e di idee, arricchito da una documentazione iconografica di grande qualità: foto, piante, sezioni, assonometrie, ricostruzioni informatizzate, cartografia storica, carte topografiche (…)

(aprile 2015)

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