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LA MADONNA DELLE GRAZIE IN SANTA LUCIA
Terminato il restauro della tela voluto dal parroco don Ignazio Leone


La tela prima e dopo il restauro (fotorudy)


Il dipinto è una bellissima iconografia mariana che rappresenta la figura materna per eccellenza.
La Madonna nella sua veste rossa avvolta in un manto azzurro, segno dell’umanità rivestita di Divinità, è seduta a seno scoperto mentre allatta il Bambino raffigurato in modo del tutto naturalistico con lo sguardo rivolto allo spettatore.
L’immagine è completata da due angeli nel loro aspetto efebico che incoronano la Vergine, ove la corona è simbolo della sovranità divina e terrena. Non si hanno notizie precise di questo quadro ma il tema che rappresenta, conserva secoli di storia.
Di autore ignoto, questa maestosa effige della Vergine, che allatta il bambino, rispetta perfettamente i canoni della pittura settecentesca napoletana; la sua composizione esalta l’umanità del Cristo, infatti è una delle espressioni in opposizione all’eresia nestoriana. Bisogna risalire al V sec. d.C. quando si considerava Maria non madre di Dio ma madre di Gesù, cioè, della sola persona umana e non divina, e si sosteneva anche l’impossibilità che un essere Divino potesse essere allattato. L’eresia nestoriana poi fu condannata dal Concilio di Efeso del 431 d.C. e questo non fece che rafforzare la posizione ortodossa e incoraggiarne la rappresentazione.
La tela, degradata dal tempo e dall’azione incompetente dell’uomo che ne avevano spento i colori e cambiato le forme, ha riacquistato eleganza e bellezza. Questo è stato possibile grazie alla sensibilità del Parroco don Ignazio Leone che ha voluto il restauro, alla competenza del Dott. Fabrizio Vona, ispettore di zona della Soprintendenza, e al lavoro accurato del restauratore Cosimo Cilli.
Ora è possibile ammirare l’opera in tutto il suo splendore nella chiesa parrocchiale di S. Lucia a Barletta. La tela è sempre stata nell’aula della chiesa e durante il mese di maggio viene posta sull’altare per la venerazione di tutti i fedeli.
Di fatto, il dipinto, olio su tela, era poco leggibile a causa di un annerimento diffuso su tutta la superficie, dovuto alle ossidazioni ed alterazioni degli strati di vernice, allo strato di nero fumo inglobatosi nel tempo e alle numerose ridipinture.
La tela inoltre presentava diverse cadute di colore, poiché la pellicola pittorica risultava friabile a causa dell’eccessiva umidità assorbita.
L’intervento di restauro ha mirato al recupero conservativo ed estetico della tela.
L’opera è stata foderata con lo scopo di dare alla tela un nuovo supporto e per permettere un adeguato consolidamento dello strato pittorico; montata su un nuovo telaio estensibile, per garantire un omogeneo tensionamento; pulita con solventi idonei alla rimozione di vari strati di sostanze incoerenti, per riportare alla luce la cromia originale. Infine le lacune sono state stuccate con gesso di Bologna e reintegrate con colori a vernice, con la finalità di ricostruirne il tessuto cromatico.

Pamela Paparella (Maggio 2003)

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