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SAN GIACOMO E LA DIGNITÀ RITROVATA. TERMINATI I LAVORI DI RESTAURO. CONSOLIDATA LA FACCIATA E MESSE IN EVIDENZA LE CAPRIATE IN LEGNO. IL CONTRIBUTO DEI PARROCCHIANI

A Pasqua dell’anno scorso la comunità di San Giacomo Maggiore concluse solennemente le celebrazioni per i mille anni dell’antico edificio. Finita la festa il prevosto, don Sabino Lattanzio, si è trovato a dover risolvere un’allarmante emergenza: la facciata, anche a causa di infiltrazioni d’acqua, si spingeva pericolosamente in avanti, rischiando di crollare. Vennero subito effettuate delle delicate operazioni di consolidamento. Ben sedici pali di acciaio furono calati fino alla profondità di 12 metri per abbracciare le fondamenta. Intanto, dai saggi eseguiti, erano emersi particolari interessanti, come le grandi basole della pavimentazione originaria, databili con molta probabilità al XIV secolo, archi e nicchie. Nell’agosto scorso, con coraggio e dedizione il parroco ha deciso di chiudere la chiesa al culto per rimetterla a nuovo, spostando tutte le attività in San Gaetano. Si è fatta “di necessità virtù” e anche la chiesa che si affaccia su piazza Plebiscito, poco nota alle nuove generazioni, è tornata ad essere animata, almeno per qualche mese.
Intanto i lavori a San Giacomo sono proseguiti giorno e notte: “grazie all’abnegazione e alla passione di molti parrocchiani, siamo riusciti in pochissimo tempo a completare un restauro molto accurato diretto dall’ing. Francesco Carpagnano e dall’architetto Esther Tattoli” ha dichiarato don Sabino.
L’altra emergenza era costituita dalla caduta di intonaco dalla controsoffittatura pertanto, si è provveduto a demolire il soffitto posticcio e a rimettere in evidenza le capriate in legno, guadagnando circa due metri e mezzo in altezza. In tal modo la chiesa ha acquistato nuovo slancio e maggiore luce. La pittura “color canarino” è stata tolta insieme all’intonaco, ponendo in evidenza la pietra e il tufo. Partendo dall’altare maggiore è possibile rileggere i rifacimenti che si sono susseguiti nel corso dei secoli. In queste testimonianze di più epoche diverse, risiede la bellezza di San Giacomo. “Finora questa chiesa è stata sottovalutata, si è sempre detto che è storicamente importante ma è stata deturpata nei secoli - dichiara don Sabino Lattanzio -. Invece vorrei che si incominciasse ad apprezzare maggiormente per tutto quello che ha e non tanto per quello che ha perso. Questi lavori tendono a riscattare e a ridare dignità all’edificio. Si è cercato di dare maggiore respiro all’ingresso, abbassando il livello del pavimento, restringendo il primo gradino, recuperando le basole; tra l’altro è venuta fuori una parte del basamento della tomba del Vescovo Pasquale. La parete dell’organo che terminava proprio a ridosso della volta, ha acquistato in luce e bellezza, innalzando il soffitto”.
Archi e nicchie sono stati valorizzati, chiavi di volta, stemmi e altri piccoli particolari ora sono leggibili, come le tracce di affreschi nelle cappelle vicine all’altare maggiore. Un discorso a parte merita il grande arco trecentesco della cappella del Santissimo che don Sabino ha voluto dedicare al culto della Madonna della Fiducia. “In questa cappella contiamo di tumulare la salma di don Ruggiero Caputo, e speriamo di poter realizzare questo desiderio il 25 luglio, festa di San Giacomo apostolo in cui ricorrono i 65 anni della sua ordinazione sacerdotale. Un doveroso riconoscimento a don Ruggiero, eterno viceparroco a più riprese dal 1940 al 1983, che con il suo lavoro umile e silenzioso ha moltiplicato le vocazioni religiose della nostra comunità”.
Gli ultimi ritocchi hanno riguardato le vetrate e gli infissi, cambiati per permettere alla luce di filtrare, e l’impianto elettrico, rinnovato, cercando di nascondere i fili senza deturpare o rovinare la struttura.
Dopo sette mesi di intensissimo lavoro, la chiesa di San Giacomo ha riaperto i battenti la domenica delle Palme. “Non era possibile mancare ad uno degli appuntamenti più sentiti dai fedeli: la processione di Pasqua, che anche quest’anno sarà presenziata da Mons. Francesco Monterisi” sottolinea il prevosto.
Intanto la comunità si prepara a ricevere l’Arcivescovo Mons. Pichierri e a celebrare un altro importantissimo evento. Il 16 aprile, infatti, all’interno della visita pastorale padre Paolo Lombardo, presenterà la “Positio super virtutibus” del Servo di Dio Mons. Angelo Raffaele Dimiccoli. Si apre così un’altra fase verso la via della santità del prelato barlettano: tutta l’opera documentaria raccolta dal postulatore, andrà a Roma e verrà sottoposta agli addetti, teologi e cardinali, scelti dalla Congregazione delle cause dei Santi, per la loro approvazione.

Marina Ruggiero (Marzo 2002)

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