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Orizzonti di vita dei giovani
Presentata in un volume la ricerca sui giovani dell’Arcidiocesi. Uno strumento per orientare
genitori e educatori. Partita la missione diocesana dei Giovani per i Giovani (GxG)


Orizzonti di vita dei giovani e qualità educativa degli adulti” di Vito Orlando e Marianna Pacucci, è il titolo del volume, Editrice Rotas, che raccoglie i risultati delle indagini condotte nell’Arcidiocesi, presentato al pubblico di recente.
“ La ricerca - scrive mons. Giovan Battista Pichierri nella prefazione - vuole essere una indispensabile risorsa conoscitiva messa a disposizione della nostra Chiesa particolare nella imminenza del grande evento… quello della Missione giovani per i giovani. Da questo punto di vista, essa è un dono, ma anche il segno della decisa e ferma volontà della Comunità ecclesiale diocesana di rinvigorire il dialogo con i nostri adolescenti e giovani”.
Il corposo libro, corredato di appendici territoriali, ha preso in esame un totale di 1100 questionari consegnati ad altrettanti giovani tra i 14 e i 29 anni (sposati esclusi) nei sette paesi della Diocesi (Barletta, Bisceglie, Corato, Margherita, S. Ferdinando, Trani, Trinitapoli). Ai fini della ricerca sono stati considerati solo 1028 questionari, scartando quelli incompleti. Nel complesso vi è una lieve prevalenza maschile (50,2%) su quella femminile (49,6%) e nella maggior parte dei casi si tratta di studenti (56,3%).
La ricerca del baricentro, il dialogo interiore e la fatica di guardarsi dentro sono i temi del primo capitolo, che si chiude con l’individuazione di una “tipologia di atteggiamenti educativi e relazionali”. I giovani aperti e con senso di progettualità (14,1%); chiusi e disorientati (10,8%); con accentuata progettualità (13,6%); con accentuata relazionalità (11,4%); chiusi e mediamente progettuali (6,8%); aperti ma disorientati (7,6%); anonimi e indifferenti (13,5%).
Il secondo capitolo è dedicato “al confronto con la realtà circostante” e chiama in causa il gruppo dei coetanei ma anche la famiglia, la scuola, la parrocchia e i mass media.
Costruire il futuro attraverso la capacità di “guardare oltre” è l’argomento affrontato nella terza parte del volume. La dimensione religiosa viene sondata con perizia perché “possa risaltare nella sua significatività e nella sua problematicità…
Non si dimentichi che anche la società civile è provocata dalla sfida religiosa: sintonizzandosi con le sue prospettive antropologiche, le agenzie educative possono orientare la ricerca morale e culturale delle nuove generazioni e aiutarle a interpretare con maggiore attenzione il nesso che lega la tradizione e l’innovazione ambientale”. Anche in questo caso il campione è stato raggruppato per facilitare la lettura del fenomeno. Accanto alla tipologia dei “distanti” (35,8%) poco coinvolti dalla dimensione religiosa, vi sono i “cercatori”, non credenti alla ricerca di Dio (5%), gli “orientati” che danno valore alla fede (23,1%), gli “impegnati” (9,1%) con una forte sensibilità religiosa e i “rassicurati” (23,2%), che nei momenti di difficoltà sanno guardarsi dentro.
La seconda parte punta sulla qualità educativa degli adulti: “gli elementi di precarietà e i fallimenti delle offerte formative inducono molti giovani a inibire alla generazione adulta l’accesso al proprio laboratorio interiore e a perseguire la ricerca di senso facendo a meno del contributo dei grandi”. Quindi è utile agire in due direzioni: far emergere “ciò che rischia di restare confinato ad una dimensione sotterranea” e “verificare se almeno gli educatori ecclesiali hanno una percezione più adeguata di quel che accade nell’interiorità dei propri ragazzi durante gli anni della crescita e se in qualche modo sono partecipi del loro impegno per fare chiarezza dentro se stessi”. Nel testo si fa riferimento ad alcune attenzioni prioritarie segni distintivi degli educatori: guidare i giovani all’assunzione di responsabilità; all’apertura all’altro, a una migliore relazionalità con gli adulti; valorizzare il tempo libero; vivere una fede consapevole e essere disponibili al confronto.
“ Consegno la ricerca a tutti gli educatori - scrive mons. Pichierri - ed in particolare agli adolescenti e ai giovani, i quali sono i protagonisti della loro formazione, con l’auspicio che da una sinergia di lavoro educativo possa scaturire un buon programma di pastorale giovanile che concorra validamente alla educazione e formazione degli adolescenti e giovani del nostro tempo, che esigono punti di riferimento sicuri e veritieri”.

Marina Ruggiero (Ottobre 2003)

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