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LA NUOVA PROVINCIA BAT IN DIRITTURA D’ARRIVO
La scelta della sede della Prefettura presso Palazzo del Real Monte di Pietà, primo segno tangibile della nuova realtà territoriale.

Nonostante le pessimistiche previsioni che si fanno a Roma, da parte di qualche forza politica, che danno per imminente una proposta di legge diretta ad annullare le province, o almeno le ultime nate (quelle sorte nel dopoguerra), la nascita della nuova provincia Barletta-Andria-Trani continua il suo iter che dovrebbe concludersi nel giugno del 2009 con la votazione per la elezione del presidente della giunta provinciale e della sua prima Assemblea.
Propedeutiche a questa scadenza sono state due decisioni, una di carattere territoriale (la divisione del territorio in trenta collegi elettorali è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 25 giugno 2008) e l’altra di carattere strutturale (l’individuazione dell’edificio destinato ad ospitare la Prefettura e la firma del relativo contratto di fitto).
Quanto alla sede della Prefettura, è stato firmato il contratto di fitto fra le autorità istituzionali e la proprietà. Per il Comune di Barletta era presente il sindaco Nicola Maffei, per il locatore l’Arciconfraternita del  Real Monte di Pietà, il presidente  Michele Sarcina. Presenziava alla cerimonia il Commissario Governativo, prefetto Giuseppe Capriulo.
A pagare l’affitto sarà l’Agenzia del Demanio; il canone annuo è stato fissato nella misura di 316 mila euro con un contratto di sei anni rinnovabile. Dopo la firma il documento è stato portato per la ratifica del commissario di Governo della BAT Giuseppe Capriulo, al Ministro dell’Interno. Solo dopo questo ulteriore adempimento si cominceranno i lavori di adeguamento della sede per i quali il ministero ha stanziato 3 milioni di euro.
Il contratto di locazione prevede l’utilizzo del 70% dell’immobile, escludendo la  chiesa, le aree retrostanti che danno sul mare e lo scantinato. Quanto agli impiegati, la stima è di 80 unità lavorative, di cui solo la metà prenderebbe servizio dopo l’elezione del Consiglio Provinciale.
Benché importante, la Prefettura non è però l’unico ufficio istituzionale della nuova Provincia. Bisogna ricordare infatti gli altri organi, come il Consiglio, la Presidenza e la Giunta. Ma la decisione circa la localizzazione di queste sedi non spetta al Governo, ma al nuovo Consiglio Provinciale una volta insediato.
Di competenza invece del Governo la scelta delle sedi dei Comandi dei Carabinieri, della Questura e della Guardia di Finanza: il Comando dei Carabinieri avrà come sede Trani, la Questura Trani e la Guardia di Finanza Barletta (praticamente già esiste, dislocata su Piazza Marina). La sede della Polizia Stradale sarà allestita ad Andria e quella dei Vigili del Fuoco (forse) a Barletta. Per gli altri uffici, poi si deciderà.

Quale classe politica ci rappresenterà?
E con quali programmi?

Sul fronte delle candidature, finora sono emerse quelle di Francesco Salerno (area di sinistra) e Raffaele Grimaldi (area di destra), ma più come espressione della loro esposizione personale che di forze politiche radicate sul territorio (Grimaldi è sponsorizzato da Carlo Giovanardi per i Popolari Liberali), mentre per quanto riguarda le forze politiche più rappresentative, a destra ci sono le candidature di Francesco Vendola sindaco di Canosa sostenuto da Raffaele Fitto e dall’ex senatore di AN Biagio Tatò confluito nel Partito delle Libertà. A sinistra i nomi disponibili sono quelli di Giuseppe Pirro, coordinatore dell’esecutivo regionale del PD, e Ruggiero Mennea, segretario provinciale del PD della BAT. A meno che non sia recuperato alla coalizione di sinistra il nome di Francesco Salerno, verso il quale ha mostrato disponibilità Francesco Boccia, proponendo che concorra alle primarie allargate.
Ma anche qui, non sembrano emergere candidature consolidate da un lungo periodo di rodaggio.
Come si vede, situazione ancora nebulosa, così come ancora incerto è il programma dei candidati e degli schieramenti.
La verità è che dopo la scomparsa dei partiti tradizionali, non esistono più regole e ognuno va per conto proprio. Si è perso anche il contatto coi cittadini che, a parte il momento elettorale, non contano più nulla. Oddio! Non è che abbiano mai contato granché, ma un tempo almeno si salvavano le apparenze e si ascoltavano le associazioni di categoria! Adesso neppure quelle. Certo non è una crisi solo della nostra città o del nostro territorio, ma questa amara constatazione non attenua il nostro pessimismo. Una considerazione viene spontanea: se non riusciamo a governare le nostre città, come faremo a governare la nuova provincia? Non vogliamo essere pessimisti e ci auguriamo di sbagliare, ma i primi tempi saranno durissimi, e non solo per problemi logistici.

Ilaria Ricco (gennaio 2009)

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