| LA PREFETTURA NON SI BARATTA CON LA SEDE LEGALE!
 La rivalità tra città vanifica il presunto spirito policentrico del nuovo ente provinciale.
 Il Consiglio Provinciale non ha trovato un accordo unanime sullo Statuto.
 Il Comitato di Lotta “Barletta Provincia” accoglie
            favorevolmente la disponibilità del Presidente
            della Provincia di Barletta-Andria-Trani Francesco
            Ventola, a riaprire il confronto per addivenire a soluzioni
            condivise, in ordine all’annosa questione sulla
            dislocazione degli Uffici Provinciali.È di tutta evidenza, secondo il Comitato di Lotta,
            che lo Statuto approvato, a maggioranza assoluta e non
            qualificata, dall’Assise provinciale penalizzi oltremodo
            alcune realtà a vantaggio di altre.
 Va, altresì, puntualizzato che lo stesso Comitato
            ritiene, però, assai meno condivisibile il ritiro dell’impugnazione
            dello Statuto Provinciale dinanzi al TAR
            Puglia quale condizione posta dal Presidente Ventola
            per riprendere il dialogo fra le parti.
 La Città di Barletta è consapevole della necessità
            di continuare a dialogare con le comunità viciniori, non già allo
            scopo di prevaricarne le ragioni o di avanzare velleitarie rivendicazioni
            dettate da logiche di campanile, ma di conseguire un risultato
            che sia consono all’impegno ed al sacrificio profusi in tutti
            questi anni. Tra l’altro, lo stesso Presidente Ventola ha affermato
            (sia durante la campagna elettorale che successivamente a mezzo
            stampa) di considerare legittime le aspirazioni di Barletta riconoscendone,
            altresì, la storia e l’impegno trainante profuso dal
            popolo barlettano nel corso di tutto l’iter istitutivo della Provincia
            BT. Peccato che la sua maggioranza, al momento dell’approvazione
            dello Statuto in Consiglio Provinciale, non abbia tradotto
            in atti concreti tali riconoscimenti, relegandoli, pertanto, ad una
            Sesta Provincia
            valenza meramente simbolica.
 Il Comitato di Lotta ribadisce, inoltre, l’assoluta contrarietà
            all’idea, più volte prospettata dal Presidente Ventola, di un
            eventuale scambio tra Prefettura e Sede Legale dell’Ente. A tal
            proposito, la posizione dello stesso Comitato nonché dell’Amministrazione
            Comunale di Barletta è chiara: se si mettesse in discussione
 l’attribuzione della Prefettura-UTG alla Città della Disfida, di conseguenza, si metterebbe in discussione la stessa legge
            istitutiva della neonata provincia, la quale ha sancito il criterio
            delle vocazioni territoriali, per quanto concerne la dislocazione
            degli uffi ci periferici dello Stato (Prefettura a Barletta, Questura
            ad Andria, Comando Provinciale Arma dei Carabinieri a Trani).
 D’altro canto è importante sottolineare che la proposta dello
            scambio, ventilata dal Presidente, sarebbe del tutto in antitesi con
            il principio, condiviso peraltro dai più, secondo cui il conferimento
            della Sede Legale dell’Ente alla Città di Barletta, rappresenterebbe
            il giusto riconoscimento, nonché un doveroso tributo,
            ad un percorso storico che nessuno mai potrà disconoscere. Se
            quindi si dà per scontato che Barletta meriti tale riconoscimento,
            in virtù della storia e dei sacrifici compiuti da tanti figli di questa
            città in molti decenni di lotta, per quale ragione la Sede Legale
            a Barletta dovrebbe necessariamente implicare il trasferimento
            della Prefettura ad Andria come contropartita? Non era forse sufficiente il prezzo pagato dal popolo barlettano che ha messo il
            cuore, l’intelligenza, le risorse economiche e parecchi cittadini
            hanno sacrificato persino la loro esistenza per il raggiungimento
            del tanto agognato traguardo di questa sesta provincia pugliese?
 È invece lapalissiano che, nelle determinazioni statutarie definitive e permanenti, la maggioranza consiliare abbia fatto riferimento
            al contestatissimo documento sottoscritto dai Sindaci il
            28 luglio 2006.
 Detto documento metteva in risalto il carattere policentrico del
            nuovo Ente quale principio ispiratore dell’istituzione della sesta
            provincia pugliese, prevedendo, altresì, allocazioni provvisorie di
            uffici nei vari comuni della nuova provincia, in attesa della realizzazione
            di un Centro Direzionale (cittadella degli uffici), in posizione
            strategica fra i tre co-capoluoghi, ove allocare poi, in via
            definitiva, tutti (o quasi) gli uffici della Provincia.
 Al riguardo lo stesso Presidente Ventola ha asserito che, in
            fase di stesura dello Statuto, si è tenuto conto del lavoro svolto
            in Conferenza dei Sindaci, dove si elaborò per l’appunto un documento
            che si ponesse l’obiettivo di dare concreta attuazione
            al concetto di policentrismo funzionale nella nuova realtà territoriale.
 Ma era noto a tutti i Sindaci (Ventola compreso, quale
            membro dell’Assemblea dei Sindaci) che la validità di quell’accordo
            fosse subordinata alla realizzazione, in tempi ragionevolmente
            brevi, del suddetto Centro Direzionale che doveva sorgere
            in agro barlettano, e su questo tutti i Sindaci erano d’accordo! In
            quest’ottica lungimirante avrebbe dovuto logicamente intendersi
            l’attuazione del cosiddetto “policentrismo funzionale”. Invero,
            nel momento in cui si accantonò defi nitivamente il progetto della            “cittadella”, per gli elevati costi e tempi di realizzazione, il
            Sindaco di Barletta, ing. Nicola Maffei, dichiarò nullo quel documento.
 Desideriamo, però, sottolineare, in tutta franchezza, che siamo
            rammaricati del fatto che questa vicenda sia stata oggetto di
            sterili polemiche e strumentalizzazioni politiche, ad opera non solo delle libere associazioni civiche andriesi, ma anche di alcuni
            politici, a nostro avviso, unicamente allo scopo di trarne vantaggi
            elettorali. Del resto, ci chiediamo con grande stupore, come mai
            alcuni si sono sempre espressi positivamente sul progetto della
            cittadella, la cui realizzazione avrebbe comunque comportato
            un costo di centinaia di milioni di euro, se poi hanno criticato
            aspramente la decisione del Governo Nazionale di allocare la
            sede della Prefettura in un immobile privato (nella fattispecie il
            complesso architettonico del Real Monte di Pietà), lamentandosi
            del relativo canone di locazione che, dopo la ristrutturazione
            dell’immobile, dovrà versare l’Amministrazione Provinciale.
 Polemiche strumentali, anche alla luce del fatto che se il Governo
            avesse optato per una collocazione della Prefettura in un
            immobile di proprietà comunale, l’Amministrazione provinciale
            avrebbe comunque dovuto versare un canone di locazione congruo
            al valore di mercato dell’immobile, e senza alcuna possibilità,
            per l’Amministrazione comunale, di fare sconti in quanto
            vietati dalla legge.
 Completamente diversa è, invece, la questione relativa alla
            sede della ASL/BT, tutt’oggi ospitata in una struttura privata ubicata
            nella città di Andria, quindi a titolo oneroso per la finanza
            pubblica, anziché essere allocata in maniera più idonea e a costo
            zero, in una delle diverse strutture pubbliche inutilizzate, di proprietà
            dell’Azienda medesima, presenti nella città di Barletta. In
            questo caso versare un canone di locazione, in alternativa all’utilizzo
            di propri immobili, è una scelta del tutto incomprensibile
            e masochista!
 Come si può riscontrare, i punti in cui vi è attrito fra le municipalità
            di Barletta ed Andria non riguardano solo la questione
            della Sede Legale della Provincia BT, ma la problematica è ben
            più ampia. E la maggioranza filo-andriese, configuratasi in seno
            al Consiglio provinciale, non ha collaborato, purtroppo, alla risoluzione
            delle controversie. Anzi, ne ha accentuato ancor di più
            le divisioni e i contrasti fra le rispettive municipalità, risentendo,
            probabilmente, delle pressioni esercitate costantemente dai comitati
            cittadini andriesi e, soprattutto, dai referenti politici del
            territorio i quali, essendo, guarda caso, in gran parte andriesi e
            biscegliesi, erano ovviamente portatori degli interessi delle loro
            comunità di appartenenza.
 Come se non bastasse, adesso è sorta pure la diatriba per la
            ripartizione degli assessorati provinciali. Altro che provincia policentrica,
            in questo caso la Città di Andria auspica la concentrazione
            di tutti gli uffici in Piazza San Pio X!
 Qui ognuno pensa a tirare l’acqua al proprio mulino, approfittando della rivalità che esiste fra le singole comunità, creata e
            incoraggiata dai politici.
 Riteniamo, perciò, assai proficuo prendere atto della disponibilità
            del Presidente Ventola a riprendere il dialogo ed il confronto
            anche con il Comitato di Lotta “Barletta Provincia” per
            trovare soluzioni condivise le quali, come ha sempre sostenuto
            lo stesso Comitato di Lotta, risiedono unicamente nella applicazione
            della legge istitutiva del nuovo Ente che, almeno sotto
            tale aspetto indica un parametro di riferimento inequivocabile
            e, dunque, insuscettibile di interpretazioni plurime, ovverosia le
            vocazioni territoriali.
 È auspicabile, quindi, che prevalga, una volta per tutte, il
            buon senso e che tutti i protagonisti si siedano attorno ad un tavolo
            per ristabilire alcune verità storiche e per dare, beninteso,
            ciò che ad ognuno compete.
 
  Francesco Paolo Vischi(febbraio 2011)
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