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BARLETTA CAPOLUOGO DI PROVINCIA,
PARTÌ DA RE GIUSEPPE IL PRIMO IMPULSO

L’aspirazione di Barletta a diventare capoluogo di provincia nasce l’8 agosto 1806 quando re Giuseppe Napoleone, richiamandosi alla ripartizione territoriale francese, cambiò l’ordine amministrativo e ribattezzò le province in dipartimenti (o intendenze) e i dipartimenti in distretti (o sotto intendenze).
La provincia di Bari fu così ribattezzata dipartimento dell’Ofanto e Barletta (che pure in quegli anni perse numerose prerogative amministrative) in Distretto o Sottointendenza di Bari. Dopo Bari, coi suoi 16.894 abitanti, Barletta era la città più popolosa, con un buon porto mercantile, un agro vastissimo, ricchi commerci, grandi palazzi e sontuose chiese.
La riforma francese, invero, era ispirata ad un profondo rinnovamento non solo territoriale ma anche amministrativo perché infatti quel governo soppresse alcuni uffici che, nati quando Barletta era Caput Regionis, nel tempo avevano finito col perdere i contenuti della loro funzione. Per questo motivo il sovrano francese, mentre assegnava alla città una rilevante configurazione territoriale amministrativa, al tempo stesso ordinò l’eliminazione di quelle forme di governo ormai obsolete o quiescenti come il Tribunale del Regio Portulanato, la figura del Regio Governatore, la direzione del Corpo regionale di artiglieria e la sede provinciale della Dogana.
Il nuovo distretto venne affidato a un funzionario che però non si comportò bene, suscitando diffuse proteste, così il sovrano, a metà marzo del 1807 fu sollecitato a rimuoverlo dall’incarico.
Re Giuseppe accettò l’invito dei nostri maggiorenti e fu ospite della città per qualche giorno, designando alla fine il nome del sostituto. Ma lasciamo la parola al dotto storico Sabino Loffredo, che ci informa dei fatti (Storia di Barletta, vol II, pag. 202).
Il re Giuseppe Bonaparte, che ambendo alla fiducia de’ regnicoli voleva della sicurezza del Regno essere certo, giugneva nel dì 26 marzo a Barletta, ove non che da’ gentiluomini e dal clero paesano, accolto a dovere dalle Autorità Provinciali e da’ Prelati di Trani e di Andria là a posta convenuti per ossequio, vi s’intrattenne sino al dì 29, parecchi signori interrogando, come era suo costume, del governo de’ Regi Uffiziali locali, civili e militari; surrogando quivi stesso altro Sottintendente di nobile famiglia Barlettana [Antonio De Leon] a quello che ne aveva allora le funzioni; ed egli stesso ispezionando di persona il castello, il molo e tutt’i fortilizî Barlettani.
La sottointendenza di Barletta comprendeva le città di Andria, Bisceglie, Canosa, Corato, Minervino, Molfetta, Ruvo Terlizzi, Spinazzola.

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Due anni dopo Re Gioacchino Murat, mente dettava drastiche disposizioni dirette a smantellare le numerose congregazioni religiose cittadine e a espropriare i ricchi proprietari terrieri a beneficio dei loro monarchi, fissò a Barletta il quartiere generale del Comando militare della Provincia e il Comando di una delle quattro divisioni del regno.
Nel 1814, nell’imminenza della Restaurazione, la proposta di elevare Barletta a provincia veniva esplicitata nel suo rapporto annuale da parte di Luigi Sylos, comandante della polizia militare di Terra di Bari, ma il suggerimento restò inascoltato.
Il 16 giugno 1854 rappresenta la prima vera data per l’istituzione della provincia della Valle dell’Ofanto, quando le autorità municipali di Barletta presentarono a Ferdinando II di Borbone una lunga e circostanziata relazione del sottintendente Santoro a favore dell’elevazione ad intendenza - cioè a provincia - del vasto e ricco circondario di cui Barletta era già capoluogo da quasi mezzo secolo. Quando pareva che l’istanza per l’elevazione di Barletta a intendenza stesse per concretizzarsi, prima la malattia di Ferdinando II, che lo avrebbe ucciso dopo poco tempo, e poi l’annessione del Regno delle due Sicilie al Piemonte, con tutte le luttuose vicissitudini che seguirono, fecero accantonare momentaneamente la richiesta.
Ci vorranno oltre cinquant’anni perché la proposta del Santoro riprendesse corpo. Sarà infatti riproposta nel 1910, sorretta da uno studio teso a dimostrare gli effetti positivi della istituzione della nuova provincia. Ma prima la guerra italo-turca del 1912 e poi la prima Guerra Mondiale (1914-1918) insabbiarono l’istanza.
Il 17 giugno 1923 il Comitato per la istituzione della Sesta provincia della Valle dell’Ofanto, costituitosi a Barletta e formato da rappresentanti di tutti e dodici i Comuni aderenti, sottoscrissero e presentarono al Governo una ennesima richiesta.
Il 21 ottobre 1926, mentre si era in attesa di riscontri, fu emanato la legge n. 1890 che soppresse tutte le sottoprefetture, tranne quelle da elevare a provincia. A Barletta, soppresso il Circondario, rimase la Sottoprefettura, così un altro tassello sembrò andare al posto suo nella prospettiva dell’istituzione del nuovo ente. Questa situazione d’incertezza si protrasse fino agli anni Trenta, quando finalmente s’ebbe sentore che il Governo si apprestava a preparare il decreto istitutivo. Ma a questo punto avvenne l’imponderabile, ci riferiamo ai fatti del 1931.

(aprile 2008)

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