| Nel racconto del sen. Biagio Tatòla storia della nascita della nuova Provincia
 
 Quante volte a fronte di un grande avvenimento, a distanza
          poi di anni, manca una adeguata documentazione a beneficio
          delle future generazioni. È il rischio che corre la nascita della nuova
          provincia Barletta-Andria-Trani, specialmente dopo la scomparsa del
          dott. Carlo Ettore Borgia che di quegli eventi era il puntuale redattore.
 A integrare tutta quella documentazione ci
          ha pensato adesso il sen. Biagio Tatò che di
          quell’ultimo percorso storico è stato non solo
          puntuale cronista, ma soprattutto attore.
 Su quelle vicende vede oggi la luce un suo
          saggio “LA NASCITA DELLA PROVINCIA
          DI BARLETTA-ANDRIA-TRANI: RICOSTRUZIONE
          STORICA DELL’ITER LEGISLATIVO
          A PALAZZO MADAMA” a cura
          del giornalista Franco Di Pinto.
 L’apporto del sen. Biagio Tatò, affiancando
          l’opera meritoria di altri pionieri dell’istituzione
          della nuova realtà territoriale, ha il merito
          di essere completa e dettagliata, a cominciare
          dalla sua ripartizione in quattro capitoli.
 Nel primo il prof. Tatò ha ripercorso i precedenti
          storici della nascita della nuova realtà
          territoriale, ricordando le date più remote, risalendo
          a 150 anni addietro, per poi addentrarsi
          in vicende più recenti, come le istanze datate 1923 e 1947. Nel secondo
          capitolo egli ricorda la sua prima esperienza amministrativa a livello
          regionale (2000), e quindi, appena un anno dopo, l’elezione a Palazzo
          Madama e un suo intervento a favore della istituzione della nuova realtà
          regionale (maggio 2001). Poi, con una straordinaria coincidenza,
          proprio nell’anno del V centenario della Disfida di Barletta, gli ultimi
          sforzi della delegazione di Barletta per fare approvare il decreto della
          nascita della nuova provincia. Quanti viaggi a Roma della delegazione
          del Comitato per l’istituzione della nuova provincia, accolti sempre dal
          senatore con grande amicizia mentre frattanto, nei corridoi del Palazzo,
          andava consolidando intese, intrecciando alleanze, impostando strategie,
          e sempre con la segreta speranza di poter conseguire una sola sede.
 E non spendendosi solo per ottenere il decreto istitutivo della VI provincia,
          ma seguendo di pari passo le problematiche sanitarie nella sua
          qualità di componente la commissione Sanità del Senato.
 Il terzo capitolo è dedicato ai vivaci contrasti maturati tra le parti
          per il conseguimento del diffi cile traguardo, curiosamente nel 2003,
          proprio l’anno celebrativo del Quinto Centenario della Disfida.
 E finalmente, nel quarto capitolo, il sen. Tatò ci fa rivivere, attraverso
          una più dettagliata cronaca, le sedute decisive presso Palazzo
          Madama.
 La raccolta della documentazione è una attestazione eccezionale, per
          il conseguimento di uno storico traguardo di un lungo percorso, quasi
          una gara col tempo con più protagonisti, quasi una staffetta che ha di
          volta in volta visto l’impegno dei parlamentari Borraccino, Cioce, Gissi,
          Di Paola, e lui, Biagio Tatò, a tagliare il filo di lana dell’ultima frazione.
 
            
              | Per una forte e condivisa ripresa
                sull’attuazione della provincia policentrica  Molti si chiederanno perché l’uscita di questo volume
                  in questo particolare momento politico in cui tutto sembra
                  congiurare contro le Province e la piena realizzazione del
                  loro ruolo istituzionale previsto dalla Carta Costituzionale.Se poi alle “foschie” del quadro generale, aggiungiamo
                  quelle della nostra situazione particolare che sembra  “condannata” ad una permanente confl ittualità, potremmo
                  dedurne un globale giudizio pessimistico.
 Ma così non è, perché così non è mai stato in tutti
                  questi anni passati, specie quando tutto sembrava irrimediabilmente
                  perduto.
 Ce lo dimostra proprio il percorso storico rivissuto
                  in queste pagine grazie alla disponibilità del pubblicista
                  Franco Di Pinto che ha “passato al setaccio” la mole della
                  documentazione messagli a disposizione, perché ne
                  venisse fuori una descrizione dettagliata per futura memoria
                  di tutti.
 Se adesso c’è un grande rimpianto è forse proprio
                  questo: che intorno a questa tematica che ha appassionato
                  generazioni di politici, non solo barlettani, stranamente proprio oggi,
                  quando è stato raggiunto il traguardo di avere il primo Consiglio Provinciale,
                  la prima Giunta, i primi Uffici, il primo Prefetto, si rischi di perdere
                  o si stia già perdendo quell’entusiasmo e quella passione capaci di farci
                  volare alto, di continuare a saper interpretare la Storia ed i suoi eventi,
                  ponendosi al disopra di ristrette visioni campanilistiche e sapendo guardare
                  allo sviluppo globale di un territorio così ricco di potenzialità umane
                  e sociali.
 Segnare il passo proprio oggi, sei anni dopo, significherebbe rendere
                  vani tutti questi sforzi, rischiando di impantanarsi nella mera gestione
                  amministrativa che non potrà certo portare molto lontano, creando già sul
                  nascere dissapori e malcontenti.
 Auspico sinceramente che la pubblicazione di questo volume contribuisca
                  a far ritrovare negli animi di tutti gli Amministratori e degli abitanti
                  dei dieci Comuni, in primis dei tre Capoluoghi, quell’entusiasmo e
                  quella voglia di affermare in concreto l’esistenza di una nuova Comunità
                  Provinciale capace di camminare con le proprie gambe, affermando con
                  orgoglio una sua Autonomia lungamente perseguita e che oggi attende
                  solo di essere estrinsecata nella realtà.
 Tutti mi sono testimoni che, nonostante le amarezze patite, mi sono
                  sempre battuto per cercare a tutti i costi un punto di convergenza capace
                  di fare dei dieci Comuni una sola Entità territoriale, in grado di favorire la
                  crescita civile ed economico-sociale delle popolazioni, rafforzarne l’unità,
 il senso di appartenenza, la partecipazione.
 Chiudo con questo monito: sarebbe un autentico suicidio sociale e
                  politico rischiare di distruggere oggi tutto ciò che di buono sin qui si è
                  riusciti a costruire.
  Biagio Tatò |  
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