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La storia che non c’è

Le Amministrazioni comunali di Barletta, Margherita di Savoia, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia, Minervino Murge e Spinazzola, intendono attuare, per il corrente anno 2007, un Progetto didattico - seminariale a titolo “La Storia che non c’è - Le parole dimenticate/negate”. La gestione tecnica è affidata all’Archivio della Resistenza e della Memoria che, prendendo spunto dall’incontrovertibile certezza di dover ritenere, l’8 Settembre del ’43, un nodo storico non risolto, invita a riflettere su parole, ancora oggi, fonti di incomprensione e di esplicita e marcata conflittualità sociale, politica e religiosa. Il programma, ha avuto inizio sin dal 27 Gennaio scorso, settima ricorrenza nazionale del Giorno della Memoria,  riconosciuto anche come Giornata mondiale in memoria delle vittime dell’Olocausto dall’Assemblea delle Nazioni Unite. L’opera pittorica, Ultimo appello dell’artista Paolo De Sario, in mostra permanente presso l’Archivio di Barletta, è stata utilizzata, come Poster della ricorrenza, nei comuni di Barletta, San Ferdinando di Puglia e Spinazzola, centri nei quali si sono svolte attività di preparazione agli incontri programmati per i giorni 17, 21, 23 e 24 Marzo, a Barletta.Il monologo NUMERO 1135 di Gianni Hott, nella drammatica recitazione di Maria Antonietta Dibitonto della Ce.Sa.Coop.Arte, ha avuto la funzione di apri pista per le attività programmate nella Multisala Cinema Paolillo, dove, grazie alla generosa disponibilità dell’Avv. Francesco Paolillo, è stato possibile realizzare un’installazione artistica del pittore Ruggiero Spadaro a titolo Ritorno da Auschwitz con la finalità di focalizzare un’idea - evento, la Shoah, in immagini e performance di sicuro impatto emotivo e intellettivo.
Il film Odissea Tragica (1948), finalizzato più a celebrare le previdenze dell’UNRRA, dell’IRO, della POA, Enti sussidiari o legati al famoso Piano Marshall, che non a documentare le atrocità del sistema concentrazionario hitleriano, è la storia di un bimbo cecoslovacco e di sua madre, sopravvissuti ad Auschwitz, che si è ritenuta adatta per una prima informazione sulle problematiche della Shoah per gli alunni delle scuole primarie e medie di Barletta che ne hanno seguito la proiezione con attenzione e produttiva curiosità.
L’analisi concettuale della parola SHOAH, che, più che parola dimenticata, spesso, è parola negata e, superficialmente e pregiudizievolmente, banalizzata, è stata affidata  alla relazione della dott.ssa Laura Simonetta Fontana, responsabile dei Progetti di educazione alla Memoria del Comune di Rimini, che ha fornito una vasta e puntuale interpretazione dai punti di vista linguistico, storico, didattico e negazionista. La Testimonianza di Shlomo Venezia, ha rappresentato il livello della più autentica e certissima documentazione di un evento storico preciso che corrisponde ad un termine, altrettanto preciso, che è dato dalla parola Shoah. Shlomo ha metabolizzato la sua esperienza drammatica di riduzione a non persona per un lungo periodo di afasia, durato quarantasette anni, senza però intaccare minimamente la lucidità dei suoi ricordi, né tanto meno, la freschezza della sua memoria. Che non è, solo e semplicemente, memoria sua personale. Le  sue risposte alle nostre domande non appagano solo la nostra naturale curiosità, non soddisfano, solamente, le nostre sentite e avvertite esigenze di conoscenza critica di ordine intellettivo. Sono risposte che ci coinvolgono sino a tacitare quel normale senso di condivisione umana della sofferenza che ci fa uomini, tramutandolo in chiara ed esplicita empatia. La sua memoria, la memoria di un individuo che, oggi, ha recuperato un nome e un volto, quelli di Shlomo, che convivono civilmente con il numero 182727 marchiato a fuoco sul suo braccio nell’inferno di Auschwitz, è memoria della Shoah. È Memoria che ci impone di fare qualcosa e di essere “cittadini maggiormente responsabili e consapevoli di quelli che sono i diritti e i doveri di tutti”. Questo lavoro educativo e formativo insito nella Shoah, che l’Archivio di Barletta, privilegia sugli aspetti, sia pure impegnativi di dichiarazioni come “Per non dimenticare”, o “Mai più”, che chiosano, a volte, la pubblicizzazione di una tremenda pagina di storia del nostro tempo esponendola a rischio di retorica o di business, impone seri impegni di realizzazione, perseguibili solo attraverso metodologie di lavoro comunitario. La memoria storica, la memoria collettiva di Auschwitz e della Shoah “non può essere insegnata per imperativi, per dogmi, per prediche, ma va spiegata, dibattuta, condivisa”. Né, tanto meno, può essere ridotta ad una esclusività di dispacci ministeriali, fatti propri dalle Prefetture, e comunicati alle Amministrazioni comunali due o tre giorni prima del 27 gennaio di ogni anno. È memoria che abbisogna del contributo di vari linguaggi, univocamente diretti a garantire acquisizioni critiche in ogni persona.
Senza minimamente sottovalutare il rilevante numero di partecipanti che, in questa prima fase di analisi del progetto La Storia che non c’è (duemila persone tra alunni delle scuole primarie, medie e superiori, con i loro docenti), hanno avuto il privilegio di vivere esperienze didattiche particolari, coronate dagli interventi specialistici sulla funzione didattica del cinema nella Shoah, della professoressa Maria Carmela Grasso della scuola media “A. Covotta” di Avellino e del regista Egidio Eronico a supporto della penetrante proiezione del suo film My Father, resta il rammarico dell’Archivio di non aver potuto allargare il proprio intervento alla partecipazione  di tutti gli studenti delle scuole della BAT. Quel numero è, comunque, il giusto quantitativo di un campione statistico di giovani del nostro territorio che vogliano seriamente riflettere sulla propria storia. Oltre tutto, poi, è di stimolo per quanti hanno responsabilità informative, formative ed educative, a non desistere e ad opporsi ad ogni tentativo di negazione o di banalizzazione di una siffatta ed onorata Memoria.
* Responsabile dell’Archivio della Resistenza
e della Memoria di Barletta

 

PROGETTO 2006/2007
LA STORIA CHE NON C’È (Le Parole Dimenticate/negate)

La Storia che non c’è è la storia esclusa dalla dignità ufficiale della storia nazionale, reclusa negli stretti spazi delle Memorie locali, per lo più considerate provinciali. Quella storia rubricata di scarso spessore scientifico che è di ostacolo, a volte, al funzionalismo culturale egemone di taluni intellettuali o di gruppi sociali, politici, religiosi e governativi.
“La Storia che non c’è” non c’è nei libri di scuola, non c’è nella documentazione degli Archivi, non c’è negli articoli dei giornali, non c’è nelle riviste specializzate, non c’è nei convegni e nei seminari di studi, non c’è nelle conferenze degli specialisti di settore, non c’è nelle celebrazioni annuali, nei riti e nelle parate commemorative nazionali, regionali, provinciali e comunali di eroi conosciuti, sconosciuti o, per sempre, ignoti.

OPERATIVITA' - “La Storia che non c’è”, nasce da momenti essenziali nella storia dei popoli che diventano punti fondamentali di snodo di natura epocale.Così è stato ed è per la storia d’Italia. L’8 Settembre 1943, più che il 25 Luglio 1943.
E, quell’otto settembre 1943, più che un punto e a capo, è da considerarsi una data della nascita di un nodo complesso della nostra storia nazionale che ha dato l’avvio a parole ancora oggi fortemente contrastate e spesso dimenticate o negate come Resistenza, Shoah e Foibe.

Il PROGETTO - È  proposto dall’Amministrazione Comunale di Barletta, capofila di un Protocollo d’Intesa tra le Amministrazioni Comunali di Margherita di Savoia, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia, Minervino Murge e Spinazzola.

ATTUAZIONE - Il Progetto è attuato dall’Archivio della Resistenza e della Memoria - Forum delle Associazioni per la Cultura  che si avvalgono del partenariato dell’Editrice Rotas e Foto Rudy.

DESTINATARI - Il Progetto è diretto agli operatori delle Scuole Primarie e Secondarie dei Comuni della BAT( provincia di Barletta, Andria e Trani), agli studenti delle Scuole medie e superiori, alle Associazioni culturali operanti nel territorio.

ARTICOLAZIONE - Il Progetto si articola in Convegni - Seminario di studi e con i Viaggi della Memoria in Montenegro, Cefalonia ed Auschwitz.

CALENDARIZZAZIONE - Quel nodo complesso dell’8 Settembre ’43
Marzo 2007       Parole dimenticate/negate: SHOAH
Settembre 2007    Parole dimenticate/negate: Resistenza, Cefalonia - Foibe.

Viaggi della Memoria
Luglio 2007                       Viaggio in Montenegro
Agosto 2007                      Viaggio a Cefalonia 
Ottobre 2007         Viaggio ad Auschwitz

Luoghi della Memoria - Il Progetto avvalora significativamente la programmazione istituzionalizzata dell’Archivio della Resistenza e della Memoria, sia con le attività annuali del Giorno della Memoria e della festa della Liberazione che dell’intero mese di Settembre, come Mese della Memoria nella BAT, che si attua da ormai tre anni nel modo seguente:
• 11 Settembre - Omaggio ai Caduti nella Battaglia del Crocifisso (11.09.43) in collaborazione con la Parrocchia del SS. Crocifisso di Barletta e il Comando dell’82° Fanteria “Torino”
• 12 Settembre  - Omaggio ai Vigili urbani e netturbini, barbaramente uccisi dai nazisti. La cerimonia si svolge in collaborazione con il Corpo dei Vigili urbani di Barletta e con il SULPM, organizzando un Convegno Nazionale e attivando i canali necessari per un riconoscimento del giorno 12 Settembre come Giorno Nazionale della Memoria dei Caduti della Polizia Locale.
• 21 Settembre - Omaggio ai Caduti di Murgetta Rossi, 4° Raduno Provinciale della BAT a Spinazzola

Luigi Di Cuonzo (aprile 2007)

 

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