| L’Archivio della  Memoria di Barletta al seminario di Rimini  Insegnare la shoah non è solo  Auschwitz ma è anche educare ai diritti umani  Senza  alcuna retorica, l’Archivio della Resistenza e della Memoria della nostra città,  con la partecipazione al seminario di Rimini, ha potuto attingere e raccogliere  molteplici spunti di riflessione e un valido approfondimento non solo per la  ricerca e la divulgazione storica ma anche per le attività didattiche Educare ai Diritti  Umani, insegnare la Shoah: una sfida possibile è il titolo accattivante quanto  provocatorio di un seminario di formazione per docenti, tenuto a Rimini e  promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione, avvalendosi della  collaborazione del Museo della Shoah di Roma, dell’Istituto per la Storia della  Resistenza e dell’Italia Contemporanea di Rimini, dell’Istituto Nazionale per  la Storia del Movimento di Liberazione in Italia nonché dello Yad Vashem, il più  importante Centro Internazionale per gli studi sull’olocausto con sede a  Gerusalemme.A riparo da interpretazioni  eccessivamente teoretiche, il convegno, che ha visto la partecipazione  dell’Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta, ha inteso  sviluppare e approfondire non solo gli eventi storici legati alla Shoah, dalla  nascita del nazismo all’emanazione delle leggi anti-ebraiche, dalla  deportazione nei campi di concentramento alla soluzione finale, ma soprattutto  ha voluto fornire preziosi strumenti e innumerevoli stimoli per la  realizzazione di percorsi didattici, costituendo una risorsa fondamentale,  oltre che imprescindibile, per quanti operano nella formazione non solo delle  menti ma in particolar modo delle coscienze umane.
 Non a caso nel corso dell’apertura  dei lavori i relatori, sottolineando più volte l’urgenza di formare i formatori,hanno affermato che Insegnare la Shoah è un dovere civile prima che  un’esigenza didattica ancor più perché la società europea contemporanea appare  ormai dilaniata e contaminata da una forma di antisemitismo strisciante e da  una sorta di negazionismo per quanto è avvenuto nei confronti di ebrei,  oppositori politici, omosessuali e rom. Educare le nuove generazioni alla memoria,  al rispetto dei diritti umani e alla pace fra i popoli è la sfida del terzo  millennio perché la follia cieca non si ripeta mai più e, affinché l’umanità  intera possa vivere consapevolmente il presente, partecipando in modo  coinvolgente e responsabile e costruendo un futuro lontano da barbarie e da  ogni posizione che leda la dignità di ogni uomo e cittadino.
 Un contributo notevole circa i  percorsi didattici e i laboratori affrontati è stato fornito da Laura Fontana,  responsabile del Progetto Educazione alla Memoria del Comune di Rimini, la  quale, con onestà intellettuale, ha suggerito possibili e interessanti unità  didattiche da realizzare con alunni di scuole medie inferiori e superiori come Sport  e diritti umani, storie di uomini e donne alle Olimpiadi di Berlino 1936,  un tema che senza dubbio può catturare e suscitare l’interesse degli allievi  sia più motivati che di quanti mostrano scarsa propensione allo studio della  storia spesso considerata disciplina noiosa e lontana dal nostro vissuto.
 Cinema  e Shoah, insegnare  la Shoah attraverso le immagini, lavoro di gruppo condotto da Gianlorenzo  Maccalli e Andrea Portani dell’ITCG Pacioli di Crema, ha suscitato  l’attenzione di non pochi docenti anche perché, in un’epoca fortemente  iconicizzata, le immagini diventano un potente veicolo di trasmissione di  saperi e di valori; è stato suggerito a riguardo una serie di film come Notti  e nebbie di Alain Resnais 1955, La passeggera di Munk 1963 e Ambulans di Morgestern 1961, avvalorando la tesi ormai condivisa di come sia possibile  insegnare l’olocausto non solo mediante un’antologia di scritti ma anche con il  linguaggio audiovisivo e cinematografico tipico della fiction e soprattutto con  metodo rigoroso e duttile di tipo rosselliniano.
 Maria Teresa Brancaccio, responsabile  dei progetti educativi in Italia e in Europa della fondazione Anna Frank, ha  avuto il compito di illustrare Free two choose: si tratta di una  presentazione interattiva, realizzata mediante brevi filmati, con lo scopo di  far riflettere sul grande valore della libertà dell’uomo e su come alcuni  diritti di libertà possono essere in conflitto tra di loro. Ponendo numerosi  quesiti sulla libertà d’espressione, il diritto alla privacy e la libertà di  religione, il programma educativo rappresenta, sicuramente, mediante esempi  concreti e domande provocatorie, un concreto supporto nel campo della  formazione per l’educazione dei diritti inalienabili dell’uomo.
 Particolare apprezzamento, infine, è  stato espresso dalla stessa Maria Teresa Brancaccio, nei confronti del  responsabile dell’Archivio della Resistenza e della Memoria, prof. Luigi Di  Cuonzo, per avere adattato in forma di mostra espositiva, il lavoro di  approfondimento storico della Fondazione Anne Frank di Amsterdam dal titolo  Chronology of Jewish Constituction. Si tratta di un laboratorio a titolo Le  banalità delle leggi razziali nel Terzo Reich, sulla responsabilità  degli spettatori, sperimentato per ben  quattro anni con alunni delle medie inferiori e superiori delle scuole di  Barletta, San Ferdinando di Puglia e Latiano in provincia di Brindisi.
 Francesca LeoneUfficio Stampa dell’Archivio
 della Resistenza e della Memoria
 (novembre 2007)
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