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Canne 2(0)16 - L'anno della svolta?
La Battaglia di Canne
Canne 216 a.C. La più grande battaglia dell'antichità
Guida alla cittadella di Canne della Battaglia
Canne nelle fonti storiche dal 216 a.C. al 1294
Guide to the citadel of Cannae
La Cittadella di Canne dalla preistoria al medioevo
Canne e la memoria Storia di un sito archeologico
La Battaglia di Canne e la campagna annibalica in Puglia nel contesto della seconda guerra punica
Canne della Battaglia tra storia e archeologia VI millennio a.C. - 1294 d.C.
 

 

Ancora un libro di Renato Russo sulla Cittadella
FRA DUBBI E INCERTEZZE IL FUTURO DI CANNE

È in libreria “Storia della decadenza di un sito: Canne 2(0)16 l’anno della svolta? Giorno dopo giorno, fra cronaca e storia, 1986-2016”, un reportage sugli eventi negli ultimi trent’anni del famoso sito annibalico. Scritto da Renato Russo e corredato da 150 illustrazioni, è completato da una introduzione di Ruggiero Mennea e da una prefazione di Michele Cristallo. Qui l’autore, partendo dal 1999 (cioè dalla riapertura dell’Antiquarium), di quel periodo traccia un rapido excursus per giungere fino ai giorni nostri, densi di dubbi e incertezze, ma anche di promettenti prospettive.

 

Le responsabilità del decadimento del sito annibalico

Cerchiamo di riepilogare le cause del decadimento del sito di Canne della Battaglia, dettagliandone i motivi attraverso una loro cronologizzazione, non allo scopo di un infruttuoso autolesionistico compiacimento, ma semmai per scongiurare l’eventualità di una biasimevole reiterazione dei medesimi errori che tanti danni hanno prodotto al nostro storico sito. Cominciando dai tempi della riapertura dell’Antiquarium, nell’aprile del 1999. Il sito era stato affidato alla direzione dell’archeologa dott.ssa Marisa Corrente la quale, purtroppo, fin dagli esordi del suo insediamento, orientò il suo atteggiamento verso una valutazione negazionista del sito annibalico, a favore di una opzione riduttivamente medievale. E avvenne così che quando la Sovrintendenza archeologica regionale - due anni dopo - la incaricò di compilare un pieghevole che catalogasse i più importanti siti di Puglia, di Canne della Battaglia - in quella brochure - non c’era traccia!!!.
La conferma di questo distruttivo orientamento un anno dopo, quando il Touring Club Italiano inventariò i più noti siti archeologici di Italia. Quale non fu la nostra amara sorpresa quando ci accorgemmo che nel testo Canne mancava, e quando ne chiedemmo ragione alla sua compilatrice, la dott.ssa Lucia Moretti, ci rispose che nessuno aveva accreditato il famoso sito come annibalico (come sarebbe stato lecito aspettarsi) ma che anzi - respinta questa attribuzione – la Cittadella restava un semplice, spoglio sito medievale di trascurabile importanza, quindi non meritevole di essere neppure menzionato in un inventario che di siti medievali ne catalogava oltre mille!
A Barletta, ancora una volta, l’Amministrazione sottostimò questi gravi pregiudizi arrecati in danno del nostro mitico sito, ridotto ad una irrilevante stazione archeologica di terz’ordine. Cominciarono così a calare vistosamente le visite al sito e il grande parcheggio, ricovero un tempo di numerosissimi pullman di studenti e di turisti, ridotto ad un ricettacolo di rinsecchite sterpaglie ed il registro delle firme delle visite al sito divenuto anoressico.
Isolata dal mondo accademico (dopo il clamoroso flop del Forum Internazionale del 1997), tagliata fuori dai circuiti turistici regionali e nazionali, ignorata dai tour operator, inesorabilmente Canne andò incontro ad un lento disinteresse turistico e a un progressivo degrado archeologico.

 

Da Tuoro Brizzi tenta di rilanciare Canne (2003)

Il 25 e 26 ottobre del 2003 il prof. Giovanni Brizzi organizzò un convegno nazionale a Tuoro sul Trasimeno su “Annibale e la guerra lampo sui luoghi delle battaglie”. Per Barletta, il sindaco Salerno delegò l’assessore Pietro Doronzo a rappresentare la città, mentre il prof. Brizzi invitò il sottoscritto a relazionare sulla battaglia di Canne. In quella circostanza al professore (che in quei mesi stava contribuendo all’allestimento del progetto europeo la “Rotta dei Fenici” proiettato su un orizzonte mediterraneo) balenò l’idea di un viaggio di Annibale lungo il percorso italico delle sue battaglie vittoriose: Ticino, Trebbia, Trasimeno, Canne: insomma, un’anticipazione del “Cammino di Annibale sulla Rotta dei Fenici”.
La Rotta dei Fenici era il progetto europeo generale, destinato a realizzarsi attraverso il Cammino di Annibale in 18 paesi aderenti fra cui la Tunisia, la Francia, la Spagna e quindi l’Italia che - sotto la spinta del prof. Brizzi - alla Rotta dei Fenici proporrà il Cammino di Annibale partendo da Tuoro sul Trasimeno (la località del convegno, altro mitico luogo di una delle memorabili vittorie del Barcide). Città che - ispirata da Brizzi - invitò al gemellaggio Canne della Battaglia (cioè il Comune di Barletta).

 

Ma il nostro Comune gioca su tre tavoli  (2011)

Delegato a seguire l’iter annibalico, il consigliere Franco Ruta, ma con scarsi e inadeguati risultati perché il sindaco Nicola Maffei - frattanto subentrato a Salerno - giocava la sua partita di rilancio storico turistico della Canne annibalica simultaneamente su tre tavoli: a livello nazionale intrattenendo propositivi rapporti coi vertici organizzativi della Rotta dei Fenici che esaltava l’impresa cannense del Barcide; a livello regionale con la Sovrintendenza archeologica che invece la delegittimava. E come se non bastasse, fra tanta confusione, subendo la estemporaneità delle banali iniziative del Comitato pro Canne della Battaglia, sgradite alla Rotta dei Fenici (che diffidò Vinella dall’usare il suo logo), ma tollerate in loco dalle autorità comunali che anzi talvolta ne finanziavano le iniziative.
Tre direttrici che si annullavano fra di loro. Un rebus. Con la conseguenza che mentre il Comune di Tuoro sul Trasimeno cominciò a realizzare il suo progetto di rilancio turistico (basta verificare gli straordinari risultati su internet), Barletta, impigliata in queste contraddizioni, finì con l’impantanarsi.
Fuochi di paglia sul recupero annibalico che esaurivano le loro fiammate nel giro di poche ore, erano le presentazioni dei libri che su Canne e su Annibale si andavano scrivendo in quegli anni i cui autori (uno per tutti, Paolo Rumiz) naturalmente transitavano prima per Barletta ignari che, ad attenderli al varco, c’era la dott.ssa Corrente che - apertamente, durante le presentazioni, fra lo sbigottimento degli autori e l’indifferenza degli amministratori locali - continuava a manifestare il suo irridente dissenso sulla localizzazione della battaglia, ribadendo ancora una volta trattarsi di un modesto sito medievale e contestando la localizzazione del celebre scontro, non segnalandone peraltro uno alternativo.
Non solo. Ma proponendo al Ministero alla Cultura la smobilitazione della sala annibalica, destinandola ad una mostra… di gatti! (in un periodo in cui in Italia numerosi si pubblicavano gli studi sul condottiero cartaginese e sul sito cannense). E, come al solito, col compiacente silenzio-assenso della nostra Amministrazione comunale che partecipò anzi gioiosa all’inaugurazione (indecifrabile l’agnostico perplesso silenzio del sovrintendente Giuseppe Andreassi).

 

Il teatrino dell’assurdo

Questo il teatrino dell’assurdo che abbiamo vissuto in quegli anni, in tre lunghissimi lustri, di un Comune che simultaneamente accettava e subiva questa palese contraddizione: da un canto assecondando la Sovrintendenza su questa impostazione negazionista, e dall’altra non mancando di seguire il percorso dei promotori del Cammino di Annibale sulla Rotta dei Fenici che invece guardavano al sito cannense come al più prestigioso del percorso annibalico in Italia. Ma se ne dovettero presto ricredere e “mollarci” per il contraddittorio atteggiamento tenuto dall’Amministrazione Comunale.
In quei giorni ne parlai per telefono con uno sfiduciato Antonio Barone, che della Rotta dei Fenici era il direttore generale, il quale, manifestando le sue perplessità su queste incomprensibili contraddizioni, assimilò questa vicenda barlettana al Teatro dell’Assurdo di Durrenmatt! E così abbiamo vissuto quegli anni, fra deluse speranze di improbabili ravvedimenti, e la fatalistica rassegnazione della Società di Storia Patria (Raffaele Iorio) e dell’Archeoclub (Pietro Doronzo) ad un’assurda impostazione priva di prospettive.
Emergeva frattanto, in quegli anni, il persistente impegno del consigliere regionale Ruggiero Mennea nel farsi promotore di una legge di finanziamento a beneficio del sito di Canne, presentato come luogo della famosa battaglia (per il sito medievale la Regione non avrebbe erogato un centesimo, e del resto nel merito della querelle dicotomica “Canne annibalica o Canne medievale” essa non è mai voluta entrare).

 

Meglio tardi che mai, in viaggio con Annibale

Purtroppo anche gli ultimi anni sono stati segnati da una gestione della vicenda in chiaroscuro, nella persistenza di una equivoca situazione di indeterminatezza, aggravata dalla più completa disinformazione dei vertici dell’Amministrazione verso quei soggetti che pure avrebbero potuto fornire almeno una precisa conoscenza di fatti, antefatti e retroscena. Finché, promossa dall’attuale Amministrazione Comunale, e ispirata dal Cammino di Annibale, l’anno scorso non s’è inaugurata la mostra “Annibale, un viaggio” e il prof. Brizzi non ci ha onorato di una sua autorevole relazione per presentare il suo ultimo libro, Canne la sconfitta che fece vincere Roma, relazione invero più incentrata sul mitico personaggio punico che sulla famosa battaglia.
Dunque, la valorizzazione della Canne annibalica! E quasi rispondendo ad un atavico interrogativo a lungo inevaso, il professore aprì il suo “prologo” sia sul libro che nella presentazione nella Sala Rossa, con una circostanziata risposta all’antico dilemma sulla localizzazione del sito: “È qui, non altrove”, rispose Brizzi perentorio, fornendo plausibili ragioni storiografiche e topografiche, all’incongruo agnosticismo della Sovrintendenza. Avrà finalmente il Comune il coraggio di tagliar netto con un passato opaco e contraddittorio e di riportare indietro le lancette di vent’anni, quando quel sito era universalmente giudicato annibalico? Avrà la lungimiranza di proporre un progetto di rilancio turistico del sito in chiave annibalica?
Ancora cauto il sovrintendente Fabrizio Vona, ai fini di un più incisivo coinvolgimento del sito annibalico nel Polo Museale di cui non si intravedono ancora le potenzialità di rilancio (vedi la riapertura dell’Antiquarium e il ripristino del personale), forse frenato dal completamento dei lavori strutturali. Ed in questo aggrovigliato contesto, quale sarà il ruolo di Simonetta Bonomi, responsabile della Soprintendenza Archeologica della provincia di Foggia e di Barletta-Andria-Trani? Tanti sinceri auguri, intanto, alla nuova direttrice del sito archeologico di Canne, la dott.ssa Miranda Carrieri. Mentre non pare sia preso da dubbi interpretativi riduttivi Aldo Patruno, direttore regionale dei Beni Culturali, sulla annibalicità del sito, se ha arredato il suo studio con una riproduzione delle fasi finali della famosa battaglia. Buon lavoro, infine, a Ruggiero Mennea, con l’auspicio che tenga alta la tensione sul rilancio del famoso sito.

Renato Russo
(1 agosto 2017)

Gianni Brizzi e Pietro Doronzo Pasquale Cascella Pietro Doronzo
1 agosto 2016. Gianni Brizzi e Pietro Doronzo sull’atrio del Castello dopo trent’anni dal loro primo incontro, fanno il punto sulle prospettive del sito annibalico di Canne Il sindaco Pasquale Cascella e il consigliere regionale Ruggiero Mennea con l’assessore alla cultura Loredana Capone e il presidente della Provincia Francesco Spina Pietro Doronzo
Canne, operazione ripescaggio

Archeoclub

Titoli della Gazzetta del Mezzogiorno

Titoli della Gazzetta del Mezzogiorno
Titoli della Gazzetta del Mezzogiorno
Canne 2(0)16 - L'anno della svolta?
Copertina del libro Pieghevole sulla mostra dei gatti

 

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