| LETTERA AL SIG. MINISTRO, AURELIE FILIPPETTILa tomba del nostro grande artista
          dimenticata al Père Lachaise
 
 
 On. le Madame FILIPPETTI,
 mi rivolgo a Lei quale “Italienne            à Paris” più amata di Francia e poi come
            attuale Ministro della Cultura e delle Comunicazioni.
 Da persona incompetente, a differenza
            di Lei, ho scoperto in questi giorni, per puro
            caso, le straordinarie qualità del pittore pugliese
            Giuseppe De Nittis, all’epoca amico
            ed assai vicino agli impressionisti francesi.
 Tutto questo grazie allo straordinario
            ed attento battage divulgativo, su autorevoli
            quotidiani e riviste nazionali, intento
            a promuovere l’eccellente mostra (dal
            19 gennaio al 26 maggio 2013) dedicata
            all’artista a Palazzo Zambarella di Padova,
            curata in ogni minimo dettaglio dalla Fondazione
            Bano.
 Essendo anch’io un pugliese apprendo
            poi, con non poco compiacimento, che
            un’altra importante retrospettiva sul nostro            “Italien de Paris” aveva già ospitato, tra
            il 2010 ed il 2011, diverse preziose tele
            dell’artista pugliese, non in una struttura
            qualunque, bensì presso il Petit Palais di
            Parigi dove, tra l’altro, al pari del prezioso
            Carnavalet (chissà poi per quale motivo sia
            ancora così poco considerato da noi italiani),
            si trovano esposte in maniera permanente
            alcune sue singolari creature.
 A livello personale (glielo confido) sarà            stata sicuramente la Ville Lumière l’argomento-
            calamita che avrà attratto, come
            sempre, la mia morbosa curiosità; approfondendo
            un tantino sull’argomento ho
            compreso che qui, lo straordinario Peppino,
            vi arrivò da Barletta, all’età di 21 anni
            e sempre qui, due anni dopo, sposò la dolcissima
            Léontine Gruvelle, (per gli amici
            Titine o meglio ancora, per quelli che come
            lei amano particolarmente la scrittura, con
            lo pseudonimo di Olivier Chantal).
 Con lei De Nittis trascorse a Parigi
            momenti davvero felici, nella villetta della
            Jonchère prima e successivamente e in
            Avenue de l’Imperatrice.
 Le cronache dell’epoca, descrivono
            Léontine, come una donna “trés charmante”,
            perfetta padrona di casa, come si suol
            dire.
 Personalmente, osservando il celebre
            autoritratto a pastello del pittore pugliese,
            con salotto parigino come sfondo, ho avuto
            la sensazione di ascoltare, quasi realmente,
            un “Benvenuto nella nostra dimora, spero
            sia di tuo gradimento. Manet e Degas, Wilde
            e Zola, i Dumas, Matilde Bonaparte e
            gli altri amici si uniranno tra poco a noi”.
 Le ricordo, a titolo di cronaca, che
            Peppino, nel 1874 partecipò alla prima
            mostra degli Impressionisti presso lo studio
            del fotografo Nadar e poi, ancora, in
            occasione dell’Esposizione Internazionale
            parigina, nel 1878, venne insignito della
            Legion d’onore. Una delle sue opere, Le
            rovine delle Tuileries, venne acquistata dal
            governo francese per il Museo del Lussemburgo.
 Ma veniamo alla richiesta…
 È bene sapere, Ill.mo Ministro, che
            qualcuno di noi, in Italia, lamenta (seppur
            le spoglie di Giuseppe, a Parigi, pare che
            siano in buona compagnia, data la vicinanza
            con la tomba di Chopin) che al Père
            Lachaise non compaia, ad esempio, il suo
            nome sulla targa dei sepolti illustri. Per dirla
            tutta, ci si azzarda, persino, ad asserire
            che se non fosse per il Comune di Barletta
            (dove nacque Peppino nel 1846) la tomba
            non verrebbe, forse, nemmeno spolverata.
 Pare, infine, che dallo stesso comune
            siano state inoltrate, a più riprese, numerose
            richieste di tumulazione all’interno della
            fondazione locale a nome del pittore, ovviamente
            senza alcun riscontro favorevole.
 Sempre a Barletta, in Corso Vittorio
            Emanuele, nella casa in cui nacque De Nittis,
            il Comune ha provveduto a far apporre
            una degna targa commemorativa.
 Se Lei dovesse ritenere opportuno, in
            qualche modo, dover attuare anche a Parigi
            qualcosa di analogo per le diverse abitazioni
            ed atelier, occupate dai De Nittis
            nel corso della loro esistenza (così come
            avviene, d’altra parte, per numerosi altri
            personaggi celebri) non immagina quale
            grande regalo farebbe alla nostra Italia.
 Ho consultato recentemente il sito ufficiale
            web del Comune di Saint Germain
            en Laye, luogo in cui, nel lontano 1884,
            Giuseppe De Nittis morì improvvisamente
            all’età di soli 38 anni.
 Anche qui, ahimé, nello spazio dedicato
            ai personaggi celebri, del pittore impressionista
            neppure “l’ombra … di un
            pennello”.
 Grazie dal profondo del cuore da parte
            di noi italiani ed in particolare di tutti gli            “Italiani a Parigi” per ciò che eventualmente,
            nei limiti delle concrete possibilità,
            potrà disporre.
 Tonio Scanderebech (Marzo 2013) << vai all'indice del canale |