| INAUGURATA… LA
              PINACOTECA TISSOT
 Erano almeno quindici anni che attendevamo il trasferimento della Pinacoteca “De
          Nittis” dal Castello a Palazzo della Marra e, quando finalmente è giunto
          quel momento, il trasferimento è avvenuto in coabitazione con
          un altro artista, con l’aggravante che a quest’altro pittore,
          il francese James Tissot, di non grandissima notorietà, è stata
          data maggiore visibilità. A cominciare dall’invito per
          la serata inaugurale che reca l’immagine di un suo dipinto, lo
          stesso utilizzato sia per i manifesti affissi sui muri della città che
          per la copertina del Catalogo della Mostra e, per finire, del Tissot è ancora
          la figura che campeggia sullo smisurato striscione che ricopre una
          parte della facciata del palazzo dell’esposizione.
 Così, nelle giornate che avrebbero dovuto storicizzare, dopo
          quasi cento anni, la definitiva sistemazione della collezione denittisiana,
          nel più famoso palazzo della città, ci siamo sentiti,
          invece, amareggiati e delusi davanti ad una mostra dalla quale De Nittis
          usciva mortificato, e Tissot, al contrario, valorizzato oltre i suoi
          meriti.
 E non è tutto! Pare certo, infatti, che a luglio, al termine
          della mostra, dopo il ritiro dei quadri del pittore francese, del De
          Nittis verrebbero lasciati in esposizione solo un terzo delle 172 opere
          da cui è formata la Pinacoteca. E gli altri quadri? Tornerebbero
          ad essere imballati e quindi negati al godimento dei visitatori. E
          c’era bisogno di trasferirli dal Castello? Tanto valeva lasciarli
          dove si trovavano! Un vero arbitrio, quest’opinabile decimazione,
          per un palazzo così grande, a suo tempo scelto, oltre che per
          la sua magnificenza, proprio per realizzare una più dignitosa
          esposizione dell’intera produzione denittisiana.
 Ma c’è dell’altro! Nel catalogo purtroppo - non
          bisogna essere degli esperti per accorgersene - numerosi dipinti del
          nostro pittore, tra i più noti, si presentano fortemente alterati
          nelle tonalità cromatiche come le tele Colazione in giardino,
          Le corse a Longchamp, Alle corse di Auteuil, Sulla seggiola, Passeggiata
          Invernale ed altre, dove la tonalità di fondo è chiaramente
          alterata, niente affatto corrispondente all’originale.
 Per non parlare di tante altre vistose lacune, a partire dalla disastrosa
          giornata inaugurale. E che dire del prezzo di ingresso che ci pare
          francamente esagerato, soprattutto se applicato indiscriminatamente
          ai Barlettani?
 Ci domandiamo: decisioni prese da chi, se nessuno degli operatori culturali
          barlettani ne sa nulla? Né alcuna delle associazioni da noi
          interpellate, né gli esperti studiosi che a queste tematiche
          hanno dedicato una vita di studi? Resi dunque tutti estranei, gli uni
          e le altre, alle tematiche culturali cittadine, nella propria stessa
          città, ridotta da qualche anno alla stregua di un paesello colonizzato.
 Crediamo sia giunto veramente il momento di dire basta a quest’indecorosa
          ed insostenibile situazione.
 
 Ruggiero Borgomastro (aprile 2006) << vai all'indice del canale |