| La vita di De  Nittis raccontata da R. Russouna  biografia breve ma intensa
 L’ultimo libro di Renato Russo, in  questi giorni in libreria per i tipi della Editrice Rotas, è un testo gradevole  e ben fatto, perché contiene, in poco meno di duecento pagine e cento  illustrazioni, un indice estremamente ricco. Il testo è diviso in tre parti: la  biografia del grande artista barlettano, storia e architettura del palazzo  della Marra e un dovizioso carnet di appendici: la cronologia della vita, la  storia delle peripezie della quadreria per approdare alla sua definitiva  sistemazione, l’elenco dei quadri in esposizione, una bibliografia aggiornata e  così via. Senza nulla togliere a questi interessanti e pur utili apparati, come  alla puntigliosa ricostruzione della storia di palazzo della Marra, la parte più  interessante è la biografia dell’artista.Riccamente illustrata (53  illustrazioni perlopiù a colori delle opere più rappresentative), la vita di De  Nittis raccontata dall’inizio alla fine con grande dovizia di particolari.  Quello che colpisce, in questa biografia, rispetto ad altre più corpose, è  l’amabilità del racconto. È come se l’autore ci volesse far penetrare nella  vita più intima di Peppino De Nittis per farcene condividere ogni percorso, dai  primi ricordi di ragazzino impenitente, presto orfano di entrambi i genitori,  alle ribellioni napoletane, attratto più dalla natura e dalla campagna, che  dalle fredde lezioni impartite presso l’Istituto d’Arte, quindi l’approdo a  Parigi, le prime ansie, il felice matrimonio con Léontine, i primi incerti  passi e poi il travolgente successo, i suoi numerosi viaggi in Italia (ma  meglio sarebbe dire a Napoli) e in Inghilterra. Fino alla drammatica morte,  fulminato da una emorragia cerebrale a soli 38 anni, nel pieno del suo vigore  artistico.
 Il racconto procede rapido e incalzante come una  cronaca giornalistica, ma - pur nella sua concisione - ricco di spunti preziosi  e di interessanti risvolti umani, come il furto del portafoglio alla Stazione  di Torino, mentr’era in viaggio per Parigi; la prematura morte della  figlioletta di un mese; la lite col suo miglior amico, il Cecioni; l’acquisto  delle sue case; l’incontro con Carlo Cafiero (erano stati compagni di scuola);  la ricca quotazione dei suoi quadri (sapevate che De Nittis vendeva nell’ordine  delle migliaia di franchi, mentre gli altri grandi impressionisti del suo tempo  solo delle centinaia?).
 E poi notazioni sulla sua arte, con il rammarico che  De Nittis sia sottostimato dagli stessi critici italiani, che nelle loro anche  più recenti pubblicazioni preferiscono dare maggior spazio ad artisti a lui  contemporanei, manifestamente più modesti.
 Un testo completo, pur nella sua concisa esposizione,  ricco di informazioni, dalla riproduzione a colori delle sue tele più  significative, impreziosito da una prefazione di Raffaele Nigro.
 Per tanti anni i pugliesi hanno trascurato il nostro  grande artista, relegato nella soffitta delle loro dimenticanze. Oggi che ha  trovato in Palazzo della Marra, la sua definitiva collocazione, è tempo di  scoprirlo e di apprezzarlo come merita
 Ilaria Ricco (dicembre 2007) << vai all'indice del canale |