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 Il problema non sono gli  otto sospesi… Con  riferimento al vostro intervento di ieri lunedì 14, inspiegabilmente e  gratuitamente offensivo nella forma della esposizione e nella sostanza delle  argomentazioni, mi sia consentita qualche precisazione, che mi auguro leggiate  senza prevenzione e soprattutto senza l’esercizio di un ridimensionamento  censorio.*   *   *Innanzitutto  tengo preliminarmente, ancora una volta, a puntualizzare (come giornalista e  non come politico, un mondo che mi sono lasciato alle spalle tanti anni fa) che  la mia presa di posizione non è assolutamente a favore degli otto sospesi dal  PD di cui a mala pena conosco i nomi. Anzi, ho più volte stigmatizzato il fatto  che essi non abbiano portato la sfiducia al sindaco al dibattito in Consiglio  Comunale.
 Il mio  disappunto è rivolto contro la condanna degli otto e la nessuna riprovazione  verso il sindaco e il suo capostaff che hanno guidato l’amministrazione  comunale in questi anni con criteri assolutamente personali. Ci piaccia o meno,  è un dato di fatto che l’esito del loro intervento (sia pure censurabile sul  piano formale) ha però interrotto di fatto una conduzione gestionale largamente  contestata dalla base. Il mio punto di vista è che andavano stigmatizzate  entrambe le parti, e non solo gli otto “reprobi”, perché diversamente si  potrebbe fare strada, nell’opinione pubblica, la plausibilità del modo  verticistico di guidare il Comune, mentre la Gazzetta del Mezzogiorno, come le  altre testate giornalistiche locali, specialmente negli ultimi tempi, riportavano  puntualmente interventi di esponenti politici e del mondo associazionistico in  generale, contro questo modo di governare la cosa pubblica. E su tutte, proprio  la vostra testata giornalistica si è distinta con incisivi pezzi di Michele  Sarcinelli, col quale mi sono complimentato, che ha contribuito forse in  maniera determinante a mettere in moto la caduta della giunta Maffei. Per cui  oggi non può che sorprendermi il vostro atteggiamento agnostico sulla caduta  della Giunta, visto che avete contribuito a farla cadere, stigmatizzandone più  volte gli errori gestionali formali e sostanziali.
 Vede, signor  Porcelluzzi, la mia ottica è diversa dalla sua. Lei ha interpretato le mie  parole, la mia presa di posizione come dettata da meschini calcoli che mi sono  stati sempre estranei, perché invece la mia visione delle cose, in politica, è  generabilizzabile su più ampi scenari, come la preoccupazione - in questo caso  - del futuro che ci aspetta, che aspetta la guida della nostra città nei  prossimi anni. Dopo una lunga gestione verticistica a palazzo, gestione che ha  ignorato sistematicamente la base nelle sue molteplici espressioni (a  cominciare da quelle culturali), la mia preoccupazione è che chi andrà ad  occupare domani il posto di primo cittadino, non intenda ripetere questa  esperienza di tipo verticistico. Di qui la mia irritazione che non venga  censurato.
 Non ho nulla  di personale contro Maffei, che anzi sul piano personale è una brava e onesta  persona, ma sul piano politico egli ha espropriato il Palazzo di Città delle  sue più elementari prerogative di conduzione democratica, con l’aggravante di  affidare parte della gestione della  sua  “potestas gubernandi” al suo capostaff (come ha denunciato più volte il vostro  direttore). Per il resto, il piccolo cabotaggio, le piccole furbizie, i piccoli  calcoli di retrobottega, mi sono sempre stati estranei e non me ne sento  sfiorato per nulla.
 Per quanto  riguarda “i motivi di opportunità” della mia presa di posizione - come li  chiama lei - cioè inopportuni perché “Il Fieramosca” sarebbe “gratificato” dal  Comune, tengo a puntualizzare che il Comune non ci fa nessun favore, ma si  limita ad applicare la normativa di legge che prescrive alle pubbliche  amministrazioni di dare visibilità del proprio operato a mezzo stampa e con  altri mezzi audiovisivi. E pertanto noi abbiamo sempre distinto le pagine delle  iniziative  del Comune da quelle che sono  le nostre opinioni alle quali non abbiamo mai rinunciato.Certo, non  usando i toni drastici e circostanziati della vostra coraggiosa testata, ma  esprimendo comunque il nostro punto di vista critico e dando anzi spazio anche  a quello degli altri oppositori dell’amministrazione (specialmente culturali,  politici e sindacali).
 Quanto ai  libri acquistati dalla Biblioteca Comunale, effettivamente essa ne acquista  annualmente per molte decine di migliaia di euro, ma mai dalla Rotas, mentre da  sempre, da quando è nata (nell’86) la nostra casa editrice ha donato i suoi  libri alla Biblioteca, e non uno per titolo, ma in diverse copie!
 Per quanto  riguarda i libri di storia che il Comune prende da noi annualmente, una tantum e non sempre, personalmente  non ho mai chiesto né ricavato un euro da questi acquisti, per il mio lavoro di  ricerca e di scrittura, mentre i libri di cui si tratta, son testi di  approfondimento di storia sulla nostra città che credo abbiano colmato una  lacuna nella nostra cultura storica cittadina, e sui quali peraltro ho più  volte tenuto degli incontri nelle scuole, senza mai percepire nulla!!
 Quanto poi  alla conclusione della vostra corrispondenza, su ipotetici calcoli che mi  avrebbero spinto a scrivere questi articoli per avere l’amicizia di qualche  consigliere comunale in più a palazzo, la cosa mi ha fatto sorridere non solo  perché oggi il Consiglio Comunale è sciolto e quindi non capisco a chi dovrei  indirizzare le mie attenzioni, ma soprattutto perché sono espedienti così  meschini e per me inimmaginabili ai quali non ho mai fatto ricorso in vita mia.
 Grazie  dell’ospitalità e cordiali saluti.
 
 Renato Russo(15 gennaio 2013)
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