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Il turismo culturale, una via per la ripresa della BAT

Ma a parte le scarse risorse economiche, alla ripresa osta una politica miope da parte dei singoli comuni. Speriamo che il presidente Francesco Spina faccia capire a ogni singolo municipio la grande opportunità di una comune visione strategica nella gestione dei beni culturali per una offerta turistica concertata in una impostazione unitaria. Ne verrebbero minori spese e maggiori ritorni turistici

Siamo informati, in questi giorni, da Pugliapromozione, che a fronte di un calo dello 0,7% della domanda turistica nazionale, vi è un aumento del 7% a livello regionale. Questa incoraggiante notizia dovrebbe indurci a qualche riflessione, non però meramente concettuale, ma con sbocchi operativi.
A fronte della grave crisi economica che ha colpito la nostra come le altre regioni, la nostra come le altre province, riteniamo sia proficuo utilizzare quelle risorse di cui il nostro territorio è ricco per tentare un parziale recupero della nostra condizione emergenziale.
Ci ha confortato, intervistando il presidente Francesco Spina, la sua ferma convinzione che la cultura potrebbe rappresentare - per il nostro territorio - la risorsa principale per aprire la porta della ripresa.
Una risorsa, specialmente quella in chiave turistica, che più delle altre viene alla mente, soprattutto dopo aver letto gli ultimi incoraggianti dati statistici che, come abbiamo visto, recentemente danno la nostra regione (e quindi anche la nostra provincia) come fra le entità geo-turistiche più ambite. Un grande rilancio della politica promozionale turistica non può non partire dal rilancio di una politica promozionale da parte di ciascuna provincia diretta allo sfruttamento del grande patrimonio del quale ciascun comune è depositario.
E per quanto riguarda, in particolare, noi comuni della provincia BAT, a parte le circoscritte competenze istituzionali, è indubitabile che una comune politica culturale turistica non porterebbe che grande giovamento alla nostra realtà turistica provinciale in termini di ritorni economici e quindi anche occupazionali.
Quella di concepire ogni risorsa culturale di ciascun comune espressione di più comuni della nuova realtà comprensoriale, è una doverosa necessità, per un duplice ordine di ragioni. In primis perché in questo modo si conferirebbe alla neo-provincia un’impronta unitaria fin qui inadeguata; e in secondo luogo perché non c’è dubbio che realizzando un comune programma per certi importanti iniziative storiche, le risorse investite non potrebbero che generare più cospicui ritorni. Prendiamo per esempio la Disfida di Barletta, che è un episodio storico che ha coinvolto non solo Barletta, ma anche le altre città del territorio; il matrimonio di Manfredi con Elena di Epiro nel Castello di Trani; l’epopea federiciana e Castel del Monte assegnabile ad Andria; Boemondo d’Altavilla grande condottiero della prima crociata universalmente ricordato dal suo maestoso mausoleo; la valorizzazione di Canne della Battaglia e l’intero territorio del bacino ofantino corrispondente all’area dove 2.200 anni fa si consumò una della più celebrate battaglie dell’antichità; per non dimenticare le antiche stazioni neolitiche di Bisceglie come il Dolmen o la grotta di Santa Croce, la valorizzazione delle terre umide delle tre cittadine del Nord barese per non dire di Minervino e Spinazzola.
Non si deve credere che ci siano chissà quali costose spese per realizzare una comune strategia promozionale: ciascun municipio dovrebbe, accanto alla attività strettamente locale, promuovere una visibilità comprensoriale di ogni singola iniziativa. E la provincia, naturalmente, farsene carico, attraverso un ufficio comunale con sede, per esempio nella Palazzina Feltrinelli, che sarebbe il luogo ideale per concentrarvi le diverse attività promozionali turistiche provinciali. A parte un minimo di risorse economiche per promuovere questo comune programma, è necessaria la convinzione di ogni singolo municipio, sostenuta dalla ferma determinazione in primis del presidente della Provincia che deve essere il primo ad esserne convinto, ed in secondo luogo attraverso la delega ad un consigliere scelto non perché espressione di una segnalazione politica o territoriale ma per sue intrinseche qualità di carattere e di competenza, dove i due connotati sono egualmente essenziali ed imprescindibili.
Certo è fondamentale la convinta partecipazione al progetto di ogni sindaco e - per lui - di ciascun assessore e/o dirigente delegato del comparto turistico-culturale.
Sembrano progetti difficili da attuarsi e invece potrebbero rivelarsi di fattibile attuazione, se sorretti dalla dovuta convinzione da parte di ogni amministratore o ufficio preposto al progetto.

Renato Russo
(12 gennaio 2015)

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