|   Ricordo di Elio Vittorini a  50 anni dalla morteLa città di Barletta gli ha dedicato una strada
 L’influenza di Elio sulla  nostra cultura mediata attraverso
  le scelte del fratello Aldo, titolare  della Libreria Europa Elio Vittorini  scomparve il 12 febbraio del 1966, dopo una lunga malattia sopportata con  stoica rassegnazione. La città, negli anni passati, gli ha dedicato una strada,  la prima traversa di via Ferdinando d’Aragona. A Barletta infatti Elio era  venuto più di una volta a trovare i fratelli Ugo e Aldo. Ugo (classe 1910)  visse dodici anni a Barletta, dal 1939 al 1951, funzionario del Municipio che  conserva nei polverosi faldoni di quegli anni un gran numero di delibere del  Comune dove svolgeva le mansioni di direttore di ragioneria (era laureato in Economia  e Commercio). Abitava su corso Garibaldi 135 su palazzo Milcovich. Aveva un  carattere espansivo e ci è giunta la testimonianza di chi ricorda che avesse un  buon rapporto con Teodoro Giannone, circostanza che gli fa onore, perché  Giannone - direttore della Scuola Arti e Mestieri - era un noto antifascista.  Dal 1945 Ugo collaborò col fratello Elio al mensile “Il Politecnico” come corrispondente  della Puglia. Nel 1951 si trasferì a Livorno dove assunse le mansioni di  direttore del Dazio.
 Aldo  (classe 1916), dopo aver conseguito nel 1934 il diploma di maestro, allo  scoppio della guerra, nel 1939, fu richiamato alle armi e destinato a Barletta,  di servizio presso il deposito misto per il rifornimento alle truppe stanziate  presso le isole italiane in Egeo. Quattro anni dopo, nel 1943, in procinto di  partire di scorta a un carico di viveri per il Peloponneso, solo per un caso  fortuito non s’imbarcò sull’aereo che di lì a poco sarebbe stato abbattuto dai  caccia inglesi.
 Viveva  a Barletta a casa del fratello Ugo, nel vetusto palazzo dove risiedevano anche le  famiglie Francia, Miniato e Dipaola, e fu proprio la figlia di don Ciccio  Dipaola, Adele, che sposò nel ’44. Congedato nel ’45, si fermò a Barletta con  Ugo fino alla sua partenza per Livorno.
 Che  fare dopo la partenza del fratello? Aldo andò a Milano a trovare Elio che a  quel tempo, per l’Einaudi, dirigeva “Il Politecnico”, il quale gli propose di entrare  nella casa editrice torinese e gestire un deposito di libri. Così, in alternativa,  nacque l’idea di aprire una libreria a Barletta. Era il 1947: le cronache di  quell’anno registrano a Barletta una gita a Canne della Battaglia dei ragazzi  della III A del Liceo Classico col prof. “Masculicchio”; il titolo di campione  italiano di marcia vinto da Cosimo Puttilli; l’istanza inoltrata al Governo da  parte del sindaco Isidoro Alvisi per l’istituzione della VI Provincia pugliese;  l’arrivo in città con inni e canti del nuovo arcivescovo mons. Reginaldo  Addazi, e infine, l’apertura di una nuova libreria cittadina ad angolo fra  piazza Caduti e corso Garibaldi. Quanto al nome, Aldo propose Athena, mentre Elio suggerì Europa, che rappresentava il futuro (e  pensare che allora di un’Europa unita non se ne aveva la più pallida idea). Durerà  35 anni, fino al 1982, l’anno che precedette l’abbattimento di Palazzo Cuomo  nel quale era allocata.
 Non  è difficile immaginare quanta influenza abbia esercitato il famoso fratello  letterato nella scelta dei libri da mettere sugli scaffali della libreria,  divenuta approdo dei più aggiornati testi della letteratura mondiale di quegli  anni e che influsso abbiano esercitato quelle scelte su noi ventenni alla  ricerca di una formazione culturale e socio-politica. Del resto che il fratello  esercitasse su di lui un grande influsso, lo confermò lo stesso Aldo – e anzi  ne andava fiero – in più di una intervista. E questo spiega perché noi giovani  ci intrattenessimo spesso con lui a parlare delle ultime novità librarie,  perché per tutti quegli anni fu l’unica libreria cittadina ad offrire testi  della nuova letteratura, sia italiana che straniera, specialmente americana  della quale Elio era - con Cesare Pavese - un provetto traduttore.
 Ho  nitido il ricordo dei titoli dei libri di Elio Vittorini che il fratello esponeva  in bella evidenza in uno scaffale centrale, almeno dieci, che acquistai tutti,  tranne Diario in pubblico esaurito ed  introvabile (me ne avrebbe fatto dono in seguito un estimatore tranese). Godo  del privilegio di possedere tutti i romanzi di Elio nella collana “I Delfini”  della Bompiani, ormai introvabili (curioso che Elio stampasse con Valentino  Bompiani, lui che con Calvino e Pavese era tra i più grandi numi tutelari  dell’Einaudi).
 Ricordi  molto vivaci dello scrittore siracusano si trovano in dodici lettere editoriali che Cesare Pavese  inoltrò a Elio Vittorini nel decennio 1940-1950 (Einaudi 2008) e nell’epistolario  di Italo Calvino I libri degli altri (Einaudi 1991) dove il nostro è ricordato nella ristampa di quaranta lettere  scambiate con lo scrittore sanremese, nel decennio 1950-1960. L’ultimo sussulto  di attualità editoriale Vittorini l’ha vissuto qualche anno fa, con la  pubblicazione del suo epistolario in due volumi della Einaudi, nella collana “I  Meridiani”.
 Barletta  lo ha ricordato in più di una circostanza. Il 15 novembre 2006 presso la Sala  della Comunità di S. Antonio, in occasione di un convegno celebrativo  organizzato dalla Società di Storia Patria (presidente Pasquale Pedico), su una  relazione del prof. Mario Sechi Sull’attualità  di Elio Vittorini a quarant’anni dalla morte. Ma il vero protagonista della  serata fu il fratello Aldo, novantenne, che seppe intrattenere amabilmente  l’uditorio con i suoi avvincenti ricordi, di lui, di Elio e della sua famiglia  (“Baruli Res”, Annuario 2007). Il 20 dicembre 2008, presso la Sala Rossa del  Castello, i prèsidi Giuseppe Lagrasta (Liceo Classico) e  Ruggiero Dicuonzo (Liceo Scientifico) organizzarono una giornata dedicata all’Universo letterario e umano di Elio Vittorini attraverso le letture delle sue opere, proposte dalle docenti Teresa Piazzolla  e Rita Farano. Nell’autunno del 2011 nell’Aula Magna del Liceo Classico il  preside Lagrasta ne ripropose l’attualità in una mattinata dedicata agli Studi su Vittorini, ospite Ettore  Catalano autore di una monografia sui suoi romanzi più noti.
 Non  furono le uniche occasioni nelle quali la Gazzetta del Mezzogiorno dedicò ampi reportages allo scrittore siciliano,  come nel recente articolo – a tutta pagina – di Giuseppe Lupo (mercoledì 16  dicembre 2015: Quando Vittorini sognava  il futuro del Mezzogiorno).
 Oggi,  nella ricorrenza del cinquantenario della sua scomparsa, il suo ricordo è  affidato ai suoi estimatori, tanti anche fra di noi, a Barletta, che ne  serbiamo grato ricordo, ai quali Elio Vittorini –nella stagione giovanile –  seppe trasmettere un forte messaggio di impegno civile attraverso la sua  personale esperienza di uomo e di scrittore. L’intitolazione della strada,  corta ma centralissima, ce ne attualizza ogni giorno il ricordo.
 Renato  Russo(10 febbraio 2016)
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