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Maria Perfetti la prima giornalista barlettana

Nel giorno celebrativo della festa della donna - a cavallo fra fine Ottocento e inizi Novecento - vogliamo raccontare la storia di una straordinaria figura femminile, quella di Maria Perfetti l’espressione letteraria più significativa di fine Ottocento, una signorina col dono della scrittura e delle lettere, amica e collaboratrice di Valdemaro Vecchi che le lasciò spazio nella sua famosa “Rassegna Pugliese” arricchita delle sue nitide prose.
Nacque a Barletta il 29 dicembre 1868 dal Raffaele Perfetti ed Enrichetta Cassito nella palazzina in fondo a corso Garibaldi al civico 226, contigua a Palazzo Bonelli, su largo Piazzetta (poi Piazzetta Garibaldi) che nonno Raffaele aveva acquistato, nel 1833, da Carmine De Martino.  Della sua infanzia non sappiamo nulla; figlia di uno degli uomini più facoltosi di Barletta, possiamo solo immaginare che la sua prima istruzione sia avvenuta in casa, come era in uso a quei tempi, specialmente per le signorine, e che l’estate la trascorresse nella elegante villa di famiglia su via Foggia.
Ma abbandonato il campo delle supposizioni, le prime certezze ci vengono a partire dal 1886, cioè da quando essa, appena diciottenne, cominciò a mandare a Trani articoli ed elzeviri a Valdemaro Vecchi per la sua “Rassegna Pugliese”, una collaborazione durata sette anni, dall’86 al ’92. Nello stesso periodo nel quale alla Rassegna offriva il suo contributo anche il giovane Benedetto Croce che di anni ne aveva appena due più di Maria.
Al 1892 risale anche la pubblicazione di un numero unico, “Pietas”, stampato per la Croce Rossa di Barletta da lei curato. Il numero unico di “Pietas”, di venti pagine di grande formato, conteneva articoli di autori notevoli e di firme autorevoli del suo tempo, come Giovanni Bovio, Pietro Cafiero, Riccardo Ottavio Spagnoletti e suo figlio Orazio (due anni dopo diventerà suo marito), Raffaele Fonsmorti,  Francesco Paolillo, Giacomo Boggiano, Vincenzo Passaretti e numerosi altri, tutti personaggi che Maria - allora ventiquattrenne - aveva contattato, richiedendo e sollecitandone gli interventi.
Per stamparlo, Maria inizialmente si era rivolta proprio al Vecchi, il quale poiché era impegnatissimo, la indirizzò alla tipografia Dellisanti, il suo vecchio e stimato proto barlettano, prima ch’egli abbandonasse Barletta per trasferirsi a Trani.
La sua prima lettera, datata 23 marzo 1892, non contiene solo il riferimento al contenuto del giornale e alle sue finalità, ma dalle sue parole emerge anche il carattere della giovane redattrice che nel firmarsi Maria Perfetti, si definisce la collaboratrice più indisciplinatamente pigra della “Rassegna”. Ma la corrispondenza non si interruppe qui e continuerà anche in seguito come quando, un anno dopo, l’8 aprile 1893, Maria comunicava al Vecchi l’avvenimento della sua vita: Sono stata promessa sposa ad Orazio Spagnoletti che certamente non ha bisogno di presentazioni. Ma poi continuava: anche quando andrò a Roma, lontana dalla mia terra, non dimentichi - caro Vecchi - la sua collaboratrice della “Rassegna Pugliese” e le perdoni l’involontaria pigrizia.

Maria Perfetti sposerà l’avv. Orazio Spagnoletti, lui pure letterato e figlio di Riccardo Ottavio, benestante e apprezzato autore di opere letterarie, il 18 ottobre 1894. Di questo matrimonio è giunto fino a noi un opuscolo monografico “Per le nozze Spagnoletti Perfetti”, stampato dall’editore Vecchi, che anzi, come omaggio agli sposi, colse l’occasione per riportare un suo testo monografico per noi molto prezioso, “Ricordo di Barletta 24 anni dopo”.
Passano gli anni e nella temperie delle sue battaglie politiche, Spagnoletti - che frattanto era restato impigliato in un grave scandalo che lo aveva coinvolto - morì nell’Ospedale di Barletta l’11 gennaio del 1916, a soli 48 anni.
Maria allora, che dal matrimonio aveva avuto solo una figlia, Livietta, si trasferì a Napoli con lei. Abbiamo notizia dell’esistenza di un certificato di residenza temporanea risalente al 1945 e di un secondo certificato di residenza definitiva risalente al 1956. A Napoli mamma e figlia vissero molti anni in una dignitosa pensione arredata in stile Ottocento, pensione “Ruggero”, in piazza Amedeo (la piazza da cui si prende la funicolare), angolo via Martucci.

Ai giorni nostri, dopo aver cercato invano ulteriori notizie su Maria, siamo andati a visitare la grande cappella funeraria della famiglia, recentemente restaurata, all’interno le lastre sepolcrali del marito, dei genitori e del fratello Pasquale, non quelle di Maria e della figlia Livietta probabilmente inumate a Napoli. Ma dove? e quando? resta fitto il mistero.

Renato Russo
(8 marzo 2016)

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