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I 40 anni del Fieramosca

E così sono quarant’anni che siamo in edicola, stabilendo in questo modo il primato che abbiamo in Puglia, di essere la testata più longeva della regione (dopo l’uscita di scena del mensile barese “Nel mese” a dicembre dell’anno scorso). Ma anche per Barletta conserviamo un altro primato difficilmente battibile, anche se - naturalmente - non ne abbiamo alcun merito. “Il Fieramosca” è infatti la testata più antica della città, essendo il primo periodico comparso in edicola nel lontano 11 settembre 1870, firmato da Benedetto Paolillo, prestigiosa firma della nostra cultura cittadina, primo librario di Barletta e direttore della Biblioteca Comunale.
Sia detto per inciso, quello era un quotidiano. Ma di due facciate soltanto, così durò appena due settimane perché lo sforzo, per quei tempi, era insostenibile, sia economico che organizzativo. Così comparve, un anno dopo, “il Circondario di Barletta” firmato da Valdemaro Vecchi. Avrà la costanza di resistere per sei anni; poi, sfiduciato dalla scarsa attenzione dei lettori e scoraggiato dal disinteresse degli amministratori (oggi la situazione non è cambiata granché), si trasferì a Trani dove fondò la famosa “Rassegna Pugliese”, contribuendo così alla crescita culturale e civile di quella città e dell’intera regione (ci sono voluti cento anni per intitolargli una strada). Il Fieramosca riprenderà le pubblicazioni come settimanale a quattro facciate dal 1877 al 1878 (edizione domenicale) poi ancora come quindicinale dal 1907 al 1911 e dal 1922 al 1932.

Il primo numero della quarta serie (quella attuale) cominciò con venti pagine in bianconero e vide la luce il 7 aprile del 1974, con l’apertura di un articolo intitolato Perché Fieramosca?. Dicevamo allora, a proposito della scelta del nome della testata:… Siamo stati mossi, oggi come cent’anni fa i nostri progenitori, da una tensione ideale; ma dal sublime al ridicolo non c’è che un passo e quel guerriero tanto caro alla città, col tempo potrebbe anche svelare, sotto le sue mentite spoglie, le sembianze di un più modesto don Chisciotte… Si vedrà nel tempo…

E oggi, a distanza di tanti anni, che consuntivo possiamo tirare? Coltiviamo ancora l’ambizione di realizzare un giornale di impegno non solo storico-culturale, ma anche politico, al fine di sostenere lo sforzo dell’Amministrazione Comunale pro tempore, certo non per compiacerla, ma per informare i cittadini elettori sui problemi della città, anche se non infrequentemente siamo stati contraccambiati da indifferenza se non da aperta ostilità. Su un punto però restando sempre coerenti, cioè sulla distinzione fra politica e libertà di stampa, non facendoci condizionare dalle esigenze di una informazione subordinata alle ragioni politico-amministrative del momento. Infatti il motto del periodico recita: Se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità.
Quarant’anni durante i quali il giornale è cresciuto con la segreta speranza di fare buona informazione.  Non sappiamo se ci siamo riusciti ma in compenso abbiamo ricevuto attestazioni di apprezzamento per il nostro lavoro, da personalità qualificate ed autorevoli, esponenti del mondo della stampa come il presidente dell’ANSA, Paolo de Palma, che nel 1988 ci mandò una lettera nella quale, fra l’altro, ebbe a dire: Mi complimento per il vostro giornale, per il segno di professionalità che contraddistingue quanti vi dedicano tempo ed intelligenza, per il coraggio di alcune iniziative, la libertà della critica e la serenità dei giudizi. Soprattutto mi complimento per la costanza che distingue ormai da quindici anni questo sforzo editoriale e che ha reso “Il Fieramosca” un punto di riferimento prezioso per la crescita civile della vostra comunità cittadina.
Una sezione che abbiamo sempre particolarmente curato, quella storica: se raccogliessimo tutti gli articoli che abbiamo pubblicato sulla storia della città, ne verrebbe fuori un cospicuo volume, così come le pagine dedicate alle nostre scuole…
Quarant’anni. Una vita. Quante vicende, quant’acqua sotto i ponti. Noi e le nostre battaglie ideali, per accorgerci che, chissà, forse non ne valeva la pena e al posto del rosso pennacchio del Fieramosca, avremmo dovuto titolare il giornale don Chisciotte. Ma finché avremo dei lettori affezionati, lettori ai quali rivolgiamo il nostro ringraziamento per averci seguito e incoraggiato in tutto questo lungo percorso, non demorderemo. Non solo a loro, ma anche agli inserzionisti e agli abbonati che col loro sostegno aiutano a tenere in vita questa testata, e infine ai collaboratori. Ce ne sono alcuni, come Raffaella, la nostra caporedattrice, che al tempo del primo numero andava all’asilo.
A tutti va il nostro più sincero ringraziamento.

Renato Russo
(7 aprile 2014)

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