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Barletta - Protagonisti del '900

 


9 maggio: giorno della memoria delle vittime del terrorismo
Anche Barletta pagò un tributo di sangue negli anni di piombo ’70-80

INTITOLATO UN PARCO DI MILANO AL MARESCIALLO
DI CATALDO VITTIMA DELLE BRIGATE ROSSE 35 ANNI FA

Intitolato al maresciallo Francesco Di Cataldo, Medaglia d’Oro al merito civile, il parco - a Milano - tra via Ponte Nuovo e via Tremelloni, in zona Precotto, non lontano dal luogo del suo assassinio. La cerimonia, svoltasi sabato 20 aprile, ha inteso commemorare un fedele servitore dello Stato assassinato, 35 anni fa, dalle Brigate Rosse.
Presenti all’evento commemorativo il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della Provincia Guido Podestà, il capo-Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Tamburino e il commissario straordinario di Barletta Anna Maria Manzone, nonché la vedova del maresciallo, signora Maria e il figlio Alberto. Ed un gran numero di cittadini e tanti alunni delle scuole del quartiere Crescenzago, dove il delitto fu consumato.
Anche Barletta pagò un tributo di sangue, negli anni di piombo che insanguinarono l’Italia, durante i quali gruppi armati eversivi contro l’ordine costituito, pretendevano di cambiare il Paese con l’uso delle armi e dell’assassinio politico. Sotto i colpi delle skorpios dei brigatisti caddero giudici, avvocati, sindacalisti, giornalisti, numerosi militari e fra questi Francesco Di Cataldo, guardia penitenziaria in servizio preso la Casa Circondariale di S. Vittore, a Milano, ucciso il 20 aprile del 1978 durante un mortale agguato organizzato dai sicari della colonna delle Brigate Rosse. Venti giorni dopo sarebbe stato assassinato Aldo Moro.
Francesco Di Cataldo, nato il 20 settembre del 1926, barlettano di nascita, milanese d’adozione, era il quarto di sei fratelli: Ruggiero, Raffaele, Michele, Filippo e Luigi. Emigrato a Milano nel 1947, qui era diventato guardia giurata, e dieci anni dopo aveva sposato Maria Violante, figlia di emigrati, dalla quale avrà due figli, Alberto e Paola, che all’epoca dell’assassinio avevano 19 e 15 anni, entrambi studenti. Ricorda il fratello Luigi che Francesco, fatto oggetto in quei giorni di numerose intimidazioni, era consapevole del rischio che correva e che l’ultima volta ch’era stato a Barletta - venti giorni prima dell’assassinio - i fratelli gli avevano consigliato di mettersi in pensione, avendo raggiunto i 31 anni di servizio.
La mattina del 20 aprile 1978 il maresciallo Di Cataldo usciva di casa per andare a lavoro, diretto alla fermata più vicina dell’autobus, quando, su via Ponte Nuovo, fu affrontato da due terroristi che gli esplosero contro sette colpi di arma da fuoco, due dei quali lo colpirono alla nuca, uccidendolo all’istante. L’agguato fu subito rivendicato dalle BR, colonna “Walter Alasia”. I funerali, imponenti, con una grande partecipazione di popolo, e delle massime autorità civili e militari, partirono dal carcere di S. Vittore e si conclusero nel cimitero di Lambrate.
Enorme fu l’impressione in tutto il Paese, ma particolarmente a Barletta dove il maresciallo Di Cataldo aveva cinque fratelli e tanti amici ed estimatori. Massiccia fu l’adesione alla giornata di lutto cittadino, indetto dall’Amministrazione Comunale che dispose la bandiera a mezz’asta ed abbrunata sugli edifici pubblici; compatta la mobilitazione dei sindacati e del Comitato antifascista per ribadire la lotta contro gli eversori, nell’imminente celebrazione del 25 aprile. In serata, in Consiglio Comunale, il sindaco Messina riassunse, in un nobile discorso, i sentimenti di cordoglio della città e dell’unanime condanna dell’opinione pubblica verso il vile attentato. Il Comune, tre anni dopo, con delibera di C.C. n. 13 del 19 febbraio 1981, gli intitolerà una strada, una parallela di via Regina Margherita, non lontano dalla Scuola Media “R. Moro” che proprio fra due giorni, il 9 maggio, lo ricorderà insieme alla figura del grande statista di Maglie.

Medaglia d’oro al merito civile

Il maresciallo Di Cataldo, che a San Vittore svolgeva l’ufficio di vice comandante degli Agenti di Custodia, nonché le funzioni di tecnico-radiologo presso il Centro Clinico, era stato preso di mira dalle BR che lo avevano bollato come un “agente della controrivoluzione carceraria” e quindi come un simbolo da abbattere perché ritenuto esecutore - in prima linea - di quell’inasprimento del regime carcerario introdotto l’anno prima (luglio 1977) con l’apertura delle carceri di massima sicurezza affidate al controllo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Il 16 giugno del 2004 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in occasione della Festa del Corpo di Polizia Penitenziaria, su proposta del Ministro dell’Interno on. Giuseppe Pisanu, conferì la “Medaglia d’Oro al merito civile alla memoria”, al maresciallo maggiore Francesco Di Cataldo rappresentandolo, nella motivazione, come“vittima innocente della malvagità umana e fulgido esempio di elette virtù e di altissimo senso del dovere portato fino all’estremo sacrificio”.
Oggi, nell’imminenza del 9 maggio, giorno della memoria delle vittime del terrorismo, riteniamo che questa Medaglia d’Oro ben possa figurare fra le più fulgide di cui si onora la nostra città, considerando il contesto storico in cui il drammatico evento si verificò, una delle più esecrabili uccisioni che in quei drammatici anni insanguinarono il nostro Paese nella cruenta guerra che lo oppose alle Brigate Rosse, un assassinio consumato fra il rapimento e l’uccisione dell’on. Aldo Moro, fra il 16 marzo e il 9 maggio 1978. Il suo sacrificio non sarebbe stato dimenticato.
Fra i riconoscimenti gratificatori alla memoria del maresciallo Di Cataldo, ricorderemo l’intitolazione - il 23 aprile 2007 - della Sala Convegni del carcere di S. Vittore. L’anno dopo, il 19 aprile del 2008, il sacrificio del maresciallo Di Cataldo fu ricordato, nella chiesa di S. Luca Evangelista, a Venezia, con una solenne cerimonia religiosa in occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo” promossa dall’Associazione Nazionale della Polizia Penitenziaria, di concerto con l’Associazione “Terra e Vita” di Barletta. In quella circostanza le città di Barletta e di Venezia si gemellarono, nel segno del comune culto verso la Madonna della Sfida venerata nella chiesa di S. Luca, mentre la Sezione veneziana delle guardie penitenziarie decideva di intitolarsi al nome del nostro eroico maresciallo.
Il 7 dicembre del 2010 il Comune di Milano consegnava alla signora Maria Violante, vedova del maresciallo Di Cataldo, l’Ambrogino d’Oro, la massima benemerenza civica.

Per venire a una data più recente, il 28 aprile del 2012, da Venezia, il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, in occasione della cerimonia “Madonna della Sfida 2012” faceva dono al Comune di Barletta di una targa ricordo “in memoria del maresciallo Di Cataldo, caduto nel nome dell’Italia”, che Bartolomeo Di Corato e Domenico Musicco consegnarono nelle mani del sindaco Nicola Maffei nel corso di una cerimonia nella Sala Rossa del Castello.

Renato Russo
(8 maggio 2013)

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