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 Per investire in culturaRaccordarsi operativamente
 II Abbiamo delineato ieri la presenza, sul territorio, di un gran numero di  associazioni prettamente culturali e turistico-culturali. Ce ne sono poi  numerose altre identificabili nei CLUB SOCIO-CULTURALI che da anni svolgono in  città iniziative filantropiche, didattiche, scientifiche, ma soprattutto  attraverso una serie di conferenze spesso in attuazione di un anno sociale  dedicato ad una specifica tematica. Fra le più attive e rappresentative il Lions Club (Savino Piccolo), il Lions Club “Leontine” (Giovanna  Cristiani Mazzola), il Rotary Club (Nuccia Cafagna), la Fidapa (Marilena Colucci), il Soroptimist (Maria Carmela Casale), l’Unesco (Mario Tatò), lo Zonta Club (Anna  Tamborra Fascilla).A onor del vero dobbiamo dare atto, a queste realtà associative, di avere  svolto, in questi ultimi trent’anni, un’azione promozionale della cultura  veramente notevole, con una particolare menzione per l’Unesco e le sue mostre.  Di tanto in tanto registriamo la nascita di altre realtà associative che  nascono intorno ad iniziative estemporanee, spesso stravaganti, acrobazie su un  filo di paglia. E poi scompaiono, con la stessa rapidità con cui sono nate.
 Delle numerose LIBRERIE che operano in città, sei solo nel centro cittadino,  almeno tre organizzano periodicamente meeting e presentazione di libri: L’Einaudi la più attiva promotrice di  lettura per ragazzi con una molteplicità di iniziative (specialmente  domenicale), che coinvolgono anche la sezione ragazzi della Biblioteca Comunale  (Antonella Piccolo); la Penna Blu,  che ha al suo attivo numerose iniziative editoriali (Danilo Marano); Cialuna, nata appena da un anno, un mix  di libri, prodotti artigianali e gastronomici, un alveare di iniziative, con  numerose promozioni editoriali e varie presentazioni (Fulvio Frezza ed altri);  la Libreria Liverini, invece, si  limita, la domenica mattina, ad una sorta di rito festivo formatosi negli anni,  una sorta di “caffè letterario”, ritrovo di numerosi intellettuali che - senza  ostentazione - si danno un tacito spontaneo appuntamento per scambiare quattro  chiacchiere sul renzismo o sugli sviluppi dell’ultima crisi, oppure  raccontarsi, con sapido retrogusto condito di inedite curiosità, gli ultimi  retroscena della crisi comunale (fratelli Chiandetti).  Poi ci sono le ASSOCIAZIONI POLITICIZZATE alcune di vecchio corso  come il Circolo ARCI “Cafiero” (Ruggiero Dilillo) e altre di più recente formazione come il Circolo M.C.L. “Luigi Sturzo” (Nardo Binetti) o Igino Giordani (Angelo Torre).  Diverse le ASSOCIAZIONI MUSICALI. Potrebbe sembrare che siano  fuori dal coro, in questo inventario associazionistico turistico-culturale,  mentre ce ne sono invece alcune che alimentano la presenza in città, in  occasione di importanti eventi, di centinaia di ospiti che pernottano nei  nostri alberghi, riempiono i nostri ristoranti e acquistano dai nostri negozi.  A cominciare dall’Associazione Cultura e  Musica “Curci” (Francesco Monopoli); e inoltre Amici della musica “M. Giuliani” (Francesco Caporale); Athenaeum,  associazione Artistico-culturale  (Maria  e Francesca Musti); Corale Polifonica  “Il Gabbiano” (Gian Luigi Gorgoglione). Qui non menzioneremo naturalmente  le numerose scuole private di musica e di danza che operano in città.   Accanto alle realtà associazionistiche consolidate nel tempo, ai fini  della configurazione di una mappa culturale cittadina, come dimenticare quelle  realtà le quali - ancorché pubbliche - contribuiscono esse pure ad alimentare  la rinascita della tradizione del sapere cittadino. Pensiamo all’Archivio di Stato, da quarant’anni  inesauribile fucina di recupero - fruibile dagli utenti - delle nostre più  remote radici documentali (Michele Grimaldi), o alla “sezione ragazzi” della Biblioteca Comunale di Barletta finalizzata, specialmente negli ultimi tempi, a incoraggiare l’amore per i  libri, certificato da una massiccia adesione dei più giovani al progetto di  lettura attraverso la conoscenza della propria città e di suoi principali  protagonisti (Emanuele Romallo).  Fra le associazioni che per lunghi anni hanno lasciato traccia delle loro  incisive iniziative, da qualche anno in disarmo e delle quali credo sia  doveroso almeno una veloce citazione, la Fondazione  De Nittis ( Ruggiero Borgomastro), e Primavera  di S. Chiara (don Salvatore Spera), che hanno legato la loro lunga stagione  promozionale non solo a una molteplicità di iniziative, ma anche a interessanti  testi. E da ultimo un breve cenno conclusivo ai LUOGHI DELLA CULTURA, quando  si trasformano essi stessi in efficaci veicoli di proposte operative per  l’espletamento di iniziative socio-culturali. A prescindere dalle tradizionali  sale didattiche di alcune scuole (come l’Aula Magna del liceo classico  “Casardi” o della scuola elementare “Fraggianni”), oppure cultuali (come  l’antico storico salone di rappresentanza del palazzo arcivescovile o le  numerosissime moderne aule parrocchiali), i luoghi dove più ricorrente è  ritrovarsi per eventi culturali, sono, per incidenza di frequentazione, la Sala rossa del Castello (assessorato  alla cultura), il Circolo Unione (Francesco Morella), la Sala della  comunità di S. Antonio, qui non intesa solo come mero luogo di ritrovo per  l’espletamento di iniziative socio-culturali, ma qualcosa di più e di diverso,  come incentivatrice ad uno sforzo di sensibilizzazione verso rilevanti  tematiche sociali (Riccardo Losappio). Fra i ritrovi più recenti - ottima anche per mostre - l’ex Sala incontri della Con.Sud nel palazzo  S. Domenico su corso Cavour (140 anni fa scelta dal sindaco Germano Romeo  Scelza e dal vice sindaco Francesco Saverio Vista, su proposta di Valdemaro  Vecchi, per contenere la prima biblioteca comunale).
 
 *     *      * Un gran numero di realtà culturali, come si vede, che purtroppo non  incidono per nulla sulle prospettive di crescita del turismo culturale  nostrano, sia perché sono del tutto scoordinate fra di loro e sia perché i  vertici del potere amministrativo non hanno mai inteso promuovere uno sforzo  comune finalizzato al raggiungimento di redditizi ritorni economici e quindi  occupazionali. La delusione è appena stemperata da un processo di progressiva  assuefazione, finchè non ha finito col tramutarsi in una sorta di fatalistica  rassegnazione. Eppure di esempi, sotto gli occhi, ne abbiamo tantissimi e  altrettante opportunità fin qui sottostimate, come la cittadella di Canne e la  sua famosa battaglia, la saga dei Crociati, Federico II di Svevia, il Certame  della Disfida e il possente Castello, Palazzo della Marra e il Teatro Curci…  scusate se è poco. E qui chiudiamo dove il discorso si dovrebbe riaprire per diventare  propositivo. Ma credo manchino gli interlocutori.
  Renato  Russo(10 maggio 2014)
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