|   L’editrice Rotas al Salone internazionale del libro di Torino           Si inaugura oggi la 29a edizione del Salone  Internazionale del Libro a Torino, dove è presente la nostra casa editrice  ROTAS, con l’orgoglio di testimoniare nei libri la città e di raccontare a  migliaia di visitatori la nostra storia, i nostri monumenti, le nostre chiese,  i grandi eventi e i personaggi famosi che l’hanno storicizzata nel corso dei  secoli. Siamo gli unici, tra gli editori pugliesi, a promuovere (nelle fiere  nazionali e internazionali alle quali partecipiamo) la battaglia di Canne e la  Disfida di Barletta, Boemondo d’Altavilla e Federico II, De Nittis e Valdemaro  Vecchi…           *   *   * Salone  Internazionale del Libro di Torino, un rito della letteratura mondiale che si  rinnova e si aggiorna annualmente, la seconda, per importanza, in Europa, dopo  quella di Francoforte. Anche  questa volta siamo presenti, appena un lembo editoriale di pochi metri quadri  nella sala di rappresentanza della Puglia, quest’anno regione ospite del Salone.
 Con  noi, nel Padiglione Puglia, che istituzionalmente rappresenta l’industria  libraria regionale, altri 36 espositori di cui 16 dell’APE, l’Associazione  Pugliese Editori, 200 metri quadrati per raccogliere la produzione editoriale  più recente o significativa, con una particolare attenzione alla produzione di  saggi su Aldo Moro del quale, quest’anno, ricorre il centenario della nascita  (sul grande statista di Maglie in questi anni abbiamo pubblicato tre monografie).
 Qui  non esistono orari standardizzati, ma dall’apertura alla chiusura, dalle dieci  del mattino alle dieci di sera, dodici ore di fila, ininterrottamente, senza  pause, né per riposare né per rifocillarsi. Così, col passare delle ore, si  perde anche la percezione del tempo, frastornati da un gran vociare attorno,  tra editori, autori, acquirenti, oltre agli addetti ai centro servizi di  ristorazione, di riproduzione stampa, di informazione turistica e, col passare  delle ore, un po’ intontiti, dal persistente brusio proveniente dalle salette  di intrattenimento, dalle promozioni editoriali o dai dibattiti.
 Questa  fiera internazionale, spettacolare vetrina delle più aggiornate produzioni  librarie nazionali, realizza una grande rassegna editoriale rispondendo ad una  molteplicità di interessi: innanzitutto culturali, di tipo tradizionale,  attraverso l’esposizione dei più noti e affermati autori.
 Accanto  alle grandi, le piccole case editrici che, come la nostra, fanno capo alla  regione di appartenenza esponendo - nei libri che stampano - la storia del  proprio territorio, dei propri tesori artistici e monumentali, delle proprie  vicende più note e rappresentative.
 Notevole  la produzione dei primi mesi dell’anno. Fra i titoli più significativi la Disfida di Barletta di Sabino Loffredo, Una storia svelata di Ruggiero Mascolo, Il partigiano Brancaleone di Paola  Gammarota, Io Pietro e mio fratello di Domenico Gambatesa, Il caso Vivarini a  Barletta di Giuseppe Riefolo e Filippo Maria Ferro, Nicola Straniero, un eroe della Grande Guerra di Michele Grimaldi.
 Già  fuori, sullo smisurato piazzale del Lingotto, a migliaia ordinati su cinque  interminabili file, provenienti da ogni parte d’Italia, e fra gli spazi, fra  fila e fila, decine di scolaresche. Attorno, un perfetto servizio d’ordine,  camionette dei Carabinieri, pantere della Polizia e un gran numero di agenti  nelle apposite aree di sorveglianza, una presenza discreta e rassicurante.All’interno,  negli ariosi capannoni che fino alla metà del secolo scorso ospitavano la  catena di montaggio della più grande casa automobilistica italiana, uno  sterminato numero di editori, piccoli e grandi, alcuni grandissimi. Nelle ampie  sale del Lingotto e in quelle minori, centinaia di eventi (non solo editoriali)  distribuiti nell’arco di quattro intensissime giornate.
 Si legge poco  E  tuttavia - che tristezza - si legge poco, sempre meno, le classifiche sono  impietose, mentre segnali incoraggianti vengono dal mondo infantile e  adolescenziale. In compenso (si fa per dire) aumentano le piccole case  editrici, spesso costituite da soggetti singoli, velleitari e superficiali  improvvisatori che rovinano il mercato praticando prezzi mortificanti e  prodotti mediocri. La  crisi del libro è palpabile. Chi si avvicina agli stand generalmente osserva, guarda, sfoglia,  magari chiede un pieghevole delle pubblicazioni esposte e qualche segnalibro;  raramente spinge la sua intraprendenza fino al punto di chiedere il prezzo di  un testo, stordito com’è dalla esposizione di milioni di libri, distribuiti su  vasti spazi come quelli occupati dalla Feltrinelli, per esempio, o dalla  Mondadori, oppure dalla De Agostini e dalla Rizzoli. Non sfigurano però neppure  l’Adelphi, Bompiani, Einaudi, Garzanti, Laterza, New Compton e la  Sellerio.
 E  in questo oceano di carta stampata, ci siamo anche noi, gli editori di Puglia,  iscritti all’APE, una folta qualificata rappresentanza, una pattuglia ben  assortita. Poi ci sono quelli “che se la credono” e anche se operano in Puglia,  tuttavia non si degnano di condividere il comune spazio territoriale. Non  facciamo nomi per non suscitare sdegnate reazioni, anche se non sarà difficile  risalire alle topografiche ascendenze salentine.
 In  tanti, forse attratti dal nostro motto “Storia e storie di Puglia”, passano dal  nostro stand; alcuni si fermano a sfogliare i nostri libri, sono pugliesi che  ci riconoscono dai nostri titoli, dalle nostre cartoline esposte e soprattutto  dalla esposizione delle nostre copertine. In questa grande vetrina, noi  esportiamo la città, le sue piazze, le sue chiese, i suoi palazzi, i suoi  eventi più rappresentativi, i suoi personaggi più noti.
 Dalla  cordialità che alcuni visitatori manifestano incrociando il nostro sguardo, ci  accorgiamo che sono barlettani. Non sono tanti, ma ce ne sono. Barlettani  trapiantati al nord, vecchi concittadini che hanno lasciato la città venti,  trent’anni fa, e questa è un’occasione per ritornarci, per ricordare personaggi  di un tempo remoto, alcuni scomparsi.
 Cordiale  scambio di sorrisi, di ricordi, ma anche di bigliettini di indirizzi e di  numeri telefonici per ritrovarsi. È rituale, e in quei momenti si è anche  sinceri, ma poi il tran tran di una banalizzata quotidianità - al rientro -  attenuerà i ricordi fino a farli scomparire nella nebbia della fretta e della  dimenticanza.
 Così  restano solo gli appunti scarabocchiati su foglietti stropicciati per la fiera  successiva, per il prossimo appuntamento, sperando che nel frattempo  l’indifferenza della tua città non ti scoraggi fino alla desistenza…
 E intanto noi, lì, nel nostro piccolo spazio editoriale,  dove numerosi visitatori manifestano il nostro beneaugurante saluto verso i  venuti da ogni dove, ai quali cerchiamo di testimoniare, con la nostra  presenza, l’orgoglio di essere barlettani e di rappresentare - attraverso i  nostri libri - la nostra terra in una metropoli così lontana, per raccontare la  nostra storia, la battaglia di Canne e la Disfida di Barletta, Eraclio e  Federico II e il magnifico Castello, la Cattedrale di Santa Maria e la basilica  del Santo Sepolcro, i nostri vetusti palazzi: Bonelli, S. Domenico e della  Marra e il suo illustre ospite Peppino De Nittis.
 
            
              
                | Anche quest’anno la nostra Casa Editrice presenta due  titoli, al Salone Internazionale di Torino: il primo è la monografia Il caso Vivarini a Barletta, relatore il  dott. Giuseppe Riefolo, coautore e promotore della pubblicazione; il secondo è  un’opera del maestro Francesco Lotoro, Antologia  di musica concentrazionaria, nota in tutto il mondo. | Renato  Russo(12 maggio 2016)
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