|   Nicola Straniero un eroe della Grande GuerraMedaglia d’Argento al Valor Militare
 Ricorre oggi,  16 maggio 2016, l’anniversario centenario della morte del giovane ufficiale  Nicola Giovanni Straniero sul Col di Lana, sul Carso, prima Medaglia d’Argento  di Barletta al Valor Militare. Essendo nato il 9 maggio 1916, il giorno della  sua tragica morte aveva appena compiuto vent’anni. La città gli ha dedicato una  strada in rione Borgovilla, una parallela di via Madonna della Croce.Il libro,  scritto con coinvolgente partecipazione emotiva da Michele Grimaldi, è stato fortemente  voluto dalle famiglie Straniero-Giannella per commemorare il loro caro, giovane  congiunto stroncato drammaticamente nel fiore degli anni, con l’intenzione di  dedicare questa biografia ai ragazzi delle nostre scuole per ricordarlo non  solo come mero riferimento storico, un logoro dagherottipo consumato dall’usura  del tempo, ma per attualizzarlo come modello di valori per i nostri giovani ai  quali il testo è dedicato per ricordare, attraverso il giovane sfortunato  Nicola. Un’intera generazione segnata da rinunce e privazioni, alla ricerca di  un proprio futuro, passando attraverso l’angusta spaventosa strettoia di una  guerra che falcidiò tanti nostri giovani eroi, centinaia, nei quali la Medaglia  d’Argento di Nicola, oggi - nel Centenario commemorativo della nostra  partecipazione a quel terribile conflitto - ritrova il suo emblematico  significato riferito ad un’epoca sfortunata e ad una generazione tragicamente  segnata.
 Michele  Grimaldi, infatti, attraverso questo libro, con la sua appassionata ricerca sui  documenti, con la storia di Nicola, ha inteso al tempo stesso far conoscere la  storia di tanti altri nostri figli che anonimamente versarono il loro sangue,  essendo tutti degni di essere ricordati e trascritti nell’Albo d’oro degli eroi caduti per la Patria. Non sembrino vuote  parole retoriche, ma i cospicui elenchi dei Caduti decorati della Grande  Guerra, i nomi, le date e il luoghi dove essi caddero, testimoniano ancora oggi  un inestinguibile alto valore patriottico.
 *  *  * Nicola Giovanni Straniero nacque a  Barletta, per uno strano scherzo del destino, nello stesso giorno di Giuseppe  Carli, prima medaglia d’Oro al Valor Militare della Grande Guerra. Apprezzato  impiegato presso la società belga di trasporti dei Tramways Bari-Barletta  prima e del Comune di Barletta quale applicato presso la Segreteria Generale  poi, spinto da amor patrio scelse, nel difficile momento attraversato dalla  Patria, la strada militare e quale allievo ufficiale entrò nell’11a  Compagnia della Scuola Militare di Modena. Giunse in Accademia il giorno di  Natale del 1915.Il 18 marzo 1916 il giovane ufficiale  Straniero inviava da Roma a suo fratello Michele, che su di lui esercitava la  patria potestà, una cartolina illustrata con la foto dell’arco di Tito, con la  quale lo informava che: “… Il viaggio (da Modena a Roma) è stato  discreto, il 22 corrente raggiungerò il mio reggimento sul Col di Lana”.  Giunse infatti in zona di guerra quattro giorni dopo, il 31 marzo dove fu  aggregato alla 19a Compagnia dell’82° Reggimento Fanteria, guidata  dal Capitano Remo Renato Petitto.
 Il 16 maggio del 1916 neanche due mesi,  il tempo per ambientarsi, che avendo negli occhi le asprezze del Carso innevato  moriva nel fatto d’arme del Monte Sief. Non saremo noi a ricostruire la tragica  fine che affideremo invece alla fredda eppure emozionante cronaca del suo  comandante Petitto che – con la sua – annunciava anche la morte di tutti gli  altri ufficiali della sua Compagnia.
 “Come saprà, il cadavere non ha  potuto essere recuperato, nonostante i veri atti di valore compiuti dal soldato  Frattaruolo (il fidato attendente di Straniero) e da altri soldati della  compagnia. Il povero suo fratello era il preferito dei miei ufficiali, per le  sue ottime qualità e il suo magnifico slancio che poneva nel servizio; era  munito anche di elmo e corazza; il combattimento fu asprissimo; caddero tutti i  miei ufficiali subalterni; alla fine del combattimento il povero Giovanni fu  colpito alla fronte immediatamente sotto l’elmetto; il sangue ha spruzzato gli  uomini accanto a Lui che lo trascinarono indietro quanto poterono, ma il Suo  corpo è rimasto sulla posizione con quelli di altri nove militari di truppa.  Posso assicurarle che è morto subito, senza neppure accorgersene. Spero che la  di lui memoria sarà degnamente onorata da una ricompensa al valore, ma non ci  faccia assegnamento”.
 Il 9 dicembre 1916, invece, nella  dispensa 105 pubblicata alla pagina 6443 del Bollettino Ufficiale del Ministero  della Guerra, l’Eroe veniva insignito, primo tra gli ufficiali barlettani a  ricevere una onorificenza militare, della Medaglia d’Argento al Valor Militare  con la seguente motivazione “Comandante del plotone di coda della compagnia,  ne sosteneva l’avanzata con intelligenza e fermezza. Ricevuto l’ordine di  ripiegare su di una posizione retrostante, si ritirava per ultimo e,  continuamente esponendosi con consapevole valore, riusciva ad ottenere nel  movimento quella disciplina che impediva l’inseguimento del nemico e,  nonostante il vivo fuoco, faceva evitare ogni ulteriore perdita, finché cadeva  colpito a morte. Monte Sief, 16 maggio  1916”.
 Migliaia di giovani barlettani partiti  in guerra nell’Alta Italia, sul Carso, nel Friuli, nel Cadore, nel Trentino,  sul Piave e in quella disperata eppure eroica epopea. 456, fra morti e  dispersi, questo il prezzo di sangue che la nostra città pagò alla prima Guerra  Mondiale. Quante vite spezzate, tante famiglie distrutte per difendere i nostri  confini e riconquistare lacerti di terre perdute, annesse al territorio  austriaco, a compimento delle tre guerre di Indipendenza, recupero delle città  di Trentino, Trieste, Gorizia e Vittorio Veneto.
 Uomini con ideali, con storie e  motivazioni diverse ma in comune un destino tragico e  glorioso: la loro morte in guerra per  preservare la Patria ed assicurare ai figli un futuro di pace.
 Le famiglie Straniero-Giannella non  hanno voluto che si perdesse memoria del loro virgulto reciso nel fiore della  giovinezza, e anzi hanno inteso – con questo libro - rinverdire il ricordo nella  giornata celebrativa del suo eroico sacrificio.
 
 Barletta negli anni del conflittoLa prima  Guerra Mondiale, dichiarata dall’Italia all’Austria il 24 maggio del 1915,  terminerà il 4 novembre del 1918 con la firma dell’armistizio. La  partecipazione di Barletta alla Grande Guerra è segnata da due primati: il  primo bombardamento e la prima Medaglia d’Oro.
 Benché la  città, a parte l’episodio iniziale, fosse risparmiata dalla guerra perché  estranea, come le altre città pugliesi, al teatro principale delle operazioni  belliche, tuttavia notevole fu il tributo di sangue che i cittadini barlettani  resero alla Patria al consuntivo del conflitto. Dai dati ufficiali tratti dagli  elenchi del Ministero della Difesa, rileviamo che ai 372 caduti accertati e  agli 84 dispersi, bisogna aggiungere i 312 decessi avvenuti per malattia più  160 invalidi.
 Il cannoneggiamento del Castello
 All’alba del primo giorno della nostra entrata in guerra, lunedì 24  maggio del 1915, Barletta ebbe il suo battesimo di fuoco. L’esploratore  austriaco “Helgoland”, dall’imboccatura del porto, colpì prima un carro  ferroviario che sostava nella stazione marittima, poi una casa in via San  Cataldo, infine il Castello, dove era acquartierato un reggimento di  bersaglieri, provocando quattro brecce ancora oggi visibili.
 Poi puntò le sue bocche da fuoco sulla Cattedrale, ma fortuna volle che  ne fosse dissuaso dal provvidenziale intervento del cacciatorpediniere italiano  “Turbine”, in perlustrazione nelle nostre acque. Avvicinatosi al porto, dopo aver dissuaso con la sua  presenza minacciosa l’“Helgoland” dal persistere nel cannoneggiamento della  città, il “Turbine” si allontanò inseguito dall’“Helgoland” che infine, nel  Golfo di Manfredonia, lo affiancò, lo silurò e lo affondò.
 Giuseppe Carli la prima Medaglia d’Oro
 Il nome del barlettano Giuseppe Carli, classe 1896, apre l’elenco delle  medaglie d’Oro della prima Guerra Mondiale. Il valoroso sergente del 12°  Reggimento Bersaglieri cadde eroicamente sul Carso, il 1° giugno del 1915,  appena una settimana dopo l’inizio delle ostilità. La salma dell’eroe non fu  mai ritrovata, ed egli è ricordato da una via, da un mezzo busto in pietra in  un’aiuola dei giardini della stazione e da un grande sarcofago - nella cappella  cimiteriale - che reca l’iscrizione: GIUSEPPE CARLI - LA PRIMA MEDAGLIA D’ORO DELLA GRANDE  GUERRA.
 Undici  le strade intitolate dal Comunea personaggi e luoghi della Grande Guerra
 Il Comune di Barletta ha intitolato dieci strade commemorative della  nostra partecipazione alla prima Guerra Mondiale. Tre dedicate: alla Brigata Barletta, a Giuseppe Vaccari suo comandante generale e Castagnevizza, località dove la Brigata si fece più onore nel corso  del conflitto; e inoltre via Carso, via Piave e via Timavo. Quindi via Giuseppe Carli, prima Medaglia d’Oro della prima Guerra Mondiale,  attigua ai giardini della stazione; via Nicola  Straniero, la prima Medaglia d’Argento barlettana (nel quartiere Borgovilla), via Luigi Doronzo lui pure  Medaglia d’Argento (nel quartiere Medaglie d’Oro), nello stesso quartiere via  del Milite Ignoto. Infine, su  piazza Federico II, il 18 marzo 1929, il Comune fece innalzare, di fronte al  palazzo delle Poste, un monumento con questa epigrafe BARLETTA AI SUOI PRODI  FIGLI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA MCMXV - MCMXVIII.
 L’undicesima strada, via Pasubio, è  stata recentemente sostituita da via Isidoro Alvisi. Pasubio, gruppo montuoso  delle Prealpi venete, a sud di Trento, sul confine italo-austriaco. Il comune  gli assegnò una via perché fu il primo avamposto austriaco occupato dalle  nostre truppe all’inizio del conflitto (fine maggio 1915), che costò la vita a  migliaia di giovani, per tutta la durata della guerra, ma a prezzi di  consistenti perdite, restò sempre italiana.
 Renato  Russo(16 maggio 2016)
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