|   I primi  anni di Aldo Moro a Barletta  Ricorre oggi il 38°  anniversario dell’assassinio di Aldo Moro ad  opera delle Brigate Rosse. Aldo Moro ebbe un intenso rapporto con la nostra  città, fin da quando, giovanissimo, venne a tenere i suoi primi comizi – nel 1946 per le amministrative – per il referendum istituzionale e le prime votazioni  politiche. In questo articolo vengono ricordati i primi appuntamenti che  segnarono la sua frequentazione con la nostra città nell’arco di trent’anni. L’ultima sua visita risale al 1976, in occasione delle  politiche che si celebrarono quell’anno, quando Moro parò alla  cittadinanza da piazza Conteduca.           Quando si affacciò dal  balcone di via Pistergola  7 aprile 1946Aldo  Moro è stato legato a Barletta da un’antica consuetudine di frequentazione, fin  da quando, appena trentenne, nella primavera del 1946, fu ospite della città in  occasione delle amministrative locali del 7 aprile. Quella fu una visita  privata legata a un curioso episodio. Moro non era ancora molto conosciuto e  non tenne alcun comizio ma si recò presso amici per perorare la causa della DC  in occasione delle imminenti votazioni. In una di queste visite, presso  l’attivista democristiana Caterina Coratella, in via Pistergola 57, poiché la  casa non conteneva tutti gli amici ed estimatori che lo avevano accompagnato,  Moro s’affacciò dal balcone per salutarli e intrattenerli sul momento politico.
 Da una cronaca de “Il Buon Senso” di sabato 20  aprile 1946, siamo informati della vittoria della Democrazia Cristiana per le  amministrative locali del 7 aprile  che  porteranno Isidoro Alvisi a fare il sindaco della città, il primo del  dopoguerra.
 Il primo comizio in piazza  2 giugno 1946La  prima comparsa pubblica a Barletta del giovane professore di diritto presso  l’Università di Bari, avvenne in occasione delle votazioni del 2 giugno ’46 per  il referendum istituzionale. Moro era candidato alla Costituente, ed era  accompagnato dall’avv. Aldo Torre, suo coetaneo e attendente durante il  servizio militare, che lo affiancò su un improvvisato palco, con il prof.  Quacquarelli, il dott. Ignazio Loiacono segretario cittadino della DC di Bari,  l’universitario Mauro Pennacchio, e il dott. Isidoro Alvisi appena eletto  sindaco. Ad ascoltarlo numerosi elettori e molti universitari della locale  FUCI, della quale Moro era presidente nazionale.
 Aldo  Moro, quell’anno, fu eletto alla Costituente con un largo margine di suffragi,  dove sarà, nonostante la sua giovane età, uno dei più autorevoli relatori della  prima Commissione per la Costituzione Repubblicana Italiana della quale  facevano anche parte Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti.
 Inaugurazione della Scuola  Elementare “Rione Tempio”  1957Molto  incisivo fu l’apporto dell’on. Moro a beneficio del progetto ricostruttivo  dell’edilizia scolastica cittadina sotto l’amministrazione Alvisi quando, nel  1952, favorì il finanziamento di due scuole, una elementare nel rione Tempio  nel quartiere Borgovilla (oggi “S. Domenico Savio”), e l’altra, la scuola media  “G. De Nittis”, sfruttando un’area inutilizzata su via Libertà, alle spalle del  Liceo Classico.
 Le  due scuole furono inaugurate entrambe sotto l’amministrazione Palmitessa nel  1957. La scuola elementare “Rione Tempio” dallo stesso Moro in primavera,  appena eletto ministro della P.I. La “De Nittis” in autunno, ai primi di  ottobre, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico.
 Premiazione alla Scuola  Elementare “d’Azeglio”  1958Accanto  al politico, conviveva in Moro anche l’uomo di cultura, l’accademico autore di  saggi giuridici e - sul piano ministeriale - il titolare del dicastero della  Pubblica Istruzione, che egli detenne dal maggio 1957 al luglio 1958. Moro, che  già dai primi anni Cinquanta aveva preso a cuore la problematica della  costruzione di nuovi edifici scolastici in Puglia, nell’autunno del 1958  accolse l’invito della Scuola Elementare “Massimo d’Azeglio” di Barletta, per  conferire una medaglia d’Oro di merito alla insegnante Antonietta Cuccorese  Rizzi. In quell’occasione incontrò numerosi noti personaggi del mondo  scolastico cittadino (come i direttori didattici Gaetano Chiummo ed Ettore  Buono) e comprensoriali (l’ispettore scolastico Giuseppe Colasanto di Andria).
 Inaugurazione  dell’Antiquarium di Canne  21 aprile 1958Una folla imponente partecipò,  il 21 aprile 1958, all’apertura dell’Antiquarium, inaugurato dall’on. Aldo  Moro, allora ministro della Cultura e Pubblica Istruzione.
 Il primo a parlare fu il sindaco di Barletta, avv. Giuseppe Palmitessa, il quale ringraziò innanzitutto i convenuti e ricordò  le benemerenze del Comitato pro Canne. Prese la parola il generale Domenico Ludovico, presidente del Comitato pro Canne della Battaglia, il quale rievocò  le tappe della valorizzazione della zona archeologica. Quindi il turno  dell’oratore ufficiale, il prof. Michele  Gervasio. “Oggi  celebriamo - egli disse - l’unità morale della nostra Patria. Nell’eterno  duello fra l’Oriente e l’Occidente per il dominio del mondo, Canne ci sia di  esempio”. Infine prese la parola il soprintendente alle Antichità Nevio Degrassi il quale fece un’ampia relazione su quello che era stato fatto e su  quello che si sarebbe dovuto ancora fare per valorizzare la celebre zona di  Canne. Il prof. Degrassi da ultimo rivolse un sentito elogio alla dottoressa Fernanda Bertocchi che stava curando la campagna di scavi cannensi.  Si saprà purtroppo che quello scoperto non era un sepolcreto annibalico ma  medievale.
 Visita all’ospedale  “Principe Umberto”  novembre 1958Qualche  mese dopo, il 23 novembre 1958, fresco della seconda nomina a ministro del  secondo governo Fanfani, Moro tornò a Barletta per un importante appuntamento:  invitato dal commissario prefettizio dell’Ospedale Giuseppe Prezzolini per  inaugurare l’impianto di liofilizzazione del Centro dell’AVIS diretto dal prof.  Ruggero Lattanzio, l’Ospedale “Principe Umberto”, elevato a nosocomio di  seconda categoria, da appena un anno, per l’interessamento dell’on. Moro, era  stato ampliato e adeguatamente attrezzato, diretto dal direttore sanitario  prof. Ruggero Lattanzio. Contava 246 posti letto.
 Inaugurazione della  Biblioteca Comunale  novembre 1958La  sua seconda visita in quella stessa occasione, fu nella Biblioteca Comunale,  nel foyer del Teatro “Curci”, per il saluto alla  città, ai capi d’Istituto che convennero numerosi all’incontro, e per  inaugurare l’Università Popolare, varata appena un mese prima, su proposta del  direttore Raffaele Bassi. Ma fu anche l’occasione per celebrare la riapertura  della Biblioteca Comunale riaperta al pubblico dopo un lungo periodo di  restauro, in seguito all’occupazione da parte delle truppe alleate nel primo  dopoguerra che l’avevano gravemente danneggiata.
 All’atto  della riapertura la Biblioteca aveva una dotazione di 18.300 volumi, 8.700  metri di scaffalature, 30 posti a sedere, 600 schede di espositori e 5  periodici. Per mancanza di spazio solo 7 volumi del Fondo Conventuale erano  depositati ancora a pianoterra nel Palazzo della Marra.
 La Cartiera di  Barletta  1964Erano  intanto avviati, nel 1964, i lavori per la costruzione della Cartiera  Mediterranea, in adempimento di una promessa fatta nel 1961 dall’avv. Pietro  Sette, presidente della Breda, che sotto la spinta dell’on. Moro, si era  impegnato per la industrializzazione della nostra regione, attraverso la  costruzione di alcuni grandi stabilimenti: a Bari il Pignone e le Fucine  Meridionali, a Giovinazzo la Brema, a Taranto l’Italsider e a Barletta la  Cartiera.
 La  costruzione avvenne su un suolo vicino alla Litoranea di Levante, circa 50  ettari acquistati bonariamente nonostante l’atto di esproprio. Lo stabilimento  industriale della Cartiera di Barletta rappresentò il nostro maggior simbolo di  sviluppo economico degli anni Sessanta. Realizzato con criteri moderni e con  tecnologie all’avanguardia, produsse in un ventennio circa un milione di  quintali di carta, soprattutto cartoncino per uso alimentare.
 Inaugurazione della  Bari-Barletta  settembre 1965Il  30 settembre del 1965 nella qualità di Presidente del Consiglio, Aldo Moro  inaugurò la nuova linea ferroviaria Bari-Barletta,  più nota come Bari-Nord che liberava  finalmente dall’isolamento i Comuni che ne erano attraversati (Andria, Corato,  Ruvo, Terlizzi, Bitonto). Barletta risultava così fornita di due stazioni: Barletta  Centrale che terminava sul piazzale delle Ferrovie  dello Stato, con due binari di stazionamento e Barletta-Scalo,  con  tre binari, diversi tronchi per le  manovre e lo stazionamento di mezzi stabili, una rimessa, un fabbricato per i  viaggiatori, un piano di scaricamento coperto con dei magazzini e un  dormitorio. La nuova moderna elettromotrice sostituiva la vecchia locomotiva di  piazza fratelli Cervi, la quale, inaugurata nel 1883, era stata messa a riposo  nel 1959.
 Renato  Russo(9 maggio 2016)
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