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 Aldo Vittorini  non era solo fratello di Elio“EUROPA” LA LIBRERIA CHE HA  SEGNATO UN’EPOCA
 Aldo Vittorini, titolare in pensione della  libreria “Europa”, se n’è andato in punta di piedi, con discrezione, com’era  nel suo carattere, ancora una volta accompagnato dal luogo comune di essere  fratello di Elio. In parte è vero, Aldo Vittorini viveva della luce riflessa  che gli veniva dalla larga notorietà del più celebre fratello Elio. Ma di  questo non si adontava, anzi, ne andava fiero. Il che accadeva specialmente  quando ricorreva qualche data celebrativa, come quando - nel marzo - furono  ricordati i quarant’anni della sua scomparsa. Va bene celebrare la grandezza di Elio, al  quale la città ha anche dedicato una strada, ma adesso che Aldo non c’è più, è  anche giusto ricordare la grande importanza che la sua libreria ha rivestito  per lungo tempo nella storia culturale della città a partire dal dopoguerra. La  libreria “Europa” resterà attiva infatti per trentacinque anni, dal 1947 al  1982, l’anno che precedette l’abbattimento di Palazzo Cuomo nel quale era  allocata.
 Per tutti quegli anni fu l’unica libreria  cittadina ad offrire ai barlettani testi della nuova letteratura, sia italiana  che straniera, specialmente americana, oltre alla più aggiornata saggistica  nazionale. Infatti l’altra importante libreria cittadina, la “Liverini”, attiva  dagli inizi del secolo, oltre a trattare prevalentemente testi scolastici,  gestiva soprattutto l’Agenzia della distribuzione dei giornali.
 La circostanza poi che a garantire un più  completo arricchimento di titoli ci fosse, specialmente nei primi tempi, il  fratello Elio, di tanto in tanto suo ospite a Barletta, non fa che sottolineare  una volta di più l’importanza della libreria “Europa” quale approdo dei più  aggiornati testi della letteratura italiana e mondiale di quegli anni.
 E quanto ai titoli del celebre fratello,  glieli acquistai tutti, anzi, quasi tutti, perché in questi giorni, dopo la  scomparsa di Aldo, tra gli impolverati romanzi degli anni Sessanta, ho  verificato di conservare l’intera produzione vittoriniana, tranne un saggio  biografico, che egli non riuscirà a procurarmi, Diario in pubblico, ormai introvabile (me n’è restato il  rammarico). Per il resto,  godo del  privilegio di possedere tutti i romanzi di Elio nella collana “I Delfini” della  Bompiani, ormai introvabili (curioso che Elio stampasse con Valentino Bombiani,  lui che con Calvino e Pavese sarà tra più grandi numi tutelari della Einaudi).
 Di Aldo Vittorini, sempre dietro il suo  storico bancone librario, conservo un vivissimo ricordo, perché era una persona  amabile, cordialissima e che non s’arrabbiava mai perché non ne offriva motivo  all’interlocutore. Del resto per lui la passione per la lettura era un modo per  alimentare la discussione intorno all’ultimo Strega o al chiacchieratissimo  Bancarella. Politicamente di sinistra, non ricordo ne abbia mai ostentato  l’appartenenza, per il rispetto che aveva verso tutti i suoi clienti.
 Sul fratello Elio raccontava spesso  gustosi aneddoti, sia di quand’erano ragazzi, in Sicilia, oppure quando Elio  veniva a Barletta a trovare i due fratelli (l’altro era Ugo, che svolgeva le  funzioni di segretario comunale).
 A Barletta, è risaputo, si legge poco, ma  quei pochi fra di noi che nella spenta temperie culturale di quegli anni si  documentavano e si aggiornavano, lo facevamo quasi esclusivamente presso la sua  libreria, spesso parlandone con lui personalmente, perché aveva il piacere  d’intrattenerci con una sobria, amabile, vorrei dire quasi soffice, bonaria conversazione d’altri tempi.
 Così, se in mezzo a quella generazione è  sedimentata negli anni un’apprezzabile cultura letteraria, credo la più gran  parte di noi ne debba la conoscenza alla prodigalità del suo rituale  approvvigionamento librario. Per cui, se un giorno qualcuno scriverà la storia  della nostra cultura nel Novecento, è giusto che ricordi come un giovane  trapiantato da Siracusa a Barletta, abbia aperto  una libreria chiamata “Europa”, che con i  suoi libri contribuì a tenere alta la tensione del nostro livello culturale.  Non mi sembra un lascito da poco.
 Quanto alla città, per ricordare i  fratelli Vittorini che in varia misura e in tempi diversi l’hanno conosciuta e  frequentata, ha dedicato una via al più famoso dei tre, Elio, una strada breve  e per giunta chiusa, ma centralissima, una traversa di via Ferdinando  D’Aragona, non molto lontano da via Renato Coletta 41, dove Aldo aveva  trascorso gran parte della sua vita.
 Un auspicio? Che i nipoti Ruggiero ed  Emanuela, pazienti collezionisti di cimeli del nonno, ne raccolgano le  testimonianze sparse e che tra qualche tempo ce ne lascino una traccia  indelebile. Sarà come aver restituito la vita al nonno ancora per qualche  istante e a noi il ricordo incancellabile di una lunga esistenza tra i mille  titoli della sua prestigiosa libreria. Una libreria che ha segnato un’epoca.
 
 Renato  Russo 
            (25 giugno 2011) << vai all'indice del canale |