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 La lirica ispirata di Rosa Spera
           È in libreria la raccolta di poesie di  Rosa Spera, Iridiscenze di liberi voli edito  da Rotas, con prefazione di Fulvio Castellani. Alla sua quarta esperienza  lirica - dopo Silenzi di rugiada (1999), Oltre i silenzi (2003), Il tempo e la rosa (2005) - questa  quarta silloge conferma e rafforza in noi il giudizio lusinghiero già espresso  in altre circostanze, del resto suffragato da numerosi premi e riconoscimenti,  nonché da autorevoli critici letterari (come Ettore Catalano) e premiata da  eminenti poeti (come Mario Luzi e Maria Luisa Spaziani).Nella  poesia di Rosa Spera è predominante l’intreccio fra immagini vaghe e parole  indefinite, fra analogie ardite e suoni sommessi. Nella musicalità del verso  confluiscono sensazioni verbali e visive, e le parole sono riportate più al  brivido dell’espressione emotiva e alla pura grazia della trama lirica, che al  loro significato letterale. In rapporto alla metrica e alla struttura della  poesia, l’esperienza dell’autrice è particolarmente significativa in quanto non  si concretizza in un rifiuto aprioristico dei canoni etici tradizionali, ma  realizza un loro superamento, attraverso un adattamento delle strutture del  verso alle esigenze della poesia.Presente in numerose antologie  didattiche nazionali di quotate case editrici e recensita in apprezzati volumi  di critica letteraria, destinataria di un plauso da parte del ministero dei  Beni Culturali, le sue liriche sono state tradotte anche all’estero.
 La più nota e gratificata delle nostre  poetesse (dilatando l’aggettivo possessivo oltre i ristretti confini cittadini)  possiede un raro dono, che la sua costanza di applicazione ha affinato negli  anni, quello di una ricchezza ispirativa che bene si armonizza con una  straordinaria capacità espressiva, ben modulata su una trama intessuta di  sfumature.
 La sua duttile versatilità sa scavare  con estrema naturalezza nelle pieghe più riposte dei sentimenti, come pure  avventurarsi in ariosi paesaggi descrittivamente intensi e luminosi. Il  connotato identificativo della sua poesia è quello del lirismo pacato e  consapevole alla ricerca di una dimensione classica dell’ordito poetico, vuoi  che abbia come tema ispirativo la vicenda personale o la memoria dei luoghi o  l’analisi dei sentimenti.
 La Spera, nelle sue ispirate liriche,  mentre affida al verso una ampiezza comunicativa, si confronta con il  quotidiano, realizzando nei suoi versi un equilibrio sintattico tra la  vocazione ad un registro più elevato e una espressività più colloquiale ed  accessibile, dove registra le sue impressioni, proietta fotogrammi del proprio  passato, lascia filtrare momenti di controllata emozione.
  Renato  Russo(9 giugno 2014)
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