|   Attualità e rilancio del PUG Ricordo che tanti anni fa la materia urbanistica era oggetto di un  ossessivo interesse da parte dei partiti e che le crisi politiche nascevano e  si alimentavano per via delle battaglie sulle prospettive del futuro assetto  territoriale della città, determinando talvolta anche la caduta  dell’amministrazione di turno. Specialmente motivo di tenaci contrasti fra  gruppi erano gli scontri consiliari sul PRG (Piano Regolatore Generale), sul  PPA (Programma Pluriennale di Attuazione) e sul PdZ (Piano di Zona, il piano di  ampliamento della nuova 167). E avendo svolto più volte la funzione di  assessore all’urbanistica e diretto la relativa commissione consiliare,  conservo ancora nitido il ricordo delle numerose discussioni sulle dinamiche operative  di ciascun piano urbanistico, singolarmente considerato oppure nel loro  complesso. È vero che quell’interesse era dovuto soprattutto a cospicui investimenti  economici (non solo per l’edilizia privata ma anche per quella popolare e  cooperativistica), ma è pur vero che un autentico desiderio di miglioramento  sulle prospettive edificatorie della città ispirava la volontà dei partiti,  come dei tecnici, e perché no, anche di perspicaci costruttori (non bisogna  immaginare che operassero solo spregiudicati speculatori), per impostare una  realistica prospettiva di sviluppo della città del Duemila.
 E quante febbrili sedute consiliari notturne - ricordo -, e quante  animate discussioni in quei consigli vivacizzati dalla presenza di un gran  numero di cittadini, per approfondire complesse problematiche per poi formulare  proposte operative e (magari vanamente) calendarizzate. Tematiche peraltro  strettamente interfacciate col comparto dei lavori pubblici, anche allora  frenato da lungaggini burocratiche. Insomma tanto clamore, un gran numero di  incontri specialistici, ma anche assidua partecipazione popolare.
   Fermi al primo step             Oggi, invece, è calato il silenzio sulla materia urbanistica, i partiti  la ignorano, le associazioni di categoria non ne reclamano periodiche  verifiche, e persino la “Gazzetta” ha diradato i suoi ricorrenti e  circostanziati articoli di un tempo. Poche le licenze edilizie rilasciate,  decimate dalla crisi (e del resto gli alti indici di fabbricabilità avevano già  prodotto i loro redditizi guadagni, quando furono ridimensionati  dall’applicazione della reinterpretata normativa).Sempre più radi i contributi per l’edilizia abitativa pubblica (IACP e  normativa agevolata dell’abitabilità convenzionata), a distanza di tanti anni  permangono problematiche aperte sui cantieri cooperativistici e chi passa per  la 16 bis non può non essere colpito dal panorama delle numerose gru che da  tempo palesano il rallentamento costruttivo dovuto - suppongo - soprattutto  alla persistente penalizzante crisi economica.
 Da quei tempi molta acqua è passata sotto i ponti. Tra locali e  regionali, sono state adottate numerose strumentazioni urbanistiche di cui  generalmente si ignora l’esito: il PRUSST Piano di Recupero Urbano e di  Sviluppo Sostenibile del Territorio con stanziamento di 4 miliardi di vecchie  lire; il PRU Piano di Recupero Urbano con stanziamento di 7 miliardi per opere  di riqualificazione urbana; il PIP Piano per Insediamenti Produttivi in  variante al PRG; il CONTRATTO DI QUARTIERE “piano complesso”, che promuoveva,  contestualizzandole, azioni di carattere edilizio, sociale ed occupazionale; il  PPTR Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, ancora in itinere, che l’assessore Azzurra Pelle ci invita a considerare più  come un’opportunità che come un limite, mentre il consigliere regionale Fabiano  Amati lo ha paragonato al bugiardino dei farmacisti. E finalmente il PUG, Piano Urbanistico Generale, sul quale gli  addetti ai lavori si interrogano sullo stato di avanzamento procedimentale.
 Per quanto ne sappiamo, pare sia fermo alla elaborazione del DPP, ivi  compresa la stesura del rapporto ambientale previsto dalla VAS (valutazione  ambientale strategica), nonché della cooperazione interistituzionale. In altre  parole temo sia ancora fermo al primo step,  cioè all’inizio dell’iter procedurale. Ricordo ancora l’annuncio che ne  dettero, tre anni fa,  in sala giunta, il  sindaco Maffei e l’assessore Sciusco, annunciando imminente l’adozione del DPP,  da parte del Consiglio Comunale, che dopo le consultazioni di legge, avrebbe  dovuto approdare alla seconda Conferenza di copianificazione. Lodevole il  tentativo di ripresa dei lavori, ma già allora eravamo fermi al 2001! Mi  raccomandai soltanto col sindaco e coi tecnici presenti all’incontro che  preliminarmente coordinassero tra di loro i diversi piani, soprattutto nei  tempi attuativi relazionati alle reali disponibilità economiche (la  raccomandazione vale ancora oggi).
 È alla luce di questi antefatti che di tanto in tanto - ma sempre più di  rado - leggiamo sulla Gazzetta ottimistici cenni sulle prospettive di ripresa  delle attività attuative delle procedure formative del PUG.
   Speriamo che non viaggi sui tempi del nuovo PRG È appena il caso di ricordare che il PRG, che ha segnato la storia della  nostra programmazione urbanistica prima del PUG, è stato affidato a due esperti  professori baresi, Giovanni Fuzio e Renato Cervini: preincaricati della sua  redazione intorno alla metà degli anni Ottanta, della sua attuazione, nel 1991,  furono reincaricati dieci anni dopo, e per cosa? per l’adeguamento alla 56/80.  Avrebbe avuto finalmente parere favorevole dalla Regione - con prescrizioni! -  solo a fine marzo 2003. Da allora pochi e poco concludenti incontri con gli stessi progettisti.  L’ultimo un anno fa, il 3 ottobre 2013, col sindaco Pasquale Cascella, che in  quella circostanza annunciò l’impegno di “declinare  un nuovo più aggiornato profilo urbanistico cittadino senza ulteriori deroghe  al PRG, in una visione strategica flessibile, come delineata dai Piani  Urbanistici di nuova generazione. E sul solco di quell’indirizzo, tracciare le  linee di tendenza del nuovo Piano Regolatore diretto ad accogliere e  armonizzare le diverse istanze provenienti dal territorio e riqualificare anche  ambiti ormai compromessi dal punto di vista ambientale, paesaggistico e del  patrimonio edilizio, offrendo nuove opportunità di sviluppo del settore con una  visione rigeneratrice della città”.
 Forse  i tempi di realizzazione si  potrebbero ridurre, se solo cercassimo di rispettare gli step fissati nei “Quaderni del Governo del Territorio” (detta  infatti il sottotitolo: orizzonti  culturali e supporti operativi per la formazione del PUG pubblicati qualche  anno fa a cura della Presidenza della Regione Puglia).
 È appena il caso di raccomandare ai tecnici incaricati della redazione  del piano, sia la formulazione delle istruzioni per una nuova cultura del suo  adeguamento al presente stato di cose, sia il suo dimensionamento nonché il suo  contenuto, disciplinato con delibera di Giunta Regionale 1328 del 3 agosto  2007. Senza dimenticare che strettamente collegate alle prime, vanno anche  lette e interpretate “operativamente” le seconde, cioè le istruzioni tecniche  per la informatizzazione dei Piani nell’ambito del SIT regionale ex delibera  1178 del 13 luglio 2009.
 Non sarà semplice, anche perché sono consapevole che molto dipenderà  dagli organismi amministrativi burocratici regionali. Per cui gli spazi  operativi del Comune sono e resteranno molto ristretti. Meno uno, perché  dipenderà solo da noi, voglio dire dalla volontà dell’Amministrazione, cioè  quello di una più frequente informazione a beneficio della collettività.
  Renato  Russo(10 luglio 2014)
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