elmo PORTALE DI INFORMAZIONE E ATTUALITA' SU BARLETTA E DINTORNI
elmo Canne della battaglia
Il Fieramosca Il Fieramosca La Disfida di Barletta
home | abbonamenti | archivio il Fieramosca | lettere al direttore | redazione | contatti
Canne della Battaglia
Canne della Battaglia
canali
disfida di barletta
canne della battaglia
federico II
de nittis
personaggi
ambiente
arte e restauro
settembre '43
Barletta-Andria-Trani
segnalibro

Cerca nel sito
La Battaglia di Canne
Canne 216 a.C. La più grande battaglia dell'antichità
Guida alla cittadella di Canne della Battaglia
Canne nelle fonti storiche dal 216 a.C. al 1294
Canne della Battaglia tra storia e archeologia VI millennio a.C. - 1294 d.C.
Canne 216 a.C. The greatest battle of antiquity
La Battaglia di Canne alla luce delle fonti classiche
Guide to the citadel of Cannae
La Cittadella di Canne dalla preistoria al medioevo
Canne e la memoria Storia di un sito archeologico
La Battaglia di Canne e la campagna annibalica in Puglia nel contesto della seconda guerra punica
 

 

AGOSTO 2016: IN VIAGGIO CON ANNIBALE

La mostra “Annibale, un viaggio” nel Castello di Barletta, preceduta dalla presentazione dell’ultimo libro di Giovanni Brizzi, “Canne, la sconfitta che fece vincere Roma”, eventi che, con il rientro nel Polo Museale Pugliese e il finanziamento regionale, potrebbero rilanciare il nostro sito cannense in chiave annibalica con forti prospettive di ritorni turistici regionali e nazionali.

La mostra di “Annibale, un viaggio”, inaugurata il primo agosto nel Castello di Barletta, preceduta dalla presentazione dell’ultimo libro di Giovanni Brizzi su Canne della Battaglia, come il recupero del nostro sito archeologico nel Polo Museale Pugliese ad opera del ministro Franceschini sotto la spinta del sindaco Cascella e del consigliere regionale Mennea, al quale ultimo dobbiamo l’esito positivo di una istanza di un cospicuo finanziamento per la valorizzazione della Cittadella, segnano il ritorno di Annibale al centro della scena culturale cittadina, con l’auspicabile valorizzazione del sito di Canne in chiave annibalica. Era ora!
Preliminare all’inaugurazione della mostra, abbiamo detto, la presentazione, nel Castello di Barletta, del libro Canne la sconfitta che fece vincere Roma di Giovanni Brizzi (Il Mulino, 2016). Brizzi, si sa, è il maggiore conoscitore del mito di Annibale sul quale ha scritto numerosi saggi dei quali ricorderemo fra i più importanti: Annibale strategia e immagine (Città di Castello, 1984); Annibale come un’autobiografia (Rusconi, 1994); Annibale (Eri, 1999); Scipione contro Annibale (Laterza, 2007) del quale ricorderemo che la copertina riporta un nitido particolare della topografia della battaglia di Canne.
In questo testo Brizzi, partendo dalla presenza di Annibale in Italia, dopo le vittoriose battaglie sul Ticino, sulla Trebbia, al Trasimeno, analizza la battaglia di Canne, il capolavoro tattico del condottiero cartaginese. Il libro inquadra il memorabile scontro nel contesto politico del tempo, il fiero contegno del popolo romano fino alla rivincita di Zama.
Non tocca a noi addentrarci nel commento critico della monografia, che peraltro si apprezza per la straordinaria sintesi espositiva e piacevolezza narrativa. Meglio di noi recentemente hanno fatto più qualificati autori, come Luciano Canfora in un recente articolo per il “Corriere della Sera”.
Il concorso simultaneo di questi eventi sembrerebbe un’ottima opportunità per far rivivere il mito di Annibale e quindi il ricordo della battaglia di Canne dopo tanti anni di disinteresse delle nostre amministrazioni territoriali. Usiamo il condizionale perché molte altre occasioni come questa, negli ultimi tre lustri, ci avevano fatto ben sperare in un recupero dell’antico sito in chiave annibalica, mentre ogni volta, poco dopo l’illusorio recupero, tutto rientrava come prima, cioè nella consuetudine di una riduttiva valutazione del sito visto solo in chiave medievale, priva quindi di scenari regionali e nazionali.

La riapertura dell’Antiquarium  1999

Cerchiamo di riepilogare le cause del decadimento del sito di Canne della Battaglia, dettagliandone i motivi attraverso una loro cronologizzazione. Cominciando dalla riapertura dell’Antiquarium, nell’aprile del 1999, dopo 25 anni di una deprimente chiusura. Il sito era stato affidato alla direzione della dott.ssa Marisa Corrente la quale, purtroppo, fin dai primi passi del suo insediamento, orientò il suo atteggiamento verso una impostazione negazionista del sito annibalico, a favore di una opzione riduttivamente medievale. E avvenne così che quando la Sovrintendenza archeologica regionale - due anni dopo - incaricò la direttrice di compilare un pieghevole che catalogasse i più importanti siti di Puglia, di Canne della Battaglia (fra i più importanti di tutti col Dolmen di Bisceglie ed Egnazia) non c’era traccia!!!.
La conferma di questo distruttivo orientamento un anno dopo, quando il Touring Club Italiano inventariò i più importanti siti archeologici di Italia. Quale non fu la nostra amarissima sorpresa quando ci accorgemmo che Canne mancava, e quando ne chiedemmo ragione alla sua compilatrice, la dott.ssa Lucia Moretti, ci rispose che nessuno glielo aveva accreditato come il famoso sito annibalico (come si aspettava) ma che anzi - contestata questa attribuzione - Canne restava un semplice, spoglio sito medievale di trascurabile importanza, quindi non meritevole di essere neppure menzionato in un inventario che di siti medievali ne catalogava oltre mille!
A Barletta, ancora una volta, l’Amministrazione non si diede pena di questi gravi pregiudizi arrecati in danno del nostro mitico sito, ridotto ad una irrilevante stazione archeologica di terz’ordine. Cominciarono così a calare vistosamente le visite al sito e il grande parcheggio ricovero un tempo di numerosissimi pullman, ridotto ad un ricettacolo di rinsecchite sterpaglie.
Isolata dal mondo accademico (dopo il clamoroso flop del Forum Internazionale del 1997), tagliata fuori dai circuiti turistici regionali e nazionali, ignorata dai tour operator, inesorabilmente Canne andò incontro ad un lento disinteresse turistico e a un progressivo degrado archeologico, a causa dell’esiziale convincimento della direttrice dell’Antiquarium convinta trattarsi solo di un sito archeologico medievale.

Il Convegno di Tuoro sul Trasimeno
e il “Cammino di Annibale”,
un’occasione perduta  2003

A fine ottobre del 2003 il prof. Giovanni Brizzi organizzò un convegno a Tuoro sul Trasimeno su “Annibale e i luoghi delle sue battaglie”. Per Barletta, il Comune delegò l’assessore Pietro Doronzo, mentre il prof. Brizzi invitò il sottoscritto per relazionare sulla battaglia di Canne. In quella circostanza al professore (al corrente che in quei mesi si stava allestendo il progetto europeo la “Rotta dei Fenici” proiettato su un orizzonte mediterraneo) balenò l’idea di un viaggio di Annibale lungo il percorso italico delle sue battaglie vittoriose: il Ticino, la Trebbia, il Trasimeno, Canne.
La “Rotta dei Fenici” era il progetto europeo generale, proiettato su un orizzonte mediterraneo, destinato a realizzarsi attraverso i vari paesi aderenti: la Tunisia, la Francia, la Spagna e quindi l’Italia che - sotto la spinta del prof. Brizzi - alla “Rotta dei Fenici” proporrà il “Cammino di Annibale” partendo da Tuoro sul Trasimeno (la località del convegno), altro mitico luogo di una delle memorabili battaglie del Barcide. Città che - ancora ispirata da Brizzi - invitò al gemellaggio Canne della Battaglia (cioè il Comune di Barletta).
Delegato a seguire l’iter annibalico, in questa fase (2009-2010), il pur volenteroso consigliere Franco Ruta ma con scarsi e inadeguati risultati perché il nostro Comune giocava la sua partita di rilancio storico turistico della Canne annibalica simultaneamente su tre tavoli: a livello nazionale intrattenendo rapporti coi vertici organizzativi della “Rotta dei Fenici” e del “Cammino di Annibale” che esaltava l’impresa cannense del Barcide; a livello locale con la Sovrintendenza che invece la negava. E come se non bastasse tanta confusione, subendo la estemporaneità delle ludiche iniziative del Comitato pro Canne della Battaglia, sgradite alla “Rotta dei Fenici” (della quale frattanto Vinella s’era intanto impadronito del logo), ma tollerato in loco dalle autorità comunali.
Tre direttrici che si annullavano fra di loro. Un rebus. Con la conseguenza che mentre il Comune di Tuoro sul Trasimeno cominciò di lì a realizzare il suo progetto di rilancio turistico (basta verificare gli straordinari risultati su Internet), Barletta, impigliata in queste contraddizioni, si impantanò.
Fuochi di paglia sul recupero annibalico che esaurivano le loro fiammate nel giro di poche ore erano anche le presentazioni dei numerosi libri che su Canne e su Annibale si andavano scrivendo in quegli anni i cui autori naturalmente transitavano prima per Barletta ignari che, ad attenderli al varco, c’era la dott.ssa Corrente che - apertamente, durante le presentazioni, fra lo sbigottimento degli autori e l’indifferenza degli amministratori locali - continuava a manifestare il suo irridente dissenso sulla localizzazione della battaglia, ribadendo ancora una volta trattarsi di un modesto sito medievale e contestando la localizzazione del celebre scontro non segnalandocene peraltro uno alternativo. Non solo. Ma arrivando alla provocatoria decisione di smobilitare, nell’Antiquarium, la grande sala annibalica (in un periodo in cui in Italia si straparlava sul condottiero cartaginese) per destinarla… a una mostra di gatti! E, come al solito, col compiacente silenzio-assenso della nostra Amministrazione comunale che partecipò gioiosa all’inaugurazione.

Il teatrino dell’assurdo

Questo il teatrino dell’assurdo che abbiamo vissuto in quegli anni, in tre lunghissimi lustri, di un Comune che simultaneamente accettava e subiva questa palese contraddizione: da un canto assecondando la Sovrintendenza (ma diciamo pure la direttrice dell’Antiquarium) su questa impostazione negazionista, e dall’altra non mancando di seguire il percorso dei promotori della “Rotta dei Fenici” e del “Cammino di Annibale”, che invece guardavano al sito cannense come al più prestigioso del percorso annibalico in Italia. Ma se ne dovettero presto ricredere e “mollarci” per il contraddittorio orientamento strategico perseguito dal Comune.
Una volta ne parlai per telefono con Antonio Barone, che della “Rotta dei Fenici” era il direttore generale, il quale, manifestando le sue perplessità su queste incomprensibili contraddizioni, assimilò questa vicenda barlettana al Teatro dell’Assurdo di Durrenmatt! E così abbiamo vissuto quegli anni, fra speranze di improbabili ravvedimenti, e la fatalistica rassegnazione ad un’assurda impostazione.
Sullo sfondo, da un lato l’ossessiva presenza del Comitato pro Canne con la sua discutibile occupazione del sito, non autorizzata ma tollerata dal Comune; e per altro verso l’ostinato persistente convincimento della direttrice dell’Antiquarium perseverante nell’alienarci ogni tipo di approccio che delineasse uno scenario annibalico del sito.
Emergeva frattanto in quegli anni l’ostinato impegno del consigliere regionale Ruggiero Mennea nel farsi promotore di una legge di finanziamento a beneficio del sito di Canne, presentato come luogo della famosa battaglia (per il sito medievale non avrebbero erogato un centesimo. E del resto la Regione nel merito della querelle Canne annibalica o medievale non è mai entrata). In ogni caso la richiesta sottintendeva la presentazione di un progetto, che il Comune non presentò, facendoci così perdere quel primo finanziamento.

Meglio tardi che mai, in viaggio con Annibale

Purtroppo anche gli ultimi anni sono stati segnati da una gestione della vicenda in chiaroscuro, nella persistenza di questa equivoca situazione di indeterminatezza, aggravata dal più completo disinteresse dei vertici dell’Amministrazione verso quei soggetti che pure avrebbero potuto fornire una circostanziata conoscenza di fatti, antefatti e retroscena. Finché oggi, ispirata dall’attuale Amministrazione Comunale, sia pure nella tardiva ripresa del “Cammino di Annibale”, non si inaugura la mostra “Annibale, un viaggio” e il prof. Brizzi non ci onora di un suo autorevole intervento per presentare il suo ultimo libro, Canne la sconfitta che fece vincere Roma. Dunque, la valorizzazione della Canne annibalica! E quasi rispondendo ad un atavico interrogativo a lungo inevaso, il professore apre il suo “prologo” con una circostanziata riproposta all’antico dilemma: “Dov’è Canne? È qui, non altrove”, risponde Brizzi, fornendo plausibili ragioni storiografiche e topografiche.
E la Sovrintendenza? E la sua posizione negazionista? E il Comitato pro Canne? E la pur tardiva adesione del Comune al “Cammino di Annibale”? Avrà finalmente esso il coraggio di tagliare netto con un passato opaco e contraddittorio e di riportare indietro le lancette di vent’anni, quando quel sito era universalmente giudicato annibalico? Avrà la lungimiranza di coinvolgere e responsabilizzare funzionari competenti ed esperti come il presidente dell’Archeoclub di Barletta (oltretutto accreditato dall’essere ispettore onorario della Sovrintendenza)? Gestirà la potenzialità del finanziamento regionale in chiave annibalica e non più medievale? (diversamente farebbero bene a cacciarci nuovamente dal Polo Museale Pugliese).
Meno male che il direttore regionale dei Beni Culturali Aldo Patruno non è vittima di dubbi amletici, se ha arredato una parete del suo studio con una grande riproduzione delle fasi finali della famosa battaglia, scelta di campo più eloquente di qualsiasi interpretazione riduttiva. Quanto a noi, sia pure tardivamente, avremo così forse finalmente il piacere di iniziare il “viaggio con Annibale”, a lungo rimandato, non solo quello museale allestito con perizia da Filli Rossi, nei sotterranei del Castello, ma risalendo nel tempo, per rivivere con Annibale una torrida giornata agostana di tanti, tanti secoli fa…

Renato Russo
(1 agosto 2016)

<< vai all'indice del canale

La battaglia di canne
La battaglia di canne
© 2003 - Editrice Rotas Barletta. Tutti i diritti sono riservati.