|   AGOSTO 2016: IN VIAGGIO CON ANNIBALE La mostra “Annibale, un viaggio” nel Castello  di Barletta, preceduta dalla presentazione dell’ultimo libro di Giovanni  Brizzi, “Canne, la sconfitta che fece vincere Roma”, eventi che, con il rientro  nel Polo Museale Pugliese e il finanziamento regionale, potrebbero rilanciare  il nostro sito cannense in chiave annibalica con forti prospettive di ritorni  turistici regionali e nazionali.           La  mostra di “Annibale, un viaggio”, inaugurata il primo agosto nel Castello di Barletta,  preceduta dalla presentazione dell’ultimo libro di Giovanni Brizzi su Canne  della Battaglia, come il recupero del nostro sito archeologico nel Polo Museale  Pugliese ad opera del ministro Franceschini sotto la spinta del sindaco  Cascella e del consigliere regionale Mennea, al quale ultimo dobbiamo l’esito  positivo di una istanza di un cospicuo finanziamento per la valorizzazione  della Cittadella, segnano il ritorno di Annibale al centro della scena  culturale cittadina, con l’auspicabile valorizzazione del sito di Canne in  chiave annibalica. Era ora!Preliminare  all’inaugurazione della mostra, abbiamo detto, la presentazione, nel Castello  di Barletta, del libro Canne la sconfitta  che fece vincere Roma di Giovanni Brizzi (Il Mulino, 2016).  Brizzi, si sa, è il maggiore conoscitore del mito di Annibale sul quale ha  scritto numerosi saggi dei quali ricorderemo fra i più importanti: Annibale strategia e immagine (Città di Castello, 1984); Annibale come  un’autobiografia (Rusconi, 1994); Annibale (Eri, 1999); Scipione contro Annibale (Laterza, 2007) del quale ricorderemo che la copertina riporta un nitido  particolare della topografia della battaglia di Canne.
 In  questo testo Brizzi, partendo dalla presenza di Annibale in Italia, dopo le  vittoriose battaglie sul Ticino, sulla Trebbia, al Trasimeno, analizza la  battaglia di Canne, il capolavoro tattico del condottiero cartaginese. Il libro  inquadra il memorabile scontro nel contesto politico del tempo, il fiero  contegno del popolo romano fino alla rivincita di Zama.
 Non  tocca a noi addentrarci nel commento critico della monografia, che peraltro si  apprezza per la straordinaria sintesi espositiva e piacevolezza narrativa.  Meglio di noi recentemente hanno fatto più qualificati autori, come Luciano  Canfora in un recente articolo per il “Corriere della Sera”.
 Il  concorso simultaneo di questi eventi sembrerebbe un’ottima opportunità per far  rivivere il mito di Annibale e quindi il ricordo della battaglia di Canne dopo  tanti anni di disinteresse delle nostre amministrazioni territoriali. Usiamo il  condizionale perché molte altre occasioni come questa, negli ultimi tre lustri,  ci avevano fatto ben sperare in un recupero dell’antico sito in chiave  annibalica, mentre ogni volta, poco dopo l’illusorio recupero, tutto rientrava  come prima, cioè nella consuetudine di una riduttiva valutazione del sito visto  solo in chiave medievale, priva quindi di scenari regionali e nazionali.
 La  riapertura dell’Antiquarium  1999 Cerchiamo  di riepilogare le cause del decadimento del sito di Canne della Battaglia,  dettagliandone i motivi attraverso una loro cronologizzazione. Cominciando  dalla riapertura dell’Antiquarium, nell’aprile del 1999, dopo 25 anni di una  deprimente chiusura. Il sito era stato affidato alla direzione della dott.ssa Marisa  Corrente la quale, purtroppo, fin dai primi passi del suo insediamento, orientò  il suo atteggiamento verso una impostazione negazionista del sito annibalico, a  favore di una opzione riduttivamente medievale. E avvenne così che quando la  Sovrintendenza archeologica regionale - due anni dopo - incaricò la direttrice  di compilare un pieghevole che catalogasse i più importanti siti di Puglia, di  Canne della Battaglia (fra i più importanti di tutti col Dolmen di Bisceglie ed  Egnazia) non c’era traccia!!!.La  conferma di questo distruttivo orientamento un anno dopo, quando il Touring  Club Italiano inventariò i più importanti siti archeologici di Italia. Quale  non fu la nostra amarissima sorpresa quando ci accorgemmo che Canne mancava, e  quando ne chiedemmo ragione alla sua compilatrice, la dott.ssa Lucia Moretti,  ci rispose che nessuno glielo aveva accreditato come il famoso sito annibalico  (come si aspettava) ma che anzi - contestata questa attribuzione - Canne  restava un semplice, spoglio sito medievale di trascurabile importanza, quindi  non meritevole di essere neppure menzionato in un inventario che di siti  medievali ne catalogava oltre mille!
 A  Barletta, ancora una volta, l’Amministrazione non si diede pena di questi gravi  pregiudizi arrecati in danno del nostro mitico sito, ridotto ad una irrilevante  stazione archeologica di terz’ordine. Cominciarono così a calare vistosamente  le visite al sito e il grande parcheggio ricovero un tempo di numerosissimi  pullman, ridotto ad un ricettacolo di rinsecchite sterpaglie.
 Isolata  dal mondo accademico (dopo il clamoroso flop del Forum Internazionale del 1997), tagliata fuori dai circuiti  turistici regionali e nazionali, ignorata dai tour  operator, inesorabilmente Canne andò incontro ad un  lento disinteresse turistico e a un progressivo degrado archeologico, a causa  dell’esiziale convincimento della direttrice dell’Antiquarium convinta  trattarsi solo di un sito archeologico medievale.
 Il  Convegno di Tuoro sul Trasimenoe  il “Cammino di Annibale”,
 un’occasione  perduta  2003
 A fine  ottobre del 2003 il prof. Giovanni Brizzi organizzò un convegno a Tuoro sul  Trasimeno su “Annibale e i luoghi delle sue battaglie”. Per Barletta, il Comune  delegò l’assessore Pietro Doronzo, mentre il prof. Brizzi invitò il  sottoscritto per relazionare sulla battaglia di Canne. In quella circostanza al  professore (al corrente che in quei mesi si stava allestendo il progetto  europeo la “Rotta dei Fenici” proiettato su un orizzonte mediterraneo) balenò  l’idea di un viaggio di Annibale lungo il percorso italico delle sue battaglie  vittoriose: il Ticino, la Trebbia, il Trasimeno, Canne.La  “Rotta dei Fenici” era il progetto europeo generale, proiettato su un orizzonte  mediterraneo, destinato a realizzarsi attraverso i vari paesi aderenti: la  Tunisia, la Francia, la Spagna e quindi l’Italia che - sotto la spinta del  prof. Brizzi - alla “Rotta dei Fenici” proporrà il “Cammino di Annibale”  partendo da Tuoro sul Trasimeno (la località del convegno), altro mitico luogo  di una delle memorabili battaglie del Barcide. Città che - ancora ispirata da  Brizzi - invitò al gemellaggio Canne della Battaglia (cioè il Comune di  Barletta).
 Delegato  a seguire l’iter annibalico, in questa fase (2009-2010), il pur volenteroso  consigliere Franco Ruta ma con scarsi e inadeguati risultati perché il nostro  Comune giocava la sua partita di rilancio storico turistico della Canne  annibalica simultaneamente su tre tavoli: a livello nazionale intrattenendo  rapporti coi vertici organizzativi della “Rotta dei Fenici” e del “Cammino di  Annibale” che esaltava l’impresa cannense del Barcide; a livello locale con la  Sovrintendenza che invece la negava. E come se non bastasse tanta confusione,  subendo la estemporaneità delle ludiche iniziative del Comitato pro Canne della  Battaglia, sgradite alla “Rotta dei Fenici” (della quale frattanto Vinella  s’era intanto impadronito del logo), ma tollerato in loco dalle autorità  comunali.
 Tre  direttrici che si annullavano fra di loro. Un rebus. Con la conseguenza che  mentre il Comune di Tuoro sul Trasimeno cominciò di lì a realizzare il suo  progetto di rilancio turistico (basta verificare gli straordinari risultati su  Internet), Barletta, impigliata in queste contraddizioni, si impantanò.
 Fuochi  di paglia sul recupero annibalico che esaurivano le loro fiammate nel giro di  poche ore erano anche le presentazioni dei numerosi libri che su Canne e su  Annibale si andavano scrivendo in quegli anni i cui autori naturalmente  transitavano prima per Barletta ignari che, ad attenderli al varco, c’era la  dott.ssa Corrente che - apertamente, durante le presentazioni, fra lo  sbigottimento degli autori e l’indifferenza degli amministratori locali -  continuava a manifestare il suo irridente dissenso sulla localizzazione della  battaglia, ribadendo ancora una volta trattarsi di un modesto sito medievale e  contestando la localizzazione del celebre scontro non segnalandocene peraltro  uno alternativo. Non solo. Ma arrivando alla provocatoria decisione di  smobilitare, nell’Antiquarium, la grande sala annibalica (in un periodo in cui  in Italia si straparlava sul condottiero cartaginese) per destinarla… a una  mostra di gatti! E, come al solito, col compiacente silenzio-assenso della  nostra Amministrazione comunale che partecipò gioiosa all’inaugurazione.
 Il  teatrino dell’assurdo  Questo  il teatrino dell’assurdo che abbiamo vissuto in quegli anni, in tre lunghissimi  lustri, di un Comune che simultaneamente accettava e subiva questa palese  contraddizione: da un canto assecondando la Sovrintendenza (ma diciamo pure la  direttrice dell’Antiquarium) su questa impostazione negazionista, e dall’altra  non mancando di seguire il percorso dei promotori della “Rotta dei Fenici” e  del “Cammino di Annibale”, che invece guardavano al sito cannense come al più  prestigioso del percorso annibalico in Italia. Ma se ne dovettero presto  ricredere e “mollarci” per il contraddittorio orientamento strategico  perseguito dal Comune.Una  volta ne parlai per telefono con Antonio Barone, che della “Rotta dei Fenici”  era il direttore generale, il quale, manifestando le sue perplessità su queste  incomprensibili contraddizioni, assimilò questa vicenda barlettana al Teatro  dell’Assurdo di Durrenmatt! E così abbiamo vissuto quegli anni, fra speranze di  improbabili ravvedimenti, e la fatalistica rassegnazione ad un’assurda  impostazione.
 Sullo  sfondo, da un lato l’ossessiva presenza del Comitato pro Canne con la sua  discutibile occupazione del sito, non autorizzata ma tollerata dal Comune; e  per altro verso l’ostinato persistente convincimento della direttrice  dell’Antiquarium perseverante nell’alienarci ogni tipo di approccio che  delineasse uno scenario annibalico del sito.
 Emergeva  frattanto in quegli anni l’ostinato impegno del consigliere regionale Ruggiero  Mennea nel farsi promotore di una legge di finanziamento a beneficio del sito  di Canne, presentato come luogo della famosa battaglia (per il sito medievale  non avrebbero erogato un centesimo. E del resto la Regione nel merito della querelle Canne annibalica o  medievale non è mai entrata). In ogni caso la richiesta sottintendeva la  presentazione di un progetto, che il Comune non presentò, facendoci così  perdere quel primo finanziamento.
 Meglio  tardi che mai, in viaggio con Annibale  Purtroppo  anche gli ultimi anni sono stati segnati da una gestione della vicenda in  chiaroscuro, nella persistenza di questa equivoca situazione di  indeterminatezza, aggravata dal più completo disinteresse dei vertici  dell’Amministrazione verso quei soggetti che pure avrebbero potuto fornire una  circostanziata conoscenza di fatti, antefatti e retroscena. Finché oggi,  ispirata dall’attuale Amministrazione Comunale, sia pure nella tardiva ripresa  del “Cammino di Annibale”, non si inaugura la mostra “Annibale, un viaggio” e  il prof. Brizzi non ci onora di un suo autorevole intervento per presentare il  suo ultimo libro, Canne la sconfitta che fece vincere Roma. Dunque, la valorizzazione della Canne annibalica! E quasi  rispondendo ad un atavico interrogativo a lungo inevaso, il professore apre il  suo “prologo” con una circostanziata riproposta all’antico dilemma: “Dov’è  Canne? È qui, non altrove”, risponde Brizzi, fornendo plausibili ragioni  storiografiche e topografiche.E la Sovrintendenza? E la sua posizione negazionista? E  il Comitato pro Canne? E la pur tardiva adesione del Comune al “Cammino di  Annibale”? Avrà finalmente esso il coraggio di tagliare netto con un passato  opaco e contraddittorio e di riportare indietro le lancette di vent’anni,  quando quel sito era universalmente giudicato annibalico? Avrà la lungimiranza  di coinvolgere e responsabilizzare funzionari competenti ed esperti come il  presidente dell’Archeoclub di Barletta (oltretutto accreditato dall’essere  ispettore onorario della Sovrintendenza)? Gestirà la potenzialità del  finanziamento regionale in chiave annibalica e non più medievale? (diversamente  farebbero bene a cacciarci nuovamente dal Polo Museale Pugliese).
 Meno  male che il direttore regionale dei Beni Culturali Aldo Patruno non è vittima  di dubbi amletici, se ha arredato una parete del suo studio con una grande  riproduzione delle fasi finali della famosa battaglia, scelta di campo più  eloquente di qualsiasi interpretazione riduttiva. Quanto a noi, sia pure  tardivamente, avremo così forse finalmente il piacere di iniziare il “viaggio  con Annibale”, a lungo rimandato, non solo quello museale allestito con perizia  da Filli Rossi, nei sotterranei del Castello, ma risalendo nel tempo, per  rivivere con Annibale una torrida giornata agostana di tanti, tanti secoli fa…
 Renato  Russo(1 agosto 2016)
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