|   Don Peppuccio e la Disfida di  BarlettaAlle  origini della rievocazione del certame
 Un impegno fra scrittura e rievocazione, fra  cultura e turismo           Sulla  Disfida ne hanno parlato diffusamente alcuni storici locali: Michele Cassandro,  Oronzo Pedico, Giuseppe Damato, Nicola Ugo Gallo e Carlo Ettore Borgia (fra i  barlettani) e altri come Pietro Gasparrini (Spinazzola Roma), Pompilio de  Santis  (Troia), Gianni Piomelli  (Foggia), Angela Pensato (Monopoli), Alberto Crespi (Trento).Cominciamo  col dire che l’espressione “storici locali” viene spesso usata in forma  riduttiva e condiscendente. Certo, ci sono autori approssimativi e superficiali  per i quali l’amore per il natio borgo fa velo sulla attendibilità della ricostruzione degli eventi. Per fortuna non sempre  è così e quando lo studioso locale conduce un lavoro di ricerca distaccato e  oggettivo, bene interpreta la lezione che ci viene dalla storiografia francese  degli Annales, per la quale l’apporto  delle ricerche di un autore locale è fondamentale ed è anzi spesso fonte  insostituibile ai fini della ricomposizione di un puzzle, che diversamente potrebbe risultare difficilmente  ricomponibile.
 Non meno  problematico è il contributo che può venire dall’apporto degli “accademici”  studiosi, che presi dal più esasperato rigore esegetico storiografico, possono  finire col perdere di vista l’aspetto tradizionale dell’evento, il più  avvincente, legato alla sua immaginifica rievocazione, al quale sono uniti i  sentimenti popolari più profondi, come il valore emblematico dell’eroe, il  rilievo evocativo di una cantina in dubbio di verosimiglianza.
 Il primo  storico locale, in ordine di tempo, a riesumare la Disfida dalle nebbie della  dimenticanza, a metà degli anni Sessanta del ‘900, fu mons. Giuseppe Damato  che, rispetto agli altri storici locali, ebbe la qualità di essere anche un  animatore della rievocazione valorizzando così, contestualmente, la scrittura  di pubblicazioni sull’epico scontro e una solerte promozione dell’evento in  chiave turistico-culturale.
 Mons.  Damato (1886-1984) più noto come don  Peppuccio (lo scopritore nel 1933 del busto di Federico in una campagna  canosina e nel 1937 del menhir di  Canne), pubblicò un breve intervento - poco più di un articolo, poco meno di  una monografia - intitolato Discorso  celebrativo del 461° anniversario della Disfida di Barletta: 13 febbraio 1503,  13 febbraio 1964. Festa religiosa della Madonna della Disfida con correzione  storica da Meale da Paliano in Miale da Troia.
 Mons.  Damato fu il vero animatore, negli anni Sessanta, di un rinnovato interesse  verso la Disfida, non solo in chiave storica, ma anche turistica. E fu così che  nelle giornate del 12-13 e 14 febbraio del 1965 organizzò la prima rievocazione  storica: investitura di undici cavalieri nel Castello, corteo per le strade  della città e funzione in Cattedrale. Stessa iniziativa replicò nel 1966,  mentre nell’edizione del 1967 - per la regia di Antonio Basile e con l’aiuto  dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo - realizzò finalmente il suo  sogno, cioè l’allestimento del Primo  certame cavalleresco, combattuto nello stadio “Lello Simeone”. Stesso  copione l’anno dopo, meno che per il tempo delle giornate rievocative, spostate  a giugno per ragioni climatiche, allo scopo di favorire una più larga  partecipazione popolare.
 Gran  tempra di lavoratore, don Peppuccio alternava i momenti organizzativi delle  manifestazioni rievocative del Certame, con l’attività di divulgatore storico e  così nel 1968 curò la pubblicazione di una monografia intitolata I moti popolari di Barletta per la contesa  storica per il monumento nazionale alla Disfida “3-10 novembre 1931”. Quanto  alle manifestazioni celebrative del Certame, non andavano proprio per il verso  giusto perché la manifestazione frattanto era cresciuta, mentre i rapporti fra  il Comitato della Disfida da una parte e l’Azienda Autonoma dall’altra non  erano dei più collaborativi, con l’Amministrazione Comunale a far da inerte  spettatrice della contesa.
 Insomma,  in attesa di chiarezza, le manifestazioni celebrative furono sospese e don Peppuccio si applicò allora alla  stesura di un altro dei suoi libri, Barletta  e la Disfida (Vecchi e C.-Trani 1969).
 Dopo la  rievocazione del ’68, le celebrazioni rievocative del Certame passarono  definitivamente alla struttura organizzativa dell’Azienda Soggiorno e Turismo  guidata dal presidente Ruggiero Dimiccoli e dal direttore Vittorio Palumbieri.  Ma questa è un’altra storia.
 Renato  Russo(17 settembre 2016)
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