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 Via Magenta,  cinquantanove anni fa
 Tutti ricordano il crollo di 52 anni fa, in via  Canosa, dove persero la vita 59 persone, nessuno si è ricordato, qualche anno  prima, del crollo di via Magenta (nella notte fra l’8 e il 9 dicembre 1952) nel  quale persero la vita 17 persone; un crollo spaventoso che travolse sei  famiglie di contadini e braccianti.Tutto si svolse in pochi  minuti. Un rumore sordo, grida, un boato: due fabbricati adiacenti che davano  su via Magenta, all’angolo formato da via Galiberti e da vico D’Andrea, erano  crollati: muri, travature, mobili, tutto un ammasso di macerie e di povere cose  nel cuore della notte, sotto una pioggia scrosciante. Dalle macerie, urla di  dolore, invocazioni di aiuto. La frenetica gara a recare soccorso ai superstiti:  sul posto giunsero infatti Vigili del Fuoco, Vigili Urbani, Guardie notturne,  Carabinieri, Guardie di P.S. e della Finanza e i militari del XIII Fanteria: un  lavoro duro, massacrante, ininterrotto alla ricerca dei superstiti.
 Da Bari frattanto giungevano il prefetto Carta e  il questore Adinolfi, il capo del Genio civile Bottiglieri e da Roma  pervenivano al sindaco Paparella le condoglianze del Presidente della  Repubblica Einaudi e del Capo del Governo De Gasperi.
 Le cause del crollo, nelle parole dell’ing. capo  del Comune, ing. Cafagna. “C’era un  edificio composto da due fabbricati, fatti di tufo e terra. Il primo, quello  che dà su via Galiberti, era di due piani e sul lastrico aveva un vano  sopraelevato; l’altro, che dà su vico D’Andrea, era di un solo piano. Il muro  perimetrale del vano sopraelevato del primo fabbricato, gonfiato dalla pioggia,  si è aperto; i grossi tufi sono caduti da un’altezza di  circa 8 metri sulla volta dello stabile più piccolo,  quello cioè di vico D’Andrea, facendola crollare. Il muro di spina (di uno  spessore limitatissimo: solo 20   cm) che reggeva le volte di entrambi i fabbricati, privo  di equilibrio, è caduto provocando il crollo totale dell’edificio. Tutto il  materiale è finito poi nello scantinato”.
 Questa la fredda ricostruzione tecnica della  disgrazia.
 Intorno, quante storie, come quella della piccola Angela Dileo,  una bimba di cinque anni rimasta sola al mondo perché la morte le aveva tolto  il padre, la madre, tre sorelline e un fratellino.
 Renato Russo(7 ottobre 2011)
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