| I primi 100  giorni di Cascella
 
 Facciamo il punto tra recriminazioni del passato (su quel che si  sarebbe potuto fare e non s’è fatto) e le incerte prospettive del futuro           Inutile  recriminare e tuttavia non si può far finta di nulla. Affiorano in questi giorni  gravi responsabilità nella conduzione dell’ultima amministrazione: debiti fuori  bilancio e disinvolta conduzione verticistica dei principali centri decisionali  con costosissimi danni per la nostra economia, con gravi riverberi sull’attuale  prospettiva gestionale amministrativa. A parte il più completo disinteresse  verso qualsiasi forma di rispetto delle più elementari regole manageriali della  cosa pubblica. Quando denunciammo (e non fummo i soli), il sindaco ci restò  male, come fosse lesa maestà, e non furono pochi a giudicare ingeneroso il  nostro dissenso.Ma tant’è,  oggi che la puntuale conferma di quei danni ingenti emerge chiaramente, nella  consistenza oltre ogni più pessimistica previsione, si fa finta di niente,  forse per esorcizzare il timore della scoperta di un inghiottitoio ancora più  profondo, mentre ci sarebbe tanto da recriminare, perché sono prospettive  destinate a essere pagate in danno di cittadini indifesi sotto forma di un  regime fiscale ancora più gravoso di quello al quale ci aveva sottoposto il  vecchio apparato governativo impositivo.
 Solo colpa del  sindaco Maffei? al quale non vogliamo togliere il dubbio del beneficio della  buona fede, ma dei partiti sì, del suo in particolare che non ebbe la forza di  frenarlo e dell’opposizione blanda e permissiva, finché le due espressioni di  queste due realtà politiche (di maggioranza e di minoranza), non trovarono il  coraggio di una provvisoria aggregazione per far decadere sindaco, giunta e  consiglio comunale.
 Non sembri  fuori luogo questo breve richiamo a quei giorni che appaiono così  irrimediabilmente lontani, e che ci sovrastano invece per le oscuri prospettive  di un futuro denso di preoccupanti incertezze. Un conciso richiamo critico  dell’accaduto, non per infierire (cui  prodest?) ma al solo scopo di evitare che gli errori del passato si possano  ripetere in futuro con grave pregiudizio degli interessi della città. Errori  che solo una ingenua (o scaltra) diagnosi poteva attribuire a fantomatiche  congiure di palazzo o per la tutela di interessi inconfessati, mentre in realtà  era l’ineluttabile epilogo di una dissennata conduzione verticistica del  governo cittadino, ispirata a scelte di mera discrezionalità e coperta  dall’omertoso silenzio di chi sapeva e non denunciava in omaggio ad un  malinteso senso di ipocrito lealismo. Un verticismo decisionale reiteratamente  denunciato non solo dagli organi di stampa, ma anche da parte di larghe  rappresentanze della società civile e di espressioni del mondo professionale,  culturale, lavorativo e persino cattolico! Alla fine anche politico - in  omaggio ad un anomalo inciucio - e fu la fine dell’esecutivo.
 Anche nella  lunga notte senza pace, che seguì al commissariamento, alla ricerca di un  candidato da estrarre dal cappello delle primarie, dalle nebbie di una stagione  contraddittoria, segnata da non sopiti risentimenti e aneliti ritorsivi in casa  pidiessina emerse, dal più alto colle di Roma, la carta Cascella. Frutto di un  esito imprevedibile, la scelta fu propiziata dalla vocazione unitaria dei  vertici del partito (locale o nazionale poco conta) alla ricerca purchessia di  una soluzione unitaria certificata dall’autorevole consacrazione della presenza  a Barletta del vice segretario nazionale Letta. Superato lo scoglio delle  primarie, gioco facile una collaudata ritrovata unità delle componenti  partitiche, salvo il giorno dopo, già alla prima votazione, non ritroviamo i  voti alla prima verifica dell’urna, con l’aggravante della beffa di poter  risalire ai fedigrafi responsabili, ciascuno addossando all’altro clamorosamente  l’onere della prova… Cose già viste.
   L’aspettativa  del nuovoe le  incerte prospettive del futuro
 Quando viene  eletto un nuovo sindaco, sorge comunque in tutti i cittadini un’aspettativa della  novità: c’è intanto l’enunciazione di un nuovo programma aggiornato (anche se i  problemi sono di solito gli stessi, ne possono però cambiare metodologie di  approccio, valutazioni di priorità e tempi realizzativi). Ci sono nomi nuovi  fra gli assessori e talvolta anche alcuni dirigenti si avvicendano fra di loro.Punto di partenza ideale la formazione di una  giunta con assessori competenti nel settore per il quale sono stati chiamati e  con una ragionevole disponibilità di tempo da dedicare al proprio settore,  amministratori delegati che godano di un ampio margine di autonomia operativa -  anche in chiave di assunzione di responsabilità -, nell’ambito della propria  sfera di attribuzione di compiti secondo il dettato normativo. E inoltre:  indispensabile intesa funzionale tra ciascun assessore e il suo dirigente di  riferimento (raccordo che purtroppo, nelle ultime giunte, ha funzionato poco e  male, cioè sporadicamente e inadeguatamente). Per non ricordare la ricorrente  frizione fra alcuni assessorati, come quelli ai lavori pubblici e alle finanze,  che dovrebbero lavorare invece in stretta simbiosi fra di loro. Ma qui si  aprirebbe uno scenario esemplificativo esageratamente vasto, ricordando, fra  l’altro, le periodiche perdite di pubblici finanziamenti, di cui facciamo finta  di ignorare a chi imputare la dimenticanza.
 Ci limiteremo,  conclusivamente, a formulare alcuni auspici: che il sindaco, anziché  accentrare, decentri e si faccia soprattutto carico di un’azione di promozione  e di concentrazione dei diversi settori coordinati al raggiungimento di un  comune programma. E lasci perdere il perfezionismo calligrafico - ove mai ne  fosse tentato - ricordando il suo recente brillante passato giornalistico; a  beneficio dei gravosi problemi dell’edilizia, della disoccupazione, delle opere  pubbliche incomplete, della salubrità della vita della città…
 È necessario  inoltre che i partiti di maggioranza sostengano la Giunta senza  condizionamenti, mentre quelli di minoranza esplichino un’opposizione  costruttiva che vuol dire propositiva. E che le associazioni cittadine più  rappresentative, finora sistematicamente ignorate, specialmente quelle  socio-culturali, non vengano più “tollerate” cioè sopportate in una negativa  ottica questuante, ma collaborativa, specialmente nelle prospettive di una  valorizzazione dei beni sociali, culturali e turistici, questi ultimi in chiave  di ritorni economici e quindi anche occupazionali.
 L’amministrazione  Cascella è partita, dopo 100 giorni è attesa al primo tradizionale consuntivo.  Che dire, se non augurarle buon viaggio, (i buoni propositi non mancano ma gli  esordi sono ancora incerti), affinché il nocchiero governi la nave zavorrata da  un gran numero di antichi irrisolti problemi, e la disincagli da un mare  tempestoso, fra i marosi di problemi non solo cittadini, ma entro scenari e  prospettive territoriali - specialmente economici - poco incoraggianti, per  risospingerla in mare aperto, verso una più spedita navigazione.
 Renato Russo
 (8 ottobre 2013)
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