PORTALE DI INFORMAZIONE E ATTUALITA' SU BARLETTA E DINTORNI
home | abbonamenti | archivio il Fieramosca | lettere al direttore | redazione | contatti

Cerca nel sito
 

Mauro Di Pinto compie cent’anni

Scherzosamente, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, vent’anni fa, Mauro Di Pinto usò un’espressione di commiato, quasi un congedo dalla sua lunga e feconda stagione artistica. Eppure da quella data quante altre primavere egli ha vissuto in una mai esausta stagione creativa, realizzando ancora un gran numero di tele, sculture, grafiche.
La sua attività centenaria ci riporta ad un esordio ormai remotissimo, nel lontano 1929, quando, allievo della Scuola d’Avviamento (Via Pappalettere), appena quindicenne cominciava a vergare le sue prime figure, pastelli, acquerelli, disegni a matita e china, schizzi seppure abbozzati che però già rivelavano nel loro autore un tratto caratteristico, una precisa personalità artistica.
Ma il battesimo del fuoco, le prime impegnative prove egli le affrontò quattro anni dopo quando il prof. Ceci, colpito dalla precocità del suo allievo più promettente, lo invitò a realizzare un busto di Francesco Saverio Baldacchini, noto uomo politico e letterato barlettano al quale era intitolata la scuola.
Il risultato fu eccellente, e fu in quella circostanza che il giovanissimo Mauro conobbe mons. Salvatore Santeramo, in quegli anni ispiratissimo autore di numerose opere storiche sulla città. Mons. Santeramo ne apprezzerà presto oltre che le doti artistiche, anche umane, e il giovane studente e il maturo studioso inizieranno una frequentazione che durerà tutta una vita. E sarà probabilmente il riservato arciprete della Cattedrale che spingerà il giovanissimo allievo, già allora appassionato cultore di storia locale, ad iscriversi e a frequentare l’associazione Amici dell’Arte e della Storia Barlettana (ce n’è giunta una straordinaria testimonianza in una foto degli anni trenta, sotto il ponte di Canosa).
E di mons. Santeramo, l’artista, qualche anno dopo, realizzerà un busto straordinario che appena quattro anni fa, fuso in bronzo, venne collocato nei giardini del castello. Ma accanto a quello del noto storico, quanti altri busti il maestro Di Pinto realizzerà, lasciandoci un patrimonio ritrattistico di assoluto valore, una galleria di personaggi fra i più noti e rappresentativi della cultura del nostro Novecento, oltre a quello di un mons. Santeramo, quelli del prof. Michele Cassandro, del dott. Vito Lattanzio, di don Luigi Scuro, ai quali si potrebbero aggiungere quelli di mons. Francesco Stellatelli e di Antonio Turi.
Pittore raffinato, padrone del disegno nelle sfumature più ricercate, i suoi colori sono tenui, la sua vena ispirativa inesauribile. Ne fanno fede i numerosi quadri che fanno bella mostra di sé in numerose case e studi dei professionisti non solo barlettani. Come nel suo stesso studio, e nella sua abitazione, veri atelier di un protagonista della nostra storia culturale che ha dedicato una vita all’arte nelle sue molteplici espressioni.
Nella maturità della sua produzione artistica, il maestro Di Pinto si cimentò, infatti, anche nelle incisioni grafiche, e come al solito non si fermò a esperimenti estemporanei, ma ci si dedicò con passione e severa applicazione, realizzando una memorabile raccolta di 25 opere, intitolata “Graffiti”, che recuperano le attività lavorative artigianali nostrane, non una mera riesumazione folcloristica condita di paesane oleografie, ma consapevole realizzazione di un progetto che oltre ad essere artistico, è anche culturale.
Culturale, ma per certi versi anche didattico. Perché il maestro Di Pinto ha insegnato una vita intera negli istituti barlettani: alla De Nittis, allo Scientifico, alla Baldacchini, in ciascuna di queste scuole lasciando l’orma indelebile non solo del suo insegnamento artistico, ma soprattutto umano. Per questo non deve sorprendere che la sua presenza ad un convegno, susciti sempre l’affettuosa attestazione di riconoscenti amicizie di tanti antichi allievi.
Pensieroso, distaccato, apparentemente estraneo dalle piccole cose che ci affliggono quotidianamente, misurato nelle pur numerose relazioni che hanno segnato una così lunga e intensa esistenza, il maestro Di Pinto è un appassionato amante della storia della sua città.
Ne fanno fede le numerose tele che, sia pur con tecniche diverse, egli ha dedicato ad alcuni degli scorci più significativi della città, a cominciare dal Paraticchio quand’era toccato dal mare, oppure la inedita rappresentazione di piazza Aldo Moro, quando c’era ancora la chiesa dello Spirito Santo; e le numerose ville e masserie in fondo a via Madonna della Croce, la casa del pittore Gabbiani prima che fosse abbattuta per far posto alle nuove costruzioni abitative.
Una raccolta di quaranta disegni, Barletta com’era, un’opera eccezionale, data alle stampe pochi anni fa, a imperitura memoria di un maestro dell’arte.

Mauro Di Pinto, al traguardo di un secolo di vita.

Mauro Di Pinto, al traguardo di un secolo di vita. Vive in via Ariosto 22. La sua casa, una vera  galleria d’arte. Praticamente non c’è una stanza dove non ci siano numerosi quadri realizzati con le tecniche più diverse.
Ordinario di disegno e storia dell’arte nelle scuole medie “De Nittis” e “Baldacchini”, ha insegnato anche negli Istituti tecnici superiori. Si è formato alla scuola napoletana dove ha studiato con la pittrice Oltremonti e gli scultori Morescalchi e Chiaromonte.
Pittore, scultore, incisore, ha esposto in Italia e all’estero. Cominciò a dipingere già a quindici anni, la sua prima opera catalogata nel 1927 è una puntasecca, Fiumara (cm. 13x16), ma agli esordi la sua opera più impegnativa fu il busto del poeta Baldacchini. Realizzerà molti altri busti negli anni della maturità di noti personaggi locali.
Molteplici le tecniche da lui adoperate e sempre con successo: l’acquaforte, l’acquerello, l’olio, il pastello, la penna (di uccello), la punta di argento, la tempera.
Bellissimi alcuni suoi disegni che riproducono scorci di Barletta o dei dintorni come il Paraticchio, la Torre dell’Ofanto, vecchie masserie nelle propaggini della città (sulla via vecchia per Minervino), opere che oltre alla bellezza artistica hanno un valore aggiunto perché diventano memoria storica, ricostruzione e testimonianza di un’epoca, come nel volume recentemente pubblicato “Barletta com’era” (Rotas-Barletta 2010).
Non si contano le mostre alle quali il maestro Di Pinto ha partecipato nel corso della sua lunga vita artistica. Per darne un’idea, in via esemplificativa, prendiamo la seconda metà degli anni Settanta: nel 1976 partecipò alla IV Biennale Europea a Bruxelles; nel 1977 all’VIII Rassegna Internazionale UNESCO a Parigi e al Salone Europeo a Londra; nel 1978 alla IX Rassegna Primavera a Marsiglia, alla Prima Collettiva di pittori italiani a Colonia e alla V Biennale europea di Arte Contemporanea a Bamberg (Germania); nel 1979 alla III Mostra di Arte Sacra a Cracovia, alla Rassegna di arte grafica a Torino e alla X Esposizione Primavera Foyer del Casinò di Montecarlo.
Ma nel 1979 fu organizzata anche una mostra di pittura e scultura presso il locale Circolo Unione alla quale parteciparono i più noti pittori barlettani.
Il maestro Dipinto ha pubblicato diverse raccolte artistiche fra cui ricordiamo con particolare piacere Graffiti, nel 1980 (150 cartelle e 25 incisioni), che andò in mostra presso la Provincia e meritò numerose recensioni fra le quali, indimenticabile, quella di Raffaele Iorio.
Innumerevoli i premi e i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera artistica, tra i quali ricorderemo in particolare quello alla carriera che gli venne consegnato durante un incontro nel corso del quale Giusy Caroppo relazionò sul tema: “Il maestro Mauro Di Pinto testimone di un secolo”.
Una particolare attenzione meritano le sue sculture, specialmente quelle dei personaggi ai quali l’autore ha saputo infondere l’anima, come nel caso del canonico mons. Salvatore Santeramo, reso in tutta la sua più intima e profonda spiritualità, ma del quale al tempo stesso traspare il forte carattere, oggi esposta nei giardini del Castello.

Renato Russo
(27 novembre 2012)

<< vai all'indice del canale

© 2003 - Editrice Rotas Barletta. Tutti i diritti sono riservati.