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 Protagonisti del Novecento L’ultimo volume della storia di Barletta di Renato Russo. Ricostruita la biografia di cento illustri concittadini
 “Personaggi dimenticati, archiviati in polverose  scartoffie, relegati in rarefatti ricordi che il nostro viaggio a ritroso ha  cercato di rievocare facendoli rivivere nel loro tempo, riaccendendo le luci  sull’offuscato limbo della memoria, su vicende smarrite negli anni trascorsi  nelle turbolenze di passioni ormai sopite, sulle quali una irrimediabile  lontananza ha steso un velo di fatalistica rassegnazione. Si ravviva così,  sotto la luce dei riflettori, un passato denso di eventi, intessuto di  contraddittorie vicende che le cronache della stampa ci restituiscono  arricchite da un cospicuo corredo fotografico”.È l’esordio  della prima parte del quarto e ultimo volume della storia di Barletta di Renato  Russo, Barletta-protagonisti del  Novecento, (la seconda parte dovrebbe uscire per Pasqua). Ricordiamo i  titoli dei primi tre volumi: Barletta la  storia (2004), Barletta immagini (2005), Barletta nel Novecento (2008), editi dalla ROTAS.
 Volume di 304  pagine (formato 21 x 30), 564 illustrazioni, questo testo ricostruisce la vita  di 110 personaggi, dalla A alla L. Di questi personaggi 105 sono uomini e  appena 5 le donne: Anna Cassandro, Angela Gargano, Maria Grasso Tarantino, suor  Maria Scolastica Lattanzio e Silvia Liaci (ma non perché antifemminista, si  schernisce l’autore, il quale spera che questo secolo dia più spazio  all’elemento femminile). Ogni biografia è accompagnata da una o più fotografie  e talvolta anche da approfondimenti.
 Per quanto  riguarda la selezione, talvolta, la presenza di alcuni personaggi risente della  conoscenza diretta dell’autore, ma per lo più la scelta è frutto di una  valutazione di oggettiva, stimata lungo l’intero arco di una vita.
 Il  personaggio più longevo, che proprio in questi giorni ha festeggiato il suo  centesimo anno di età, Mauro Di Pinto. Il più giovane, la prima medaglia d’Oro  della prima Guerra Mondiale, Giuseppe Carli, appena diciannovenne.
 Per quanto  riguarda le valutazioni soggettive, pochi i giudizi personali dell’autore, che  ha preferito ricostruire la vicenda di ciascuno in modo il più possibile  aderente alla ricostruzione della loro oggettiva esistenza.
 Fra questi  pochi giudizi personali, quello espresso sul sindaco più rappresentativo - a  parer suo - del ‘900, se si dovesse fare una graduatoria di meriti, cioè  Isidoro Alvisi.
 Dietro alcuni  personaggi c’è la scelta della rappresentanza di una intera categoria  imprenditoriale come nel caso di Paolo Alvisi per i viticultori, di Carpentiere  per gli esportatori, di Ruggiero Cortellino per i calzaturieri, di Antonio  Riccheo per il tessile, di Donato Ceci per i costruttori.
 Attraverso i  personaggi, raccontando la loro vita, l’autore ha cercato di risalire ai fatti  salienti del nostro secolo, riempiendo, come in un puzzle, tutti i periodi dei  cento anni del nostro racconto, ma non sempre questo criterio ha funzionato.
 In qualche  caso il personaggio, anche se legato ad un singolo evento, ci offre lo spunto  per allargare il discorso, come nel caso del colonnello Grasso, protagonista  del suo tempo per meno di una settimana (e infatti il capitolo che lo riguarda  è titolato Cinque giorni lunghi una vita). In questo caso protagonista è la guerra,  sono quei terribili cinque giorni del settembre del ’43 che segnarono la città  dove il col. Grasso è l’attore principale di un evento di più ampio respiro  storico che trascende la sua stessa persona.
 Allo stesso  modo passando a un tema più ameno, la vicenda della promozione del Barletta  Calcio in serie B (un evento epocale per la città sportiva), dovuto alla  famiglia Di Cosola (al padre Stefano e al figlio Franco), passa attraverso una  ricostruzione dove Franco, l’attore principale, è sullo sfondo della vicenda, a  raccontare un’epopea (sia pure calcistica), paragonabile solo ai grandi  successi di Mennea.
 Talvolta ci  sono più personaggi di una stessa famiglia, come nel caso dei Cafiero  (Pietrantonio, Ferdinando, Arcangelo, Luigi, Lello); dei Cassandro (Michele e i  figli Anna, Paolo Emilio, Giovanni Italo, Manlio Livio); dei Lattanzio  (Vitantonio, Ruggero, Enrico, Maria Scolastica).
 Qualche volta  dietro il personaggio, pur notevole, si nasconde una nobile famiglia dagli  illustri ascendenti, come nel caso di don Giulio de Martino Norante oppure di  don Camillo Esperti.
 Un  personaggio inedito per i barlettani? Sabino Castellano che per primo, agli  inizi degli anni Venti, riscoprì e valorizzò la collina della Canne…  annibalica, ma i nostri amministratori lo hanno ignorato e non hanno dedicato  al nostro personaggio non dico una via, ma neppure una targhetta apposta  sull’edificio dell’Antiquarium.
 Di alcuni  attori del tempo del fascismo, condannati per lunghi anni - nel dopoguerra - ad  una vera damnatio memoriae, l’autore ha concorso ad un recupero, di due in  particolare, Arturo Boccassini e Giuseppe Lamacchia che più degli altri  segnarono la loro epoca, prevalendo in essi, più che l’appartenenza ad  un’ideologia, la loro personalità.
 Sul fronte  opposto conviveva un fiero oppositore del regime, Teodoro Giannone, riscoperto  da una biografia di Ruggiero Mascolo, anche lui, un altro personaggio  dimenticato, eppure un grande educatore e un faro per le nuove generazioni  democratiche di sinistra che crebbero al suo insegnamento, come Borraccino,  Dambra, Conenna, Delvecchio, Matteucci.
 Graduatorie  di apprezzamento sui singoli personaggi non sono naturalmente ammissibili, ma  ce ne sono alcuni, però, che hanno segnato il Novecento in maniera indelebile,  come Isidoro Alvisi,  l’ammiraglio  Ferdinando Casardi, mons. Nicola Monterisi, il prof. Ruggero Lattanzio, il  presidente Luigi Scuro, e per certi versi - sia pure limitatamente al campo  sportivo - Pietro Mennea per la visibilità che seppe dare alla città nei tre  lustri che segnarono la sua carriera.
 Poi ci sono  alcuni personaggi ai quali, pur non essendo barlettani, l’autore ha assegnato  una sorta di cittadinanza onoraria, includendoli nel repertorio gratificatorio,  e sono due arcivescovi, mons. Reginaldo Addazi e mons. Giuseppe Carata che  hanno trascorso un gran numero di anni nella nostra città lasciando, del loro  passaggio, un’orma incancellabile.
 Protagonisti  del Novecento sono stati anche personaggi che hanno fatto divertire diverse  generazioni come Piripicchio, oppure gli Immesi con le loro marionette.
 Le  fotografie, oltre cinquecento, cercano di ricordare non solo i personaggi ma  anche i loro  amici e - sullo sfondo - la città e i suoi monumenti, le sue  vie, le sue piazze, il mare e i  litorali…
 Una  classificazione per categorie è difficile, ma proviamoci lo stesso,  limitatamente - si intende - alla prima parte dell’opera, quella pubblicata, e  allora registriamo: venti politici (di cui tredici sindaci); undici sacerdoti  (di cui quattro arcivescovi); diciannove artisti (di cui sette pittori); otto  fra scrittori e poeti; undici docenti (di cui sette presidi); sette militari (e  due partigiani).
 
 Renato Russo(14 dicembre 2012)
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