|   Cento anni fa la morte di un grande sindaco Germano Romeo Scelza (1839-1915) Germano Romeo Scelza, uno dei più incisivi sindaci della città, certo il  più rappresentativo nella seconda metà dell’Ottocento, dopo l’Unità d’Italia,  morì l’otto novembre del 1915. Ricevette il decreto di nomina dalla Prefettura di Bari il 13 febbraio  1867, mentre, nel salone del Municipio (allora sull’omonima via) rendeva  omaggio allo scultore Achille Stocchi autore del gesso della Disfida di  Barletta. Essendo nato il 21 aprile 1839, aveva 28 anni. Resterà in carica  cinque anni, fino al 30 settembre 1872.
 Fu un  grande promotore culturale, basti dire che fu lui che, all’inizio del suo  mandato decise di sgomberare i locali dell’ex convento di S. Domenico per  destinarlo a Palazzo dell’Arte e della Cultura.
 Fra l’altro  ebbe l’idea di dar vita ad un “Comitato di Storia Patria”, di raccogliere  diversi fondi librari sparsi per organizzare una grande biblioteca comunale. Il  Comune rilevò i fondi librari dei Cappuccini (2.200 volumi nel 1867) e dal  Monte di Pietà (800 volumi nel 1868) che costituirono il fondo conventuale  iniziale della nascente biblioteca, libri che inizialmente furono depositati  nei locali dell’ex Refettorio del Convento di S. Domenico. Inoltre, nel quadro  di queste iniziative, raccogliendo un suggerimento del direttore delle Scuole  di Barletta, don Giuseppe Onesti, suffragato dal parere del vice sindaco  Francesco Saverio Vista, invitò a Barletta Valdemaro Vecchi, un giovane  tipografo che nella sua città (Alessandria) subiva la concorrenza di altri due  colleghi. E per convincerlo a trasferirsi a Barletta (priva di stampatori), gli  promise l’uso di locali in comodato gratuito a pianoterra dell’ex Convento di  S. Domenico per cinque anni. Non solo, ma gli concesse pure che la stamperia  venisse intitolata “Tipografia municipale Vecchi e Soci”.
 Nel 1868 Scelza  bandì un concorso per la realizzazione di una storia della città. Nello stesso  anno, come abbiamo visto, Scelza diede vita ad un Comitato di Storia Patria (che anticiperà di 67 anni la nascita  della Deputazione di Storia Patria) costituito da 19 membri, dei quali faceva  parte Sabino Loffredo, che avrebbero raccolto materiale per la riscrittura della  storia della città, un aggiornamento della “Istoria” scritta nel 1769 da Francesco Paolo De Leon. Ma le cose andarono per le lunghe  e così il concorso per la redazione di una nuova storia della città sarà  bandito il 24 novembre del 1884 dal sindaco Pietro Antonio Cafiero. Lo vincerà  Sabino Loffredo.
 Fra le iniziative che si ricordano del  sindaco Romeo Scelza, l’affidamento all’ing. Mati del progetto del Porto, la  promozione di una sottoscrizione per la ricostruzione del Teatro Comunale, il  Prestito a Premi per rimpinguare le esauste finanze locali, l’organizzazione  dell’assetto del nascente Ospedale Umberto I, la selciatura di numerose strade,  l’ingrandimento del Macello Comunale, lo spostamento del comando dei  Carabinieri accanto al convento di S. Andrea, dov’erano le carceri  mandamentali. Abbiamo visto che fondò la Biblioteca Comunale, riunificando i  fondi conventuali fin allora abbandonati e tentò anche, con Valdemaro Vecchi,  di realizzare una “Biblioteca  Circolante”, di quelle che avevano avuto una certa diffusione nelle grandi  città del Nord, una sorta di bus che stazionava in certi punti della città, per  offrire a tutti la possibilità di accedere alla lettura di libri.
 Il Vecchi, venti anni dopo, dando alle stampe  i suoi Ricordi di Barletta, rammentava con favore quell’amministrazione  comunale e il suo sindaco, che lo aveva accolto e sostenuto. “Abbattute le vecchie Amministrazioni, era  allora salita al Municipio una schiera di giovani valorosi, disposti a mettere  la loro intelligenza, la loro attività, al servizio del proprio paese, che  volevano assurgesse a dignità di paese colto e civile e fosse all’altezza dei  nuovi tempi e degno della nuova Italia. Quell’Amministrazione prese il nome da  Romeo Scelza, che ne era il capo, e fu quella che diede il primo impulso, la  prima e più formidabile spinta al progresso materiale e morale della città, e  cioè all’abbellimento edilizio, all’igiene, all’istruzione popolare che ha  avuto e continua a segnare un lodevole incremento”.
 Nel 1870, per sostenere le ingenti spese  comunali, specialmente quelle relative al completamento dei lavori del Porto,  il sindaco accese un “Prestito a Premi” concesso dal  Ministero del Tesoro che susciterà astiose polemiche (si protrarranno per  cinque anni) fra i detrattori e gli estimatori della iniziativa.
 Il 9 febbraio del 1871 vide la luce il primo  numero del periodico settimanale “Il Circondario di Barletta” diretto e  stampato da Valdemaro Vecchi, con una tiratura di 1000 copie (tantissime per  quei tempi) che riportava notizie da Barletta e dalle città del circostante  comprensorio del mondo socio-politico, storico, culturale e commerciale, ma  specialmente agricolo. Era il coronamento, da parte dell’editore, di un disegno  condiviso col sindaco Scelza e col Vista, quello di dare voce ad una rinascita  della società cittadina che l’Amministrazione comunale aveva alimentato con le  sue iniziative. Fra i più noti redattori gli stessi Scelza e Vista, e inoltre  Pietro Cafiero, Francesco Dicorato, Raffaele e Carlo De Nittis, Raffaele  Fonsmorti, Vincenzo Passaretti ed altri, “uniti a  collaborare dal comune desiderio di stimolare le sopite energie intellettuali  del Circondario e di porre le premesse per una profonda trasformazione  culturale della città”.
 Il 7 aprile del 1872, fu celebrata l’ultima  importante manifestazione pubblica del suo sindacato, l’inaugurazione del Teatro  Curci con la rappresentazione del Machbeth di Verdi.
 Nelle elezioni amministrative del 1972 Scelza  fu rieletto in modo plebiscitario, ma, stanco e disilluso, rifiutò, anche se  lealmente appoggiò l’azione amministrativa del nuovo sindaco, Francesco Paolo  De Leon.
 Nel 1889 fu eletto nel Consiglio Provinciale  con la lista l’“Unione Liberale”, e per tutto il tempo che ne fece parte,  rappresentò degnamente la sua città per i cui problemi si battè sempre  energicamente. Ma, ammalatosi, rassegnò le dimissioni e si richiuse nel  silenzio del suo studio.
 Negli ultimi anni si ritrasse dalla vita  pubblica e lui che era stato tanta parte di quella, si contentò di figurare  quale spettatore distaccato e silenzioso. Sembrava che se ne fossero  dimenticati tutti, ma di lui, più di qualsiasi elogio, avrebbero parlato le  opere compiute.
 Grande fu il rimpianto per la sua morte, l’8  novembre 1915, nobilitata da un imponente funerale e ricordata, a futura  memoria, da una corposa pubblicazione alla quale dettero le loro testimonianze  le più eminenti personalità del mondo politico, culturale, cittadino e  comprensoriale del tempo: F. S. Vista, Luigi Scuro, Gennaro Dellisanti, il  comm. Arcangelo Cafiero, Riccardo Ceci, Tommaso Severini, il comm. Giovanni  Beltrani, Benedetto Paolillo, Raffaele De Cesare, Antonio De Leon Pandolfelli,  Pasquale Cafiero. E fra le firme apposte, di quanti vennero a rendergli  omaggio, segnaliamo anche quella dell’illustre vescovo di Monopoli, S. E. mons.  Nicola Monterisi. E per il mondo socio-culturale espressero la loro  attestazione di stima la Diocesi ecclesiale, la “Nicolò Tommaseo”, il Sindacato  dei corrispondenti, il Circolo Leone XIII, il Comitato della Dante Alighieri,  la Lega Navale e l’Antico Fascio Operaio.
 Fra i tanti giudizi lusinghieri, forse i più  significativi furono quelli del sindaco e del presidente della Provincia. Nella  introduzione al volumetto in memoria dell’estinto, Luigi Cafiero scrisse: “Fu il sindaco che più di ogni altro diede  notevole impulso al miglioramento e al progresso della città”. E Giovanni  Beltrani, nella sua perorazione funebre aggiunse: “Aprì le vie dell’avvenire economico e sociale di Barletta,  massime per la cultura, l’Istruzione pubblica e per il Commercio”. Alla figura di  Germano Romeo Scelza il Comune gli ha intitolato una strada, una piccola  traversa di via Canne.
 Sic  transit gloria mundi.
 Renato  Russo(6 novembre 2015)
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