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 PROTAGONISTI DEL NOVECENTOParte seconda M-Z
 
 Ricostruita la biografia di  altri cento illustri concittadini.
 Con questo  volume si completa la storia di Barletta di Renato Russo in 4 volumi
 È in libreria la seconda  parte del quarto e ultimo volume della storia di Barletta di Renato Russo, Barletta-protagonisti del Novecento.  Ricordiamo i titoli dei primi tre volumi: Barletta  la storia (2004), Barletta immagini di ieri e di oggi (2005), Barletta nel Novecento (2008), editi  dalla ROTAS. Volume di 328 pagine (formato 21x30), 600 illustrazioni, questo  testo ricostruisce la vita di oltre cento personaggi, dalla M alla Z. Di questi  personaggi 99 sono uomini e appena 7 le donne (Maria Nigro, Maria Perfetti  Spagnoletti, Michelina Piazzolla, Mimma Picardi Coliac, Rosa Porcella Del  Negro, Ada Roggio, Rosa Spera). Ogni biografia è accompagnata da una o più  fotografie e talvolta anche da approfondimenti, tratti da monografie sul  personaggio o da articoli di giornale, specialmente dal “Fieramosca”.
 Sette le tavole genealogiche ricostruite, con l’aiuto  dell’Archivio di Stato: le famiglie De Martino-Norante, Esperti, Nagel,  Perfetti Spagnoletti, Picardi, Reichlin e Violante.
 Quanto alla selezione dei personaggi, talvolta, la discutibile  presenza di alcuni può risentire della conoscenza diretta dell’autore, ma per  lo più la scelta è frutto di una valutazione oggettiva, stimata lungo l’intero  arco di una vita. Cioè sono stati preferiti quei personaggi che più a lungo  hanno inciso sul loro tempo.
 Per quanto riguarda le valutazioni soggettive, pochi i giudizi  personali dell’autore, che ha preferito ricostruire la vicenda di ciascuno in  modo il più possibile aderente alla loro oggettiva esistenza. Fra questi pochi  giudizi personali, quello espresso sul sindaco più rappresentativo del ‘900:  dovendo stilare una graduatoria di meriti, l’autore ha scelto Isidoro Alvisi, che sapeva conciliare  la cordialità alla fermezza e armonizzare comprensione umana e duttilità  professionale, capacità realizzativa, generosità verso il popolo, apertura  verso esperienze innovative, impegno a tempo pieno… Da ultimo realizzò anche un  consuntivo del suo mandato 1951-56, di una straordinaria chiarezza e  incisività. Ci resta solo il rammarico della sua prematura scomparsa, a soli 51  anni. In questo secondo volume particolare attenzione è stata riservata a Peppino Palmitessa, sindaco di Barletta  a cavallo degli anni Sessanta e Settanta.
 Fra i politici, col democristiano Peppino Palmitessa, dotato di una  lucida visione politica e capacità amministrativa, anche il socialista Donato Paparella, intelligente e  sornione, tipico esponente della nostra classe politica, con agganci a livello  regionale e nazionale. Fra i comunisti, Teodoro  Giannone (il più notevole del Novecento, di una adamantina dirittura  morale), anche se il più noto è, Domenico  Borraccino, sindaco e senatore negli anni Settanta, con Carlo Borgia e don Luigi Filannino, i primi promotori del rilancio della  istituzione della Sesta provincia. Dietro alcuni personaggi c’è la  scelta della rappresentanza di una intera categoria imprenditoriale come  nel caso di Antonio Riccheo per il  mondo delle maglierie e Ruggiero  Cortellino per quello delle calzature.
 Attraverso questi personaggi, raccontando la loro vita, l’autore  ha cercato di risalire ai fatti salienti del nostro secolo, riempiendo, come in  un puzzle, tutti i periodi dei cento  anni del nostro racconto, ma non sempre questo criterio ha funzionato. È il  caso della Prima Guerra Mondiale, un’epoca avulsa dal resto del contesto. Come  per i morti del marzo ‘56, l’anno della grande nevicata e della terribile  carestia, o il crollo del settembre del ’59 in via Canosa, eventi dove non c’è  un protagonista fisico ma protagonista è la città, il popolo… Peraltro questi  fatti sono raccontati nel volume sul Novecento.
 Talvolta il personaggio, anche se legato ad  un singolo evento, ci offre lo spunto per allargare il discorso, come nel caso  del colonnello Francesco Grasso,  protagonista del suo tempo per meno di una settimana (e infatti il capitolo che  lo riguarda è titolato Cinque giorni  lunghi una vita). Allora protagonista fu la guerra, quei terribili cinque  giorni del settembre del ’43 che segnarono la città.
 Allo stesso modo, passando a un tema più ameno, la vicenda della  promozione del Barletta Calcio in serie B (un evento epocale per lo sport  cittadino), dovuto alla famiglia Di  Cosola - al padre Stefano e al figlio Franco - è ricostruita attraverso il  racconto di Franco, l’attore principale che sullo sfondo della vicenda, narra  un’epopea (sia pure calcistica), paragonabile solo ai grandi successi di  Mennea, che l’attuale presidente Roberto Tatò avrebbe voluto rinverdire ma che  - ahimé - i deludenti risultati del campionato hanno disarmato fino a indurlo a  irrevocabili dimissioni.
 Talvolta ci sono più personaggi di una stessa famiglia, come nel  caso degli Alvisi, dei Cassandro, dei De Martino-Norante o dei Picardi.
 Personaggi poco noti alla generalità dei barlettani? Non sono  pochi: per esempio Nunzio Saracino,  un notevole scultore autodidatta, Michele  Mauro medico che pagò con la vita la sua dedizione per gli ammalati, Giuseppe Mavellia un maestro d’altri  tempi, Tommaso Severini notaio e  sindaco ma innanzi tutto un fior di galantuomo, Ignazio Straniero, giudice intemerato…
 Di alcuni attori del tempo del Fascismo, condannati per lunghi  anni - nel dopoguerra - ad una vera damnatio  memoriae, l’autore ha concorso ad un recupero, di due in particolare, Arturo Boccassini e Giuseppe Lamacchia che più degli altri segnarono il proprio tempo,  prevalendo in essi, più che l’appartenenza ad un’ideologia, la loro  personalità.
 Sul fronte opposto conviveva un fiero oppositore del regime, Teodoro Giannone, rivalutato da una  biografia di Ruggiero Mascolo. Anche  lui, come Sabino Castellano, un  personaggio dimenticato, eppure un grande educatore e un faro per le nuove  generazioni democratiche di sinistra che crebbero al suo insegnamento, come  Borraccino, Dambra, Conenna, Delvecchio, Matteucci.
 Graduatorie di apprezzamento sui singoli personaggi non sono  naturalmente praticabili, ma ce ne sono alcuni, che hanno segnato il Novecento  in maniera indelebile, come Isidoro  Alvisi (già citato), l’ammiraglio Ferdinando  Casardi, mons. Nicola Monterisi,  il prof. Ruggero Lattanzio, il  presidente Luigi Scuro e Pietro Mennea per la visibilità che  seppe dare alla città nei tre lustri che segnarono la sua carriera.
 Poi ci sono alcuni personaggi ai quali, pur non essendo  barlettani, l’autore ha assegnato una sorta di cittadinanza onoraria, includendoli nel repertorio gratificatorio, e sono due  arcivescovi, mons. Reginaldo Addazi e mons. Giuseppe Carata che hanno  trascorso un gran numero di anni nella nostra città lasciando, del loro  passaggio, un’orma incancellabile.
 Protagonisti del Novecento sono stati anche personaggi che hanno fatto divertire diverse generazioni come Piripicchio, oppure Luigi Piazzolla detto “u puet”.
 Le fotografie, 1100 fra i due volumi, cercano di ricordare non  solo i personaggi ma anche i loro amici e - sullo sfondo - la città e i suoi  monumenti, le sue vie, le sue piazze, il mare e i due litorali…
 Una classificazione per categorie è difficile dei personaggi del  secondo volume, ma proviamoci lo stesso e allora registriamo: undici politici;  undici sacerdoti (di cui sei tra vescovi e arcivescovi); dodici artisti; nove  fra scrittori e poeti; dieci docenti (di cui tre presidi); tre militari.
 Interessantissimo l’indice delle illustrazioni concepito come un  apparato iconografico complementare alle biografie di ciascun personaggio. Da  questa graduatoria si trae la conclusione che si tratta di una città le cui  componenti professionali sono ben proporzionate ed equamente distribuite tra  politici, artisti e letterati, imprenditori e professionisti. Molte le foto  inedite, ma ce ne sono alcune andate smarrite, come, il prospetto del monastero  di S. Ruggero, accanto alla caserma Stennio il cui suolo è oggi occupato dalla  Stazione dei pullman.
 Se l’autore s’è pentito di aver inserito qualche nome e di aver  escluso qualcun altro? Forse sì, ci ha confessato, ma non lo ammetterà mai.  Quanto agli esclusi, sono valutazioni puramente soggettive quindi sempre  opinabili.
 CITAZIONI La  storia locale pur nei limiti ad essa connaturati e con l’inclinazione, che a  volte dimostra, di aureolare i propri protagonisti, ci fa sentire il senso più  intimo della Storia, facendoci toccare quasi con mano i vincoli che legano  generazioni e generazioni, il condizionamento che il presente riceve dal  passato.Ed  esalta i valori della tradizione, che sono garanzia di saldezza morale e civile  nella storia di una città.
 Anna Cassandro Sernia“Vita di Benedetto Paolillo”
                 Renato Russo(8 dicembre 2013)
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