| La “Società di Storia Patria per la Puglia”
            originariamente “Commissione di Storia Patria” (1868)
 Barletta  contiene ancora ripostigli che nascondono pagine inedite della nostra storia  culturale. Una di queste è la rilettura dell’origine della “Commissione di  Storia Patria” (nel 1868) da cui germinerà la “Società di Storia Patria per la  Puglia”. L’originaria presenza in Palazzo S. Domenico e l’auspicio che la  Sezione ci possa ritornare. In  occasione della recente presentazione della biografia di Sabino Loffredo, ad  opera del prof. Pasquale Corsi, presidente della “Società di Storia Patria per  la Puglia”, la prof.ssa Antonietta Magliocca, presidente della locale Sezione,  ha colto l’occasione per rinnovare al sindaco Pasquale Cascella, l’istanza di  tornare a occupare i locali di palazzo S. Domenico dove la Sezione, nella  seconda metà del 1900 aveva svolto la sua attività sociale, e precisamente dal  1968 al 1990.Nel 1990 la  Società fu sfrattata per consentire alla ConSud di prendere possesso dell’immobile  per ristrutturarlo e destinarlo all’operosa officina della propria attività didattica  di restauro artistico. L’impegno della ConSud, come quello dell’Amministrazione  Comunale, fu quello che, al termine dei lavori, la Società rientrasse in sede,  ma la promessa non fu mantenuta, così l’associazione fu costretta ad essere  ospitata in altre sedi temporanee. L’ultima, presso la Sala della Comunità di S. Antonio, in condominio con altre associazioni,  nella sacrestia di quel tempio, che la Curia arcivescovile ha dedicato ad  attività socio-culturali.
 Per anni  Palazzo S. Domenico è stato occupato - oltre che dalla ConSud - anche dagli uffici  del Parco Letterario “Fieramosca-d’Azeglio”, ma oggi che i locali si sono  liberati da entrambe queste destinazioni e cominciano gradualmente a degradarsi  per l’abbandono dei suoi ambienti, è venuto forse il momento di riconsiderare  con maggiore attenzione l’aspettativa della Sezione di Barletta di rientrare  nella sua originaria storica sede. Perché questo è il punto. L’istanza della  Società di Storia Patria non è una petizione qualsiasi, come ha interpretato il  sindaco, “una delle duecento associazioni che mi pressano per avere una sede”,  ma è la richiesta di un’associazione che ha contribuito a fare la storia della  nostra cultura locale, regionale e - perché no - anche nazionale.
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 Sarà bene,  a questo punto, ricordare, sia pur brevemente, ai nostri lettori, risalendo  alle origini, le ragioni della importanza della Sezione barlettana. La quale fu  la prima a nascere in Italia, nell’autunno dell’ormai remotissimo 1868. Fu una  scelta del sindaco Germano Romeo Scelza, quella di dar vita ad una “Commissione  di Storia Patria” per raccogliere materiale per una più approfondita conoscenza  della storia della città allo scopo di curarne un aggiornamento di quella  scritta un secolo prima da Francesco Paolo De Leon e che sarebbe stata poi  pubblicata da Sabino Loffredo cinque lustri più tardi, nel 1893.Quella Commissione,  costituita da 19 membri, di cui faceva parte lo stesso Loffredo, qui a S.  Domenico ebbe sede per molti anni, promossa e coordinata dal vice sindaco  Francesco Saverio Vista. Si allargherà a 30 e poi a 40 membri, divisi in sette  sezioni, ognuna con precisa assegnazione di compiti per finalizzate ricerche.
 Il  Commissario prefettizio sen. Onofrio Serena, tre anni dopo prenderà spunto da  questo sodalizio per invitare il Consiglio Provinciale di Bari a realizzarne uno  analogo sotto il nome di “Deputazione di Storia Patria”. Li per lì non se ne fece  nulla, ma nel 1893 anche Valdemaro Vecchi, tipografo-editore in Barletta per  undici anni (1869-1880), dalla sua “Rassegna Pugliese”, ne prenderà ispirazione  per proporre ai suoi redattori (il fior fiore della cultura pugliese del tempo)  la nascita di una “Società di Storia Patria in Puglia” (fu lui a coniare per  primo questa locuzione). Di qui l’idea si allargherà in altre regioni italiane.
 Frattanto  la “Commissione di Storia Patria” di Barletta, dopo aver prodotto i documenti  che avrebbero aiutato il Loffredo a scrivere la sua storia, si andava  disperdendo per ricostituirsi, più tardi (1923), sotto il nome di “Associazione  degli Amici dell’Arte e della Storia barlettana” con sede a Palazzo della  Marra, che condividerà per molti anni con la Pretura e due sezioni di scuole primarie.
 Anni dopo,  a livello nazionale, nel 1935, un Regio Decreto deliberava la nascita della “Regia  Deputazione di Storia Patria” che veniva istituzionalizzata in sedici regioni  italiane. Ogni regione aveva la facoltà di autorizzare la nascita di sezioni  autonome, per ogni capoluogo di provincia. Solo Barletta farà eccezione,  l’unica città non capoluogo di provincia ad essere elevata a sezione autonoma  nel riconoscimento che da essa era partita l’originaria idea.
 Così  Barletta, nello stesso anno (1935), adeguò il suo nome di “Associazione degli  Amici dell’Arte e della storia barlettana”, a quella di “Deputazione di Storia  Patria per la Puglia”. Primo presidente regionale Gennaro Maria Monti, primo  presidente barlettano Michele Cassandro. La sede, sempre al primo piano di Palazzo  della Marra.
 Solo nel  1950, sotto un nuovo regime istituzionale, con decreto  ministeriale venne cambiato il nome di “Deputazione”  in quello di “Società”. Era un’ulteriore conferma della nostra originaria storica  ascendenza a quella remota data dell’insediamento della Società barlettana  (1868) e regionale (1893).
 *   *   * È alla luce  di questa concisa ricostruzione che oggi va riletta la richiesta della Sezione  di Barletta della “Società di Storia Patria”. E al sindaco che, nella sua  replica alla prof.ssa Magliocca, la confondeva con le altre 199 associazioni  cittadine che hanno inoltrato analoga richiesta, il prof. Corsi garbatamente  replicava non essere la stessa cosa, perché la Società di Storia Patria è un  ente istituzionale nazionale tutelato e disciplinato dallo Stato.La vita di un sindaco, nel quinquennio del suo  mandato, è normalmente intrigata in ordinaria amministrazione, con pochi picchi  di eventi storici che lo coinvolgono segnandone la vicenda amministrativa.  Questa è una di quelle rare opportunità, la riapertura di una sede storica del  cui ripristino andare fieri. Il sindaco sappia coglierla, come ha già fatto in  occasione della valorizzazione di tre illustri personaggi del passato ai quali  i suoi predecessori non avevano dato altrettanta visibilità: Valdemaro Vecchi, il grande tipografo fidentino che operò  per un decennio in S. Domenico, fondatore del “Circondario di Barletta” nonché editore  di Benedetto Croce che la Commissione toponomastica ha gratificato con la  intitolazione di una strada; Sabino Castellano,  il riscopritore della Cittadella, al quale l’Amministrazione ha intestato il  piazzale antistante l’Antiquarium di  Canne,e Sabino Loffredo del quale, con le sue recenti iniziative, il sindaco ha contribuito a  diffonderne la conoscenza. Non si lasci sfuggire questa ulteriore storica occasione.  La città gliene sarebbe grata.Un sindaco,  per quanto importante sia la funzione da lui rivestita negli anni che detiene  il suo ufficio, passa e - ahimè - trascolora nel tempo, mentre una istituzione secolare  come quella della “Società di Storia Patria” resta a nobilitare la storia della  città. Vorremmo che il sindaco, senza preconcetti, ma anzi, con maggiore  serenità e più attenta meditata riflessione, valutasse l’opportunità di  riconsiderare le sue perplessità trasformandole in un atteggiamento più aperto  e disponibile.
 È pur vero -  a essere sinceri - che la più grande difficoltà, per l’Amministrazione, è che  questa richiesta, per quanto legittima, non può prescindere dalla condizione  generale nella quale si trova oggi l’edificio, sia da un punto di vista  strutturale che gestionale-amministrativo. Per cui si potrebbero anche  ipotizzare tempi lunghi per il suo recupero funzionale ai fini della sua  assegnazione. Ma questo è un altro discorso, mentre noi auspichiamo un  ravvedimento nell’atteggiamento di fondo del primo cittadino cioè una  riconsiderazione della Società, al fine di cercare anche soluzioni emergenziali  contingenti alternative in attesa di una auspicabile assegnazione definitiva.
 Renato  Russo(23 marzo 2016)
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