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 Ritorno alla politica dopo  il tempo delle polemiche Insieme nell’interesse  della città
 Ci siamo lasciati alle spalle una estate  torrida, non solo per ragioni climatiche, ma anche politiche. E per fortuna  che, almeno nel mese di agosto, la pausa vacanziera ha concesso una tregua alle  intemperanze del dibattito politico. Ci auguriamo che abbia portato consiglio  alle parti in causa e che esse rientrino   nell’ordinarietà dell’azione amministrativa con spirito meglio disposto  ad un tentativo di conciliante ricomposizione dei rapporti. Non solo per  ragioni umane e personali (si tratta di personaggi che in fondo hanno condiviso  un lungo tratto di strada), ma anche e soprattutto per motivi di opportunità  politica, vorrei anzi dire, di doverosa imprescindibilità.Pensiamo per un attimo allo scenario che  stiamo vivendo, alla turbolenza di un contesto nazionale ricco di drammatiche  incognite… E in una situazione di acutissima crisi come l’attuale, come  consentirsi di perseverare in un atteggiamento di perdurante conflittualità?!  Se non per voi, fatevene almeno carico per la comunità che vi ha eletto ai  diversi livelli istituzionali, la quale non vi ha affidato un mandato  amministrativo per congelarlo in sterili puntigliose contrapposizioni, ma in un  dialogante costruttivo concorso di volontà finalizzato a fronteggiare l’attuale  congiuntura economica e politica!
 *   *   * Il punto di partenza? La consapevolezza di  guidare la città capofila capoluogo di una provincia tripolare che spesso offre  di sé invece l’impressione di aver rinunciato al suo ruolo guida per assegnarlo  ad altri, e non solo perché altrove è la sede amministrativa della presidenza  della Giunta, così come quella dell’Unità Sanitaria Locale, ma (siamo realisti)  anche per effetto del gioco delle alleanze fra le forze politiche, determinate  dai risultati elettorali di due anni fa.In compenso abbiamo quattro (!) consiglieri  regionali, tre dei quali appartenenti all’area governativa, ed un assessore. E  le risorse finanziarie, benché nel prossimo futuro se ne preveda un drastico  ridimensionamento, sono attualmente congrue per il finanziamento di alcuni  progetti che - se realizzati per tempo - contribuirebbero al miglioramento  delle nostre condizioni di vita.
 Basti pensare alle sovvenzioni regionali in  campo urbanistico per il miglioramento delle condizioni delle nostre periferie  urbane (dove ci siamo piazzati al 4° posto su 38 comuni ammessi ai benefici  della legge), oppure alle prospettive di utilizzazione dei progetti SAC  (Sistemi Ambientali Culturali), anche qui terreno di una fertile intesa che  superando gli steccati sia campanilistici che ideologici, consentano una  fruizione al meglio delle potenzialità erogatorie regionali; né dimentichiamo  il porto per il quale esiste l’aspettativa di tornare ad essere sede di  capitaneria (e a questo proposito, che fine hanno fatto le prospettive della  realizzazione del porticciolo?); senza dire delle possibilità turistiche della  città che lega le sue potenzialità recettive ad un gran numero di opportunità  che vanno da Canne della Battaglia alla Disfida di Barletta, dalla Pinacoteca  De Nittis in quel gioiello che è Palazzo della Marra, alla molteplicità e alla  varietà di monumenti, non solo chiese e monasteri, ma anche sontuosi palazzi,  un teatro stupendo e un castello che tutti ci invidiano… E sullo sfondo, una  storia ricca di prestigiosi eventi e di una cultura vivacizzata dai cento  appuntamenti che le nostre associazioni socio-culturali programmano  annualmente… E a onta della disaffezione dei nostri concittadini per la  lettura, eravate al corrente che siamo però la città in Puglia col maggior  numero di scrittori? (fra romanzieri, poeti e saggisti, produciamo una media di  trenta pubblicazioni all’anno!).
 Talvolta ci sfugge di  possedere un serbatoio di potenzialità turistico-culturali di rilievo  internazionale che solo l’impiego di risorse politiche strutturali potrebbe  materializzare in fecondi ritorni economici ed occupazionali, nonostante la  penuria di tempi e di mezzi. Ecco perché, pur sullo sfondo di una acutissima  crisi politica ed economica, siamo convinti che la città abbia le carte in  regola per sopravvivere dignitosamente, ma a condizione che la nostra classe  politica sappia essere all’altezza delle difficoltà che ci attendono. Come?
 Non voglio entrare nel merito di una  banalizzata sequela di pratici consigli, ma mi limiterei a dare ai nostri  amministratori un preliminare suggerimento di massima: quello di modificare  l’atteggiamento mentale, fin qui refrattario ad un durevole confronto, per  mutarlo nella predisposizione alla necessità di un doveroso ritorno al dialogo  per ritrovare insieme una comune programmazione, orientando le proprie energie  non sul mantenimento di posizioni precostituite, ma sulla presa d’atto dei  numerosi problemi che ci attendono alla ripresa dei lavori autunnali, ciascuno  a sostegno dell’altra componente, il sindaco a sostegno del lavoro dei  provinciali e dei regionali, e questi a sostegno dell’azione del primo  cittadino. A prescindere dall’appartenenza a questo o a quel gruppo politico,  dimenticando risentimenti personali quando lesivi dei più generali interessi  della città. Ci sono infatti problemi che solo una comune intesa fra  amministratori dei diversi livelli istituzionali potrebbe aiutare a risolvere.
 E perché non sembri che  le mie siano solo parole, farò tre esempi. Il primo attiene alla fin qui  inascoltata richiesta del ritrasferimento della sede dell’ASL BAT da Andria a  Barletta; non ne faccio una questione di campanile, ma di un obiettivo  risparmio per le esauste casse regionali, pari a 277 mila euro, l’importo del  fitto corrisposto per un centro direzionale decentrato e funzionalmente poco  pratico per ammissione degli stessi andriesi. Il secondo esempio attiene alla  soluzione del problema dello sversamento nel nostro mare delle acque luride del canale  Ciappetta-Camaggio, un vero disastro ambientale che si perpetua da decenni in  danno della nostra balneazione. Ebbene negli ultimi tempi ne ho sentito parlare  diffusamente da parte del sindaco Maffei, del consigliere regionale Mennea,  dell’assessore provinciale Cefola, ciascuno coi propri contatti, le proprie  impostazioni, il proprio calendario di appuntamenti… ma il problema è uno, e  grosso anche, e credo solo da un comune tavolo di concertazione potrebbe  scaturire una ragionevole soluzione.
 Il terzo esempio riguarda purtroppo la  perdita di un finanziamento regionale, per scadenza di termini, relativo al  sito archeologico di Canne della Battaglia, qualcosa come 900 mila euro, per il  completamento dei lavori presso l’Antiquarium che così corre il rischio di  restare un manufatto incompleto, un rudere inservibile. Credo sia la  conseguenza di un mancato coordinamento di adempimenti fra uffici. E mi auguro  che mentre ne parliamo, non stiano frattanto scorrendo inesorabilmente i tempi  per ulteriori inosservanze di termini…
 Un invito implicito, il mio, a  depoliticizzare l’azione amministrativa a beneficio della formulazione e poi  della attuazione di una sana, corretta programmazione aziendale. Proprio così,  aziendale! Perché il Comune è un’azienda, la più grande azienda di una città, e  sarebbe ben strano se i suoi amministratori, anziché pensare alla realizzazione  delle finalità imprenditoriali societarie, cominciassero a litigare fra di loro  per incomprensioni personali.
 Insomma  “fare squadra”, come si diceva una volta, e ricordare sempre di essere stati  mandati dai cittadini al governo della città e alla guida delle nostre  istituzioni per la soluzione dei problemi della collettività, non per altro.
 
 Renato Russo(9 settembre 2011)
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